dentista Puzzilli

La filosofia di Emanuele Puzzilli, innovare rispettando la propria storia

Dietro la professionalità degli studi Puzzilli c’è una lunga storia, che inizia ad Ostia e finisce in tutto il mondo. Una storia fatta di famiglia e di tradizioni, ma soprattutto di studio, ricerca, sperimentazione, capacità di innovazione e passione per le tecnologie.

Dentisti ad Ostia, da tre generazioni

Oggi il Dottor Emanuele Puzzili è attivo su due studi, a Roma e a Milano, affiancato da staff di altissima qualità. La sua storia professionale, però, è iniziata nella capitale. Anzi, per essere ancora più precisi, ad Ostia, il quartiere di Roma che si affaccia sul mare. Ed è proprio lo studio di Ostia che, ancora oggi, il dentista dei vip considera il suo quartier generale.

Una scelta che è figlia della volontà di rispettare una tradizione di famiglia, inaugurata dal nonno, primo dentista della dinastia Puzzilli, e proseguita prima dal padre e poi da lui stesso. Ostia, quindi, rappresenta il rapporto forte e saldo con le radici, con la memoria. Un punto di riferimento a cui non ha mai rinunciato, pur avendo ricevuto tante offerte per lavorare in quartieri di Roma molto prestigiosi.

Non fermarsi mai

Rispettare il passato, però, non significa rimanerne prigionieri in maniera nostalgica. È fondamentale continuare a guardare avanti, imparare, innovare, sperimentare, soprattutto in una professione in continuo mutamento come quella dell’odontoiatra.

Il segreto del successo del “Metodo Puzzilli” è proprio qui, nella continua fame di innovazione. Una traiettoria sempre in crescita, fatta di studio “matto e disperatissimo”, di viaggi, di incontri e di ricerca. Un costante movimento, perché restare fermi significherebbe offrire un servizio via via peggiore ai propri pazienti, sempre più vecchio e inadeguato. Un’impostazione mentale che da grandi soddisfazioni ma che costa anche molto sacrificio.

Gli Studi Puzzilli, invece, sono sempre al passo con le novità tecnologiche del settore e fanno ampio ricorso al digitale, sia nella fase di diagnosi che in quella di cura, per garantire una terapia di altissimo livello. È il caso, ad esempio, degli interventi con il laser odontoiatrico o dell’uso dello scanner digitale per progettare e monitorare i lavori. Perché prendersi cura di un sorriso è una cosa seria.


bite per malocclusione

Malocclusione dentale, come verificarla e curarla

La malocclusione dentale impedisce la corretta chiusura della bocca, provocando fastidiosi disturbi in tutto il corpo. Correggerla è fondamentale per riacquistare benessere e qualità della vita. Per scegliere la terapia più adeguata, però, bisogna capire cosa ha causato la malocclusione e qual è il suo livello di gravità.

Malocclusione dentale, quando la bocca non si chiude bene

La malocclusione dentale, conosciuta anche come malocclusione mandibolare, è un difetto delle arcate dentali che ne impedisce la chiusura corretta. Quando parliamo, mastichiamo, deglutiamo o semplicemente ci rilassiamo tenendo la bocca chiusa, i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore dovrebbero essere perfettamente allineati e toccarsi senza problemi.

In alcuni casi, questo non avviene, ed ecco che ci si trova davanti a una malocclusione. Cosa impedisce la corretta chiusura del morso? I motivi possono essere essenzialmente due:

  • denti storti;
  • asimmetrie ossee tra mandibola e mascella (una che tende in avanti o l’altra che tende indietro, ad esempio).

Le cause: ereditarietà e cattive abitudini

Trovato il problema, bisogna indagarne le ragioni. Quando si analizzano le cause della malocclusione dentale è possibile ricondurle a due grandi categorie:

  • difetti ereditari (proprio della struttura fisica di ciascuno)
  • difetti emersi a seguito di cattive abitudini o di eventi traumatici.

Se il disallineamento tra le arcate è conseguenza della conformazione stessa di mascella, mandibola e denti, non ci si può imputare nessuna colpa. Equivale ad essere bassi, alti, con dita lunghe o corte, eccetera. È responsabilità del caso o della natura, come si preferisce.

Diverso è il discorso quando la malocclusione nasce da un comportamento sbagliato o patologico. Qualche esempio: bruxismo (cioè la tendenza a digrignare), denti mancati e non sostituiti o scheggiati e non ricostruiti, tic nervosi (come lo spingere con la lingua contro le arcate dentali). Inoltre, molto dannoso, nei bambini, è l’uso di succhiarsi il pollice o l’abuso del ciuccio. In tutti questi casi, sarebbe bene eliminare alla radice il comportamento errato prima che sia troppo tardi.

La classificazione delle occlusioni imperfette: prima, seconda e terza classe

Ovviamente la malocclusione può avere diversi livelli di gravità, che richiedono interventi più o meno incisivi. La classificazione di questo difetto prevede tre gradini.

Malocclusione di prima classe: l’arcata superiore (mascella) è leggermente più avanti di quella inferiore.

Malocclusione di seconda classe: l’arcata superiore è molto più avanti di quella inferiore e spesso i denti incisivi (sia sopra che sotto) sono piuttosto distanti tra loro. Ci si trova, quindi, di fronte a un mix di retrognatismo e affollamento dentale.

Malocclusione di terza classe (prognatismo o sottomorso): qui è l’arcata inferiore a essere più avanti di quella superiore, il cosiddetto morso inverso.

Ci sono poi anche altre anomali, che si distinguono per caratteristiche specifiche:

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Come riconoscere la malocclusione: sintomi e diagnosi

In un primo momento, si potrebbe pensare che le diverse tipologie di malocclusioni siano soltanto delle imperfezioni estetiche. In realtà, tutto ciò che riguarda il morso e la chiusura dei denti ha ripercussioni pesantissime sul resto del corpo: testa, schiena, orecchie, postura. Per questo è utile una diagnosi precoce, che permetta di arginare subito le conseguenze negative di questo difetto.

I sintomi

I sintomi a cui bisogna prestare attenzione per accorgersi di una errata occlusione dentale sono molti:

  • difficoltà nella masticazione;
  • difficoltà nella deglutizione;
  • difficoltà nella respirazione (tosse frequente, bocca aperta, russamento, asma, bronchite cronica);
  • problemi alle orecchie e all’equilibrio (acufeni e vertigni);
  • mal di testa;
  • mal di schiena;
  • malattie dentali molto frequenti (carie, gengivite, ecc);
  • disallineamenti nei tratti del viso.

La diagnosi

Se si accusano alcuni dei sintomi su indicati, è bene rivolgersi subito al dentista di fiducia. È lui il più indicato a fare una corretta diagnosi di malocclusione dentale. Spesso già ad occhio nudo è possibile verificare l’esistenza di questo difetto. Per comprenderne bene la gravità, però, può essere necessario ricorrere a degli esami, come le radiografie (o telegrafie) di mascella e mandibola.

Come curare la malocclusione, le terapie disponibili

Una volta diagnostica la malocclusione bisogna correre ai ripari, il prima possibile. La giusta terapia dipende, però, dalla gravità del difetto, dalle sue caratteristiche e dalle cause. Molto rilevante è anche l’età di chi inizia la cura. Nei bambini è tutto più semplici, perché ossa e dentatura non sono ancora completamente formati e stabilizzati. Più complesso, invece, intervenire su un adulto.

In linea di massima, la terapia più utilizzata è l’ortodonzia, in varie forme. Da quelle più lievi, con bande, fili ed elastici, a quelle più incisive, che prevedono l’uso del bite per malocclusioni o dell’apparecchio specifico.

Leggi anche: Il bite per denti

In alcuni casi, può anche essere necessario procedere all’estrazione di uno o più denti, per ridurre il sovraffollamento delle arcate. Infine, nelle forme più gravi, può servire di ricorrere all’intervento chirurgico su mascella e/o mandibola.

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bite per sportivi

Bite sportivo, la soluzione per migliorare le prestazioni atletiche

Diverse ricerche scientifiche hanno confermato la stretta correlazione tra denti, postura e prestazione degli atleti. Ecco perché, con il cosiddetto bite sportivo, è possibile prevenire gli infortuni e migliorare le prestazioni atletiche. È essenziale, però, rivolgersi ad un professionista, in grado di studiare un bite personalizzato e inserirlo in un piano di cura individuale.

Infortuni frequenti, difficoltà di recupero, problemi nella coordinazione motoria, perdita di forza. Sono tutti disturbi che possono peggiorare le prestazioni di uno sportivo, fino a comprometterne la stessa carriera. E anche nel mondo degli amatori, queste problematiche possono dar luogo a prolungati periodi di inattività o a forti dolori. Ma cosa c’entra tutto questo con i denti? Il legame c’è, è scientificamente provato ed è anche molto più intenso di quanto si possa pensare. La dentatura (con i suoi difetti) influisce molto su tutto il corpo, soprattutto sotto il profilo neurologico e muscolare, trasformandosi in causa di problemi più complessi.

Come i denti influenzano la prestazione sportiva

Come prima approssimazione, si può affermare che il legame tra denti e sport passa per la colonna vertebrale e la postura. In realtà, però, quando si indaga su questa correlazione, più che alla sola dentatura, sarebbe opportuno fare riferimento all’intero comparto composto da denti, mandibola e relativi muscoli e articolazioni. Una zona del corpo che può andare incontro a squilibri, come nel caso di denti storti, morso disallineato o eccessiva tensione muscolare. Sono tutti casi di cattiva occlusione.

Ognuno di questi problemi finisce per scaricarsi sulla colonna vertebrale e sulle fasce muscolari che la sostengono. Il sistema neuro muscolare ne risente e, in automatico, il corpo si protegge. Come? Attiva delle compensazioni e cerca di ritrovare un equilibrio. Si tratta, però, di un “equilibrio precario” o, meglio ancora, assolutamente fittizio. Ecco, quindi, che insorgono problemi muscolari, di equilibrio o di forza.

La correlazione denti-postura-prestazione fisica rende evidente come il corpo umano sia una macchina perfetta e piena di collegamenti, più o meno nascosti. Basta poco per spezzare l’equilibrio ma anche per rimetterlo a posto.

Il bite sportivo (personalizzato) e il miglioramento atletico

Quando si parla di bite per gli sportivi è bene, per prima cosa, sgomberare il campo da possibili ambiguità. La più frequente va smentita categoricamente: il bite sportivo non è un paradenti. In molti casi è usato con questa finalità, ed è anche efficace. Così come è opportuno riparare i denti da forme di digrignamento dovute allo sforzo. Si tratta però di ipotesi diverse.

Leggi di più: Cos’è il bite e a cosa serve

Il bite sportivo propriamente detto, invece, punta a correggere (direttamente) dei difetti del morso per ottenere (indirettamente) un riequilibrio della postura, con tutti i suoi effetti benefici a cascata. Ecco perché questo tipo di strumento deve essere personalizzato ed associato ad un percorso terapeutico individuale.

I difetti della dentatura, da cui scaturiscono i problemi sportivi, si manifestano in modo diverso da persona a persona. Così come differente è la posizione e la forma dei denti. Un buon bite per uso sportivo deve prendere in considerazione tutti questi fattori. Solo così può davvero raggiungere lo scopo. Nel corso del tempo, poi, c’è bisogno di calibrare l’intervento man mano che si avanza con i progressi. Ecco perché, per avviare un percorso di cura di questo tipo, è necessario affidarsi ad un professionista e non lasciarsi tentare da soluzioni preconfezionate.

I vantaggi del bite nello sport

In concreto, l’uso del bite sportivo permette di:

  • evitare microtraumi (migliorando la postura e lo scarico del peso sui due piedi);
  • prevenire le contratture;
  • aumentare la forza;
  • aumentare la resistenza;
  • migliorare la concentrazione.

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Bambino dal dentista per la prima visita

La prima visita dal dentista dei bambini, cominciare presto per cominciare bene

Il rapporto tra i bambini e il dentista può essere parecchio complicato. Molto dipende dalla prima visita, che svolge un ruolo fondamentale, sia per la salute dei denti sia per la costruzione della fiducia tra medico e piccolo paziente. Vediamo insieme quando è il caso di portare un bambino per la prima volta dal dentista e che approccio seguire.

Imparare a prendersi cura, fin da piccoli, del proprio sorriso è molto importante. Spetta ai genitori insegnare ai figli a lavare bene denti o abituarli, anche molto presto, alla figura del dentista, per renderlo un amico e non un adulto di cui avere timore. La saggezza popolare, in questo caso, è davvero d’aiuto: chi ben comincia è a metà dell’opera. Ed è importante anche iniziare presto.

Leggi di più: Insegnare ai bambini a lavarsi i denti

La prima visita dal dentista, quando e perché farla

È consigliato portare un bambino da dentista, per la prima volta, verso i tre anni, cioè una volta che si è completata la formazione della cosiddetta dentatura decidua. Successivamente, i controlli dovrebbero avvenire con cadenza di 6-12 mesi.

Un errore molto comune, infatti, è quello di considerare i denti da latte come dei denti di “serie b”, che non hanno bisogno di cure perché destinati a cadere. Non è affatto così. I dentini possono subire le stesse patologie della dentatura definitiva. Anzi, essendo più fragili sono più esposti a malattie dentali come le carie.

Leggi di più: Le carie nei dentini da latte

Fare presto una prima visita odontoiatrica è molto importante anche per controllare il corretto sviluppo cranio facciale del bambino. Spesso, infatti, una dentatura storta, che necessita di apparecchio fisso o mobile, è frutto di difetti dovuti alla crescita. Se si riesci ad intercettarli sul nascere e ad intervenire, si possono ottenere risultati migliori, con meno tempo, meno spesa e meno dolore.

Dentista e bambini, questione di feeling

È inutile negarlo: molti bambini hanno paura del dentista. Un timore che non è necessariamente conseguenza di un trauma e che può permanere anche da adulti. In questo, la prima visita gioca un ruolo chiave. È il primo impatto, la prima impressione, il momento in cui si superano le diffidenze. Insomma: questione di feeling.

Dentista a misura di bambino: sale colorate e app per giocare

Far andare bene la prima visita dal dentista è soprattutto un compito di quest’ultimo. Per fortuna, tra gli odontoiatri, c’è una crescente sensibilità in questo senso. Molti studi hanno stanze dedicate ai più piccoli, meno serie e asettiche di quelle per gli adulti. Una mano arriva anche dalla tecnologia, con molti professionisti che si dotano di app per smartphone che propongono giochi interattivi “a tema”, da fare in sala d’attesa (come queste).

Preparare la visita dal dentista: qualche consiglio per i genitori

Una mano al dentista, però, possono darla anche i genitori, preparando al meglio l’appuntamento con la prima visita. Basta davvero poco, come seguire questi 4 semplici consigli.

Niente rassicurazioni eccessive. Frasi come “non ti farà male” o, peggio ancora, “passerà subito” sono assolutamente controproducenti. Se il dentista non è niente di preoccupante, perché tante accortezze? Della prima visita bisogna parlare in modo naturale, quasi come fosse un impegno come un altro.

Nessun rimprovero e nessun incitamento. Anche espressioni come “stai fermo”, “fai il bravo”, “non far arrabbiare il dottore” sono da evitare. Creano ansia e non ottengono l’effetto sperato. Meglio lasciar parlare l’odontoiatra.

Qualche distrazione in sala d’attesa. Se c’è da aspettare, meglio ingannare il tempo con un bel libro da colorare, una fiaba da leggere o un pupazzetto per giocare. Avere intorno oggetti divertenti e familiari, aiuta il bambino a sentirsi a casa.

Restare accanto e farsi vedere. Durante la prima visita, può essere una buona idea rimanere accanto alla poltrona e farsi vedere da proprio figlio. Dalla seconda volta in poi, se tutto è andato bene, si può tornare in sala d’attesa.

Il dentista dei bambini


Bambino si lava i denti

Lavare i denti ai bambini (e insegnargli a farlo da soli)

Lavare i denti ai bambini è una delle cose che preoccupa di più i genitori, soprattutto se sono alle prime armi. Da piccolissimi, i problemi che ci si pone sono quando iniziare e come fare. Man mano che crescono, il cruccio diventa insegnargli a fare da soli. Ed essere sicuri che lo facciano bene. A ogni domanda, per fortuna c’è una risposta. Basta non farsi prendere dal panico.

Di solito, il momento critico arriva quando spunta il primo dentino. Quel minuscolo dente da latte se ne sta lì, bianchissimo o solitario, i genitori lo guardano e si domandano: adesso dobbiamo lavarlo? E come? Poi a quel dentino se ne affiancano tanti altri, che dopo qualche anno cadono e lasciano il posto a denti veri, grandi e stabili. E il problema diventa insegnare ai bambini a lavarseli da soli, possibilmente bene. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di dare una mano a questi giovani mamma e papà.

Quando iniziare a lavare i denti ai bambini

Partiamo con il primo dubbio. Quando si deve iniziare a lavare i denti a un bambino? La risposta è semplice e immediata. Appena spunta il primo dentino. Ebbene sì, anche i denti da latte si lavano, perché si possono cariare, proprio come quelli definitivi.

Leggi anche: Dentini cariati, cosa fare

Ad essere precisi, bisognerebbe iniziare a preoccuparsi dell’igiene orale di un figlio già da neonato. I denti non ci sono, è vero, ma vanno curate le gengive, che svolgono un ruolo fondamentale.

Come lavare i denti dei bambini

Veniamo al secondo punto cruciale: come lavare i denti. Nel caso dei neonati, quando l’obiettivo sono solo le gengive, farlo è molto semplice. Basta passarci delicatamente sopra una garza leggermente inumidita, magari con un po’ di soluzione fisiologica. E la stessa tecnica si può usare con i primissimi denti da latte.

Man mano che il tempo passa e i dentini aumentano, invece, si può passare al dentifricio e allo spazzolino, ovviamente specifici per neonati o bambini piccoli. La spazzolatura va fatta delicatamente, continuando a interessare anche delle gengive. La tecnica utilizzata, però, deve essere la stessa degli adulti: movimento orizzontale e verticale.

Leggi anche: Come lavarsi bene i denti

Insegnare ai bambini a lavarsi i denti da soli? Non è una missione impossibile

Terza e ultima domanda, di certo non meno importante: come faccio a convincere mio figlio a lavarsi i denti da solo? Di sicuro serve tempo e pazienza, e anche un po’ di fantasia, ma non è una missione impossibile.

Cominciare presto

Per insegnare ai bambini come si lavano i denti bisogna iniziare presto. Appena acquisiscono una discreta manualità è bene fargli prendere confidenza con lo spazzolino, anche se solo per giocare. I denti poi glieli lavano per davvero mamma e papà. L’igiene orale, dopo colazione e prima di andare a dormire, deve diventare subito un’abitudine, un piccolo rito.

Imparare giocando

La verità è che, per insegnare qualcosa di antipatico a un bambino, c’è un solo metodo infallibile: giocare con lui. Quando si è piccoli non si percepisce l’importanza di lavarsi i denti. Quindi quei cinque minuti passati davanti allo specchio sono solo una perdita di tempo. A meno che qualcuno non li renda molto divertenti. E quella persona non può essere che la mamma o il papà. Come? Ad esempio, spazzolandosi i denti insieme, con annesse chiacchiere e boccacce, oppure accompagnando il tutto con una filastrocca o una canzoncina (qui ce ne sono alcune molto carine). Funzionano bene anche le favole, o i piccoli premi, oppure la presenza del proprio pupazzo preferito. Un’idea può anche essere quella di utilizzare spazzolini e dentifrici con forme e colori accattivanti: cartoni animati, animali, supereroi. Sempre stando attenti a non acquistare “schifezze” con strane composizioni.

Il controllo finale

Più il bambino diventa indipendente nello spazzolare i denti, più diventa essenziale che il genitore faccia un controllo “finale”. Soprattutto nei primi tempi, capiterà spesso di dover riprendere in mano lo spazzolino, per andare a salvare qualche dente sfuggito allo spazzolino. Poi tutto diventerà normale e ben fatto, senza neanche accorgersene. E il bambino avrà davvero imparato a lavarsi i denti da solo.

Il dentista dei bambini


Dentini cariati? Meglio andare subito dal dentista

I dentini da latte cariati sono un problema piuttosto diffuso. Può succedere, soprattutto se i piccoli fanno un po’ di storie quando è ora passare lo spazzolino in bocca. Le carie, purtroppo, non hanno età e non vanno assolutamente mai trascurate. Meglio rivolgersi subito al dentista e valutare un intervento tempestivo. Si risparmierà al proprio figlio molto dolore e spiacevoli conseguenze.

Le carie nei denti da latte, come si formano e perché

Purtroppo sì, anche i denti da latte posso essere infettati dalle carie. Non c’è un’età che possa dirsi davvero protetta da questa dolorosa e dannosa infezione. Anzi, proprio i dentini decidui sono quelli più a rischio, per diversi motivi.

Il processo che porta alla formazione della carie nei denti da latte è identico a quello che agisce sulla dentatura degli adulti. La responsabile è sempre la placca, che ospita i pericolosi batteri della bocca. I germi della placca, alimentati dal glucosio presente nel cibo, formano il lattato, che a sua volta attacca lo smalto dentale (la parte superficiale) e poi la dentina (la parte interna).

Lo smalto dei denti da latte, però, è meno spesso e forte di quello dei denti definitivi, quindi cede ancora più facilmente e rapidamente. Inoltre, la superficie dentale è più piccola, quindi viene aggredita più velocemente.

Troppo zucchero fa male ai dentini

Vediamo ora quali possono essere i principali fattori di rischio che facilitano il manifestarsi delle carie nei bambini. Lo zucchero è senza dubbio il primo indiziato. A volte sono proprio i genitori a viziare i figli con pessime abitudini, come quella del ciuccio cosparso di zucchero o miele. Altro errore: l’uso eccessivo di caramelle, merendine e dolcetti vari, cibi pieni di conservanti e altre sostanze dannose. Troppo spesso si dimentica che anche la salute della bocca dipende da una corretta alimentazione.

Spazzolino e dentifricio, le migliori armi contro la carie

Ridurre i dolciumi, però, non mette al riparo dalla comparsa delle carie. Il vero e unico rimedio, infatti, è l’igiene orale. Fin da piccolissimi, i bambini vanno abituati alla pulizia dei denti. Finché non sono autonomi, ci pensano mamma e papà. Poi devono imparare a fare da soli e a prendere confidenza con spazzolino e dentifricio.

Ci vuole più fluoro per proteggere i denti

Terzo fattore che può aumentare il rischio carie nei denti da latte: la carenza di fluoro. Quest’ultimo, infatti, è un ottimo antagonista dei batteri che aggrediscono lo smalto. Se manca, quindi, le difese naturali del corpo sono meno efficaci. Per questo motivo, su consiglio e controllo del proprio pediatra di fiducia, è possibile sottoporre il bambino a una cura di integrazione del fluoro.

Cosa fare se i denti da latte si cariano?

Una volta scoperto che il proprio bambino ha uno o più denti cariati, spesso i genitori si chiedono se è necessario intervenire. In circolazione, infatti, c’è una specie di leggenda metropolitana che sostiene che, trattandosi di denti da latte, non sia necessario andare dal dentista. Tanto sono destinati a cadere, prima o poi, che importa.

Chiariamolo subito: è un atteggiamento assolutamente sbagliato. L’intervento dello specialista ci vuole e anche rapidamente. La carie può causare dolorosi ascessi ed evolvere in fastidiose infezioni. Senza contare le possibili conseguenze sulla corretta crescita dei denti definitivi, che potrebbe essere compromessa fino a generare vere e proprie forme di malocclusione.

Tutto questo rende chiaro che una visita del dentista è d’obbligo quando si ha anche solo il sospetto di una carie. Intervenendo in tempo, si può davvero risolvere tutto in modo semplice e rapido. Trascurando, invece, si sommano problemi a problemi.

Il dentista dei bambini


Emanuele Puzzilli con Mariano Di Vaio e Stefano De Martino

Emanuele Puzzilli e i sorrisi delle star, bellezza e salute

Il pubblico televisivo ha imparato a conoscerlo con “Selfie – Le cose cambiano”, ma il Dottor Puzzilli è già da anni considerato il “dentista dei vip”. È lui lo specialista a cui tanti personaggi del mondo dello spettacolo hanno scelto di affidare i loro sorrisi, per garantirsi salute e bellezza.

Guardando un programma televisivo o un bel film al cinema, capita spesso di restare ammirati davanti alla perfezione dei sorrisi delle star. Denti bianchissimi, dritti, dalle forme praticamente impeccabili. D’altra parte, una bella bocca è da sempre un’arma vincente per chi lavora con la propria immagine. Dietro quei sorrisi smaglianti, però, non c’è solo la bontà di madre natura ma anche tanta attenzione e una cura costante. E magari l’intervento di un bravo odontoiatra.

Il Dottor Emanuele Puzzilli

Vip in sala d’attesa, la poltrona del dentista li aspetta

Uno dei dentisti più amati e apprezzati dai volti noti è il dottor Emanuele Puzzilli. Sono sempre di più i personaggi del mondo dello spettacolo che scelgono i suoi studi, a Roma o a Milano, per la cura dei loro denti. Sulle confortevoli poltrone di Ostia e CityLife si sono accomodati, tra gli altri, Claudia Gerini, Alessandra Amoroso, Cristiano Malgioglio, Pamela Prati, Salvatore Esposito, Enzo Salvi e Mariano Di Vaio.

Gli interventi più richiesti sono quelli di estetica dentale: dall’apparecchio trasparente alle faccette in ceramica, dallo sbiancamento agli impianti a carico immediato. Tutte soluzioni che permettono di ottenere una dentatura più bella, dritta e luminosa. Ma anche più sana, perché avere denti ben allineati, con la forma giusta e puliti significa migliorare il benessere e la qualità della vita.

Io penso ai denti come strumento di bellezza. E di salute, ovviamente. Perché se i denti non sono sani, non possono essere belli.

L’esperienza di Selfie, un sorriso che cambia la vita

Da dentista dei vip a dentista vip, il passo è breve (o quasi). Nel 2016, il Dotto Puzzilli è stato chiamato a prestare la sua professionalità al servizio del nuovo programma di Simona Ventura, in onda su Canale 5: Selfie – Le cose cambiano. È diventato così, ufficialmente, il “dentista di Selfie”.

Il format, infatti, prevedeva la presenza di alcuni professionisti d’eccellenza, di vari settori, a cui era affidato il compito di esaudire piccoli o grandi sogni dei partecipanti, legati ad aspetti fisici o psicologici. Nel corso delle puntate, quindi, Emanuele Puzzilli è stato chiamato a regalare nuovi sorrisi e una ritrovata sicurezza a personaggi noti e persone comuni.

Chi ha seguito Selfie e visto, puntata dopo puntata, le trasformazioni fisiche che sono state realizzate, ha potuto sperimentare come prendersi cura del proprio aspetto non sia soltanto una questione di vanità e narcisismo, ma un aiuto per la propria autostima. Un bel sorriso fa stare bene, se stessi e gli altri.

Le interviste online al dottor Emanuele Puzzilli

Qui sotto una selezione delle interviste rilasciate dal dottor Puzzilli a diversi giornali online:

  • Novella 2000 - Cristiano Malgioglio sceglie il dentista dei Vip Emanuele Puzzilli
  • Velvet Body - Emanuele Puzzilli, dentista delle star: “A Selfie e nel mio studio si procede così per un sorriso perfetto”
  • Lifestyle Blog - Odontoiatria: il dottor Emanuele Puzzilli presenta le sue innovative tecniche
  • Adversus – Un sorriso perfetto? Ecco le tecniche più indicate per rimettere a posto il nostro sorriso