apnee del sonno

Le apnee notturne e il collegamento con malocclusioni e bruxismo

La sindrome delle apnee notturne (OSAS) è un disturbo del sonno che spesso si associa al bruxismo e può trovare una delle sue concause nelle malocclusioni dentali. Bite notturno e apparecchi ad avanzamento mandibolare costituiscono le possibili soluzioni, per recuperare qualità del riposo e quindi della vita.

Respirare è un gesto naturale, che consideriamo praticamente ovvio e scontato. Eppure, è molto meno “semplice” di quello che sembra. Molte persone, infatti, respirano male e non lo sanno. Altrettante, invece, manifestano problemi di respirazione durante il sonno, come il russamento o le ancora più gravi apnee notturne. Ma cosa c’entrano i denti con i disturbi della respirazione? Molto più di quanto si pensi. La bocca, infatti, svolge un ruolo fondamentale quando si respira e la posizione di denti e mandibola è a sua volta cruciale per determinare il corretto afflusso di aria. Non a caso, nel 25% di coloro che soffrono di apnee notturne si osserva anche la presenza di bruxismo, cioè digrignamento dei denti. In questo articolo proveremo a capire meglio questo legame, partendo dalla descrizione della sindrome delle apnee notturne.

Cosa sono le apnee notturne

Il nome medico corretto delle apnee notturne è sindrome delle apnee ostruttive del sonno (abbreviato con la sigla OSAS). Si tratta di una patologia cronica, che consiste in frequenti interruzioni della respirazione durante il sonno. Tali interruzioni durano meno di 10 secondi e solitamente portano al momentaneo risveglio di chi ne soffre. Un risveglio di brevissima durata, che non si ricorda la mattina seguente, ma che interrompe comunque il flusso del riposo. Tutto è dovuto al restringimento delle vie aeree superiori.

Apparentemente quello delle apnee notturne potrebbe sembrare un disturbo banale, invece impatta molto negativamente sulla qualità della vita. Chi ne soffre, infatti, è spesso stanco, colpito da sonnolenza durante il giorno e da forti emicranie dovute alla mancanza di riposo. Inoltre, è stata accertata una maggiore incidenza delle malattie cardiovascolari nei pazienti colpiti da OSAS.

La connessione tra apnee notturne e denti

Le cause della sindrome delle apnee ostruttive del sonno possono essere diverse. In molti casi, i fattori di rischio coesistono. Al primo posto vanno messi sovrappeso e obesità. Una forte incidenza la hanno anche il consumo frequente di alcolici e il fumo, così come l’uso di farmaci per favorire il sonno e il rilassamento.

Anche denti e mandibola, però, possono svolgere un ruolo. In caso di malocclusioni dentali, infatti, le vie aeree possono risultare ostruite e ostacolare la respirazione. È quello che accade, ad esempio, nei casi di scarso sviluppo mandibolare o di palato contratto. Questo spiega anche la correlazione tra OSAS e bruxismo, osservata scientificamente in almeno 1 caso su 4. In caso di ostruzione del respiro, infatti, digrignare i denti è la risposta (sbagliata ma automatica) con cui il corpo cerca di porre rimedio, spostando in avanti la mandibola e permettendo un maggior afflusso di aria.

Le soluzioni odontoiatriche: bite e apparecchi ad avanzamento mandibolare

A questo punto è lecito chiedersi cosa può fare il dentista per contribuire all’eliminazione di bruxismo e apnee notturne. Le soluzioni odontoiatriche possono essere due.

La prima è il bite notturno, che interviene specificatamente sul bruxismo ma che, in generale, provoca una liberazione delle vie respiratorie. Si rivela molto utile nei casi meno gravi, in cui i problemi di malocclusione sono limitati.

Leggi anche: Il bite anti-russamento

L’altra opzione, più specifica per questo tipo di sindrome, è rappresentata dai MAD, cioè gli apparecchi di avanzamento della mandibola. Strutturalmente, la somiglianza con i bite è forte. Anche in questo caso, infatti, si tratta di placche che vengono applicate sulle arcate dentali. Il loro compito specifico, però, è quello di favorire lo scivolamento in avanti della mandibola e di impedire la caduta all’indietro della lingua.

Leggi anche: Gli apparecchi funzionali


Contenzione dei denti, l’apparecchio per quando si toglie l’apparecchio

L’apparecchio di contenzione (o retainer) è fondamentale per evitare la recidiva ortodontica e mantenere i risultati raggiunti con l’ortodonzia. Generalmente consiste in un apparecchio mobile (ma esistono anche soluzioni fisse) che va portato per alcune ora (sempre meno, man mano che passa il tempo) e impedisce ai denti di ritornare in posizione scorretta.

Raddrizzare i denti per sfoggiare un sorriso perfetto può essere un percorso molto lungo. La durata di un trattamento di ortodonzia, infatti, dipende dalla situazione di partenza e dal tipo di risultato che si vuole raggiungere. Di sicuro, però, è un processo che richiede tempo, pazienza e denaro. Ecco perché, una volta raggiunti gli obiettivi desiderati, è fondamentale agire per mantenerli e non sprecare lo sforzo fatto. L’apparecchio di contenzione serve proprio questo.

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Premessa: cos’è la recidiva ortodontica

A questo punto, però, per comprendere bene la funzione dell’apparecchio di contenzione, è necessaria una breve premessa che spieghi cosa si intende con il concetto di recidiva ortodontica. Il fenomeno è piuttosto semplice: si tratta di una regressione a cui i denti possono andare incontro una volta tolto l’apparecchio ortodontico (fisso o mobile). I tessuti che circondano la dentatura, infatti, possiedono una sorta di “memoria” che li spinge a recuperare la posizione originaria (quella scorretta). Per evitare che questo accada, bisogna dare ai denti il tempo di consolidarsi nella nuova posizione, fornendogli un supporto, rappresentato proprio dall’apparecchio di contenzione. Questo significa che il retainer deve essere portato per un periodo limitato (come vedremo meglio più avanti), il necessario per superare la fase della possibile recidiva ortodontica e “fissare” il nuovo sorriso.

Come è fatto e come funziona un apparecchio di contenzione

Esistono tre tipologie di apparecchi di contenzione:

  • apparecchi mobili a mascherina: si presentano come una mascherina trasparente da posizionare sull’arcata dentale interessata;
  • apparecchi mobili palatali: sono costituiti da una placca che aderisce al palato e da un filo che le gira intorno, sostenendo i denti;
  • apparecchi fissi: applicati lungo il profilo interno dell’arcata dentale, risultano non visibili dall’esterno.

La scelta di una soluzione piuttosto che di un’altra è affidata al dentista, sulla base di valutazioni tecniche e delle necessità specifiche. Ovviamente, gli apparecchi di contenzione mobili richiedono una maggior collaborazione da parte del paziente, che deve ricordarsi di indossarlo per un numero sufficiente di ore al giorno.

Denti dritti con le faccette

Quanto dura la contenzione denti e quante ore va portato l’apparecchio?

Quella della durata del percorso di contenzione è proprio una delle questioni centrali. Di getto, la risposta migliore sarebbe “dipende”, perché i fattori che influenzano la scelta sono diversi. In linea di massima, però, la contenzione può durare anche un paio di anni.

Nel caso di apparecchi mobili, poi, si pone anche il tema del numero minimo di ore in cui vanno indossati per produrre effetto, che diminuiscono nel corso del tempo. è possibile individuare tre fasi:

  • prima fase: nella settimana immediatamente successiva alla fine dell’ortodonzia, l’apparecchio di contenzione va portato sempre, ad esclusione del tempo necessario per mangiare;
  • seconda fase: dalla seconda settimana e per i primi due o tre mesi, è necessario portarlo per almeno 14 ore (la notte, più alcune ore del giorno);
  • terza fase: dal terzo mese in poi, è sufficiente indossarlo solo la notte.

Apparecchio ortopedico funzionale, cos'è e a cosa serve

Quanto costa un apparecchio retainer?

Il costo di un percorso di ortodonzia, compresa anche la contenzione finale, non può mai essere determinato a priori. I dentisti, se veri professionisti, sanno bene che la situazione di partenza influenza sia il tempo necessario sia gli strumenti che serve mettere in campo. Tutte variabile che incidono sul costo finale. Ecco perché il prezzo di un apparecchio di contenzione non può essere definito prima di una corretta pianificazione dell’intero percorso di cura.

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White Identity, la rivoluzione del sorriso splendente

Con la fine delle vacanze estive e l’inizio di un nuovo anno di lavoro, ho deciso di regalare a me e a tutti i miei pazienti dei progetti nuovi e interessanti, in cui tuffarmi con tutte le mie energie. D’altronde, non mi è mai piaciuto stare fermo, ho bisogno di far viaggiare sempre la mia mente verso nuovi obiettivi e di affrontare sfide inattese.

La prima novità la state già navigando: è questo sito. Sfogliando le diverse pagine, lo troverete completamente rinnovato, soprattutto dal punto di vista estetico. Nero e bianco sono da sempre i miei colori preferiti, perché il loro accostamento è naturalmente elegante e dona a ogni cosa un aspetto pulito e prezioso. Proprio come i sorrisi che progetto. La cosa più importante, però, è ciò che ci troverete dentro, cioè il racconto delle due grandi sorprese a cui sto lavorando per chiudere in bellezza il 2021 e proiettarmi alla grande verso il 2022. Si chiamano White Identity e White Rome. Ora vi racconto qualcosa di più.

Il programma White Identity, per garantire a tutti la stessa qualità

Cominciamo da White Identity, che è lo strumento per garantire a chi mi affida il suo sorriso di ricevere il miglior trattamento possibile. Chi mi conosce da tempo lo sa: anni di studi e di esperienza, sia in Italia che all’estero, mi hanno portato ad elaborare una mia personale tecnica di intervento, che ho battezzato Metodo Puzzilli. È un approccio all’estetica dentale altamente personalizzato, basato sulla tecnologia, che permette di regalare ad ognuno il sorriso dei suoi sogni. Grazie al programma White Identity il Metodo Puzzilli viene applicato in tutti gli studi dentistici che fanno capo a me, senza differenze dovute alle sedi. Sono sempre io a progettare gli interventi e a seguirli passo passo, ovviamente affiancato da uno staff di altissimo livello. La soddisfazione dei pazienti deve essere sempre al primo posto.

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White Rome, la clinica internazionale della bellezza dentale

E adesso passiamo a White Rome, cioè la clinica dentale internazionale che aprirò prossimamente a Roma. È un progetto ambizioso, forse qualcuno lo definirebbe folle. Ho immaginato una grande struttura multifunzione, dove ovviamente si svolge attività odontoiatrica, ma si ospitano anche convegni e si fa formazione, per fare crescere nuovi e promettenti talenti del sorriso. Ma non finisce qui. White Rome offrirà anche molti servizi accessori di lusso, pensati soprattutto per chi non vive nella capitale. Ci saranno delle accoglienti suite, per far pernottare i pazienti, e, una volta programmato l’intervento dentale, lo staff si preoccuperà di organizzare ogni dettaglio del viaggio, compresi tutti gli spostamenti. Insomma, le cure dentali si trasformeranno in un’ottima scusa per una confortevole vacanza a Roma.

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ortodonzia fissa

Apparecchio fisso, tutto quello che c’è da sapere

L’apparecchio fisso è un fondamentale strumento di ortodonzia, perché consente di riallineare i denti con efficacia. Per anni disponibile solo nella versione in ferro, esteticamente invasiva, oggi si è evoluto nella forma dell’apparecchio fisso colorato o trasparente. Per non parlare poi dell’apparecchio linguale (quindi interno), ancora più discreto.

L’apparecchio fisso non gode di buona fama (al contrario dell’apparecchio mobile). Tutta colpa dell’estetica, del suo essere troppo visibile e troppo invadente. Una cosa da adolescenti con il sorriso scintillante a base di ferro. In realtà, questo pregiudizio poteva essere fondato qualche anno fa, quando sottoporsi a un trattamento di ortodonzia fissa significava davvero lasciarsi invadere la bocca da placchette e fili grigi, per diversi mesi. Oggi la situazione è radicalmente cambiata e ci sono molte soluzioni discrete. D’altra parte, l’apparecchio fisso è anche molto efficace nella sua azione di riallineamento dei denti storti e spesso consente di raggiungere il risultato in tempi rapidi. Ecco perché vale la pena saperne di più.

Leggi anche: Le malocclusioni dentali

Apparecchio fisso: caratteristiche e tipologie

L’ortodonzia fissa si avvale di diverse tipologie di apparecchi. La scelta di uno piuttosto che di un altro dipende dalla situazione che deve essere corretta (malocclusione, denti storti, palato stretto, eccetera), valutata da un professionista, e dalle esigenze del paziente. Ad accomunarli, però, è il principio su cui si fonda il loro funzionamento: esercitare una forza continua e costante sui denti, che ne consenta il riallineamento e il riposizionamento. Gli elementi costitutivi di un apparecchio fisso sono 3:

  • i bracket: placchette in metallo o ceramica che vengono applicate sulla superficie del dente utilizzando un’apposita resina;
  • l’arco ortodontico: un filo di collegamento tra i diversi bracket, che attraversa le arcate dentali;
  • gli elastici (con i relativi ganci): che consentono di ottenere lo spostamento dei singoli denti.

Gli elementi vengono posizionati all’inizio del programma ortodontico (durante la fase detta di bandaggio) e poi controllati e regolati periodicamente, ogni 6-8 settimane.

Apparecchio fisso tradizionale

L’apparecchio fisso tradizionale è quello che ci viene subito in mente quando pensiamo all’ortodonzia: placchette e filo in metallo, applicato su una o su entrambe le arcate dentali, molto visibile (anche troppo, secondo la maggior parte delle persone).

Apparecchio fisso “trasparente”

L’evoluzione “trasparente” dell’apparecchio fisso è strutturalmente identica all’originale ma ha un minore impatto estetico. Dove sta la differenza? Nei materiali utilizzati. Le placchette, infatti, vengono realizzate in ceramica o comunque in modo da essere di un colore quanto più simile possibile ai denti. Stesso discorso per il filo di collegamento, il cui metallo viene rivestito per stemperarne il grigio.

Apparecchio fisso colorato per bambini (e non solo)

Con i bambini è spesso utilizzata con successo la versione colorata del tradizionale apparecchio fisso. Anche in questo caso, la differenza la fa solamente il rivestimento dei bracket e dell’arco ortodontico. L’effetto divertente è assicurato e può piacere pure agli adulti.

Apparecchio linguale

Il miglior risultato estetico, però, è garantito dall’apparecchio fisso interno, meglio conosciuto come apparecchio linguale (perché sta dalla parte della lingua). Ciò che lo rende molto meno visibile degli altri, infatti, è il suo essere posizionato sulla facciata interna dei denti, invece che su quella esterna. Ci sono i bracket, c’è il filo, ma tutto è più nascosto. Anzi, nelle versione più evolute, è anche senza attacchi.

Leggi di più sull’apparecchio linguale

L’espansore palatale

Nella categoria degli apparecchi di ortodonzia fissa rientra anche l’espansore palatale. Si tratta di uno strumento particolare, che si applica sul palato stretto e ha la funzione di allargarlo, creando spazio nelle arcate dentali. Per forma e funzione, quindi, è molto diverso dagli apparecchi visti finora.

Tutti gli articoli sugli apparecchi per denti

Vantaggi e svantaggi dell’ortodonzia fissa

Meglio l’ortodonzia fissa o quella mobile? La risposta, in realtà, non può e non deve essere data in modo assoluto e, soprattutto, deve essere legata esclusivamente a motivazioni professionali. Quale delle due soluzioni è più utili per risolvere il problema del paziente? Quale viene meglio incontro alle sue necessità? Ecco i veri elementi da utilizzare per prendere una decisione, valutando pro e contro delle diverse opzioni in campo.

Ma quali sono vantaggi e svantaggi dell’apparecchio fisso? Tra i benefici, bisogna senza dubbio inserire l’efficacia. Con questa metodologia possono essere raggiunti ottimi risultati in tempi piuttosto contenuti. Tra l’altro, l’azione dell’ortodonzia fissa è indipendente dalla “buona volontà” di chi porta l’apparecchio, perché non gli è richiesto di metterlo e toglierlo. Gli svantaggi, invece, sono essenzialmente legati all’estetica e alla pulizia dei denti, che l’apparecchio rende più difficoltosa. Mantenere una buona igiene orale durante una cura ortodontica è fondamentale, perché altrimenti si mette a rischio la salute della bocca. Un altro effetto collaterale può essere legato alla sensazione di dolore, che si acuisce soprattutto nei giorni che seguono le visite di regolazione dell’apparecchio. Si tratta di un dolore assolutamente naturale, segno che la cura sta dando i suoi frutti e i denti stanno modificando, un po’ alla volta, la loro posizione.

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Gengivite: cause, sintomi e cure delle gengive infiammate

Una guida alla gengivite, la fastidiosa infiammazione delle gengive che, se trascurata può degenerare in parodontite. Conoscere cause, fattori di rischi della gengivite è fondamentale per rispondere con il giusto rimedio e curare al meglio la salute delle gengive.

Nella vita capita a tutti di attraversare periodi in cui si hanno gengive arrossate, gonfie, magari addirittura sanguinanti. È un fenomeno molto fastidioso, anche doloroso, e soprattutto da non sottovalutare. È probabile, infatti, che si tratti di una gengivite, magari non seria, destinata a sparire curando bene l’igiene orale, ma comunque da tenere sotto controllo. Ora vediamo perché.

Qui trovi raccolti tutti gli articoli dedicati alle gengive

Cos’è la gengivite, la temibile infiammazione delle gengive

Il termine gengivite indica un qualsiasi stato infiammatorio delle gengive. Solitamente, l’infiammazione gengivale è la spia di un malessere fisico a cui bisogna prestare molta attenzione, perché può essere un campanello di allarme per scovare disturbi anche molto importanti. Inoltre, se trascurata, una forte infiammazione dei tessuti delle gengive può degenerare in una patologia cronica come la parodontite e la conseguente malattia parodontale. Infine, è bene sottolineare che la gengivite può assumere forme anche molto serie, con conseguenze importanti sui denti e sulla bocca. Ecco un elenco delle tipologie più fastidiose:

  • Gengivite acuta ulcero necrotizzante;
  • Gengivite espulsiva;
  • Gengivite cronica;
  • Gengivite desquamativa;
  • Gengivite erpetica;
  • Gengivite ipertrofica;
  • Gengivite da stress.

Il rischio parodontite

Come detto, il principale motivo per cui non è opportuno sottovalutare l’insorgere di una gengivite, anche se lieve, è proprio il rischio che questa degeneri in parodontite. Quella che comunemente è conosciuta come piorrea, infatti, è una patologia dentale molto seria. Per approfondire, è consigliata la lettura di questa guida dedicata proprio alla malattia parodontale.

La gengivite nei bambini

Purtroppo, il fenomeno delle gengive infiammate può colpire fin da piccoli. I bambini, quindi, non sono esenti da possibile insorgenza di gengivite. Anzi, spesso sono molto esposti, se non abituati a lavare bene i denti. L’educazione all’igiene orale, quindi, è fondamentale fin da piccoli.

Ecco come insegnare ai bambini a lavarsi i denti

La gengivite in gravidanza

La gengivite è uno di quei disturbi che può comparire durante la gravidanza perché scatenata da un particolare ormone, il progesterone. Anche in questo caso, è importante tenere la situazione sotto controllo intensificando la cura dell’igiene orale.

In gravidanza è importante prendersi cura dei denti

Come riconoscere la gengivite: i sintomi

Ecco un elenco dei sintomi della gengivite, ai quali prestare attenzione:

 

Le cause che provocano l’infiammazione gengivale

Visti i sintomi, è importante anche approfondire le cause della gengivite e i possibili fattori di rischio. È importante, infatti, conoscerli per poter prevenire la malattia.

I principali responsabili delle infiammazioni alle gengive sono i batteri contenuti nella placca e nel tartaro, ecco perché si parla di gengivite batterica. Tra le possibili cause, però, ci sono anche eventi traumatici, come uno spazzolamento dei denti esageratamente energico o realizzato con uno spazzolino dalle setole troppo dure.

Ci sono poi delle condizioni personali che possono rendere il fisico più debole ed esposto all’attacco dei batteri e quindi mettere in una posizione di svantaggio anche le gengive. È il caso dello stress, o di tutte quelle malattie che provocano un abbassamento delle difese immunitarie. Anche i diabetici sono più esposti, così come coloro che si trovano in una fase della vita caratterizzata da squilibri ormonali, come le donne in gravidanza e gli adolescenti nella pubertà. Infine, vanno elencate anche alcune cattive abitudini tra i responsabili, come il fumo o una scarsa igiene orale.

I danni del fumo sui denti

Prevenire l’infiammazione delle gengive con l’igiene orale

La prima (e migliore) soluzione contro le malattie che colpisco denti e gengive è sempre la prevenzione e quindi un’attenta igiene orale. La gengivite non fa eccezione. Gli alleati dell’igiene orale sono tre: spazzolino, dentifricio e filo interdentale. All’occorrenza, si possono aggiungere anche scovolino e collutorio. Promemoria: i denti vanno lavati dopo ogni pasto e dedicandogli il giusto tempo.

Qui trovi tutti gli articoli dedicati all’igiene orale e alla salute della bocca

Come si cura la gengivite, rimedi e trattamenti

Il metodo di cura della gengivite dipende dalla gravità della situazione. I rimedi possono andare dalla semplice maggiore attenzione nella pulizia dei denti, fino all’igiene dentale professionale, magari eseguita da uno specialista in parodontologia, per andare a pulire bene le tasche parodontali.

Pulizia dei denti

Come visto, una corretta igiene orale è la cosa migliore per prevenire l’insorgere di disturbi alle gengive. Anche a gengivite iniziata, però, pulire con accuratezza la bocca è fondamentale.

Ecco gli accorgimenti da seguire:

  • Spazzolare i denti dopo ogni pasto, utilizzando uno spazzolino a setole morbide, per non aggravare il gonfiore e l’infiammazione gengivale, magari provocando sanguinamento;
  • Passare il filo interdentale;
  • Fare sciacqui con collutorio specifico (su consiglio del proprio dentista di fiducia).

Rimedi naturali

Il gonfiore e l’irritazione gengivale si possono alleviare anche con dei rimedi naturali: aloe in gel, malva, calendula, astragalo.

Rimedi farmacologici

Per quanto riguarda la terapia con farmaci, possono essere utilizzati, previa prescrizione, antibiotici non steroidei.

Pulizia dei denti professionale

Un’igiene dentale approfondita e professionale è spesso la strada obbligata. È importante, infatti, andare a rimuovere radicalmente la placca e il tartaro depositati sui denti.

Igiene dentale professionale presso lo Studio Odontoiatrico Puzzilli


Bera acqua fa bene ai denti e alle gengive

Bere acqua fa bene anche ai denti e alle gengive, oltre che a tutto il corpo. I benefici di una corretta idratazione sulla salute orale sono molteplici: la bocca si mantiene pulita e si difende meglio da placca e batteri, mentre i denti sono rinforzati da calcio e fluoro.

Uno dei consigli medici più diffusi, anche fuori dal mondo dell’odontoiatria, è quello di bere acqua a sufficienza durante la giornata. Purtroppo, però, è anche una delle buone abitudini più trascurate, spesso per poca attenzione. Il quantitativo ideale di acqua da consumare in un giorno varia a seconda di numerosi fattori (sesso, età, peso corporeo) ma diciamo che i classici due litri rappresentano un buon compromesso. Eppure, per molte persone si tratta un traguardo difficile da raggiungere. I vantaggi che si possono avere consumando abbastanza acqua sono molteplici. Questo articolo si sofferma solo su quelli che riguardano denti e gengive (che non sono pochi).

Acqua in bocca, per un sorriso sempre pulito e splendente

Il primo motivo per cui vale la pena bere a sufficienza può sembrare banale nella sua semplicità: l’acqua aiuta a mantenere pulita la bocca. Il meccanismo che consente questo effetto di pulizia, però, è meno scontato di quello che si può pensare. Se da una parte, infatti, l’acqua porta via parte dei residui di cibo, è bene sottolineare che il suo ruolo non si ferma qui, ma si spinge molto oltre. La giusta idratazione orale, infatti, stimola la produzione di saliva, che è la vera “guardia” del corpo dei denti. La salivazione, infatti, contrasta la presenza di batteri e quindi la formazione di placca e tartaro, responsabili delle carie e dei disturbi gengivali. Senza contare che, in questo modo, si evitano anche molti disturbi collaterali, come bocca secca o alitosi. Inoltre, questa azione benefica di pulizia protegge anche l’estetica dei denti, che possono tendere a ingiallire a causa di cibi particolari (come il caffè) o di cattive abitudini (come il fumo).

Leggi anche: Denti bianchi e alimentazione

Calcio e fluoro per la salute orale

L’altro motivo che rende l’acqua una valida alleata dell’igiene orale va ricercato nelle sostanze che contiene. Il riferimento, in particolare, è a calcio e fluoro. Entrambe, infatti, favoriscono il sano sviluppo dei denti, rinforzando lo smalto. Questo consente di prevenire la formazione delle carie e arginare anche le infiammazioni delle gengive. Non a caso, quando l’organismo è particolarmente carente di calcio o di fluoro, un professionista medico può anche prescrivere un adeguato utilizzo di integratori specifici.

Leggi di più sull’importanza del fluoro per i denti


Salute dei denti in estate

Estate e denti, le buone abitudini non vanno in vacanza

Durante l’estate si tende a trascurare la cura dei denti. Niente di più sbagliato. I pericoli per la salute orale, infatti, non spariscono con l’inizio delle belle giornate. Anzi, le minacce aumentano: il caldo, la minore attenzione alla pulizia dei denti, il cambio di abitudini alimentari. Con un po’ di cura, però, si può tenere tutto sono controllo e mantenere un sorriso impeccabile anche in vacanza.

Chi fa il dentista lo sa bene: l’estate non è affatto un periodo tranquillo per la salute dentale. Accade spesso, infatti, che inattesi e dolorosi disturbi sorgano proprio nei mesi caldi: mal di denti improvvisi, ascessi, problemi gengivali. Fenomeni che non sono frutto di un destino dispettoso, che si diverte a seminare il panico proprio durante le ferie, ma che nascono da una serie di atteggiamenti sbagliati che si tende a compiere proprio quando si è in vacanza. Niente paura, però, perché la prevenzione può mettere al riparo dalla maggior parte di questi rischi.

Perché l’estate mette a rischio la salute dei denti?

Per capire come fare per evitare inconvenienti dentali durante le vacanze, è utile ragionare sulle possibili cause. Cosa succede, in estate, che può mettere a repentaglio il sorriso? Le problematiche possono essere di due tipi, da una parte dei fattori esterni (il caldo e il sole), dall’altra delle l’acuirsi o l’insorgere di cattive abitudini.

Caldo ed esposizione solare

L’aumento delle temperature, ad esempio, favorisce la proliferazione dei batteri, responsabili di molti problemi ai denti, come placca, tartaro, carie e infiammazioni gengivali. Quindi, esporsi per molte ore al sole può peggiorare la situazione.

Cattive abitudini alimentari

I problemi più seri, però, arrivano dalle cattive abitudini alimentari che si tende ad avere durante i mesi caldi. Complici gli aperitivi all’aperto in riva al mare o le passeggiate serali in centro città, ci si ritrova a consumare con molta frequenza cibi e bevande ricche di zuccheri, che non aiutano la salute dentale. Dai gelati ai cocktail (alcolici e non), l’estate è piena di insidie.

Per saperne di più: Denti bianchi e alimentazione

Igiene orale più difficile

A peggiorare la situazione, contribuisce il fatto che, durante le vacanze, alle cattive abitudini alimentari si aggiunge una minore attenzione per l’igiene orale. Quando si è spesso fuori casa, infatti, si tende a non lavare con la giusta frequenza i denti o a non spendere tempo con il filo interdentale.

Leggi anche: Come lavare bene i denti

Sorriso in salute anche in estate, il decalogo per vacanze tranquille

Elencati i possibili problemi, veniamo alle soluzioni, che per fortuna ci sono e sono semplici da attuare. Si tratta di piccole accortezze che non costano fatica ma che portano moltissimi benefici.

Ecco le 5 regole da seguire per un’estate davvero con il sorriso:

  • Prima di partire, prenotare un controllo dal proprio dentista di fiducia e magari anche una seduta di pulizia professionale
  • Evitare di esporsi al sole nelle ore più calde e per un tempo prolungato (tra l’altro, è un comportamento che fa bene anche alla pelle e alla salute generale del corpo)
  • Bere molta acqua
  • Creare un kit da viaggio per l’igiene orale con strumenti di qualità (spazzolino, dentifricio e filo interdentale)
  • Lavarsi i denti frequentemente e con attenzione, soprattutto se si consumano cibi e bevande ricchi di zucchero

impianto dentale a carico immediato

Impianto a carico immediato, la soluzione per tornare subito a sorridere

Con un impianto a carico immediato non è necessario aspettare mesi per sostituire un dente mancante. Questo permette di recuperare velocemente il proprio sorriso, con effetti benefici sia estetici che funzionali. L’implantologia a carico immediato si realizza mediante un’operazione chirurgica in anestesia locale, non dolorosa. Vediamo di cosa si tratta, quanto costa e in quali condizioni è praticabile.

Quando si parla di impianti per denti si entra in un campo in cui estetica e funzionalità camminano in parallelo. La mancanza di un dente, infatti, è senza dubbio un problema di bellezza. Chi non ci è mai passato, riesce a immaginare solo in parte l’imbarazzo che si prova a scoprire il sorriso sapendo che c’è un “buco” che lo rende meno gradevole. Ancora più importanti, però, sono le conseguenze negative sulla salute che la mancanza di un dente comporta. Quell’“assenza”, infatti, si traduce in una scorretta chiusura delle arcate dentali e quindi malocclusione, con tutto ciò che significa. Quindi, la mancanza di denti deve essere per forza colmata. Le strade possibili sono due: le protesi mobili (dentiere) e gli impianti fissi. Ovviamente, la seconda soluzione è quella più efficace e soddisfacente, perché elimina anche molti motivi di disagio. Non tutti gli impianti, però, sono uguali. Ad oggi, la soluzione più innovativa è rappresentata dagli impianti a carico immediato.

Leggi anche: I disturbi dell’ATM

Impianto a carico immediato: definizione, tipologie e costo

Come rivela già il nome, gli impianti a carico immediato hanno la caratteristica essenziale di permettere il rapido inserimento del dente sostitutivo. L’implantologia realizzata con tecniche tradizionali, infatti, richiede diversi mesi per essere completata. Un periodo di tempo lungo, durante il quale si rimane “senza dente”, perché quello naturale è stato estratto e quello nuovo non può essere applicato subito. Questo periodo di attesa, invece, sparisce negli impianti a carico immediato. La guarigione, infatti, è molto rapida e il dente nuovo è impiantato subito dopo (con un intervallo massimo di 72 ore) aver rimosso il vecchio.

Pro e contro

La rapidità di esecuzione e la perfetta resa estetica e funzionale sono senza dubbio i due principali vantaggi garantiti da un impianto a carico immediato. Di svantaggi, in realtà, non ne esistono, se non legati a casi in cui, in realtà, non sarebbe stato consigliabile procedere con questa tecnica (ecco perché la valutazione deve essere affidata a un professionista).

Le diverse tipologie

Se l’immediatezza è la caratteristica generale, all’interno di questa categoria convivono varie tipologie di implantologia a carico immediato. La differenza risiede soprattutto sul numero di denti coinvolti e sul numero di impianti necessari. Quando a mancare sono più denti, infatti, si può ricorrere ad impianti multipli oppure optare per alternative più sofisticate, come il Toronto Bridge (conosciuto anche come tecnica all on four). In questo caso, quattro impianti possono sostenere fino a 12 denti. Discorso analogo con la all on six, che prevede sei impianti.

Quanto costa?

Il costo di un impianto dentale a carico immediato non può essere predeterminato, perché dipende dalla situazione specifica (numero di denti da sostituire, numero di impianti da inserire, ecc). Un preventivo preciso, quindi, può e deve essere fatto da un odontoiatra specializzato solo dopo un’attenta fase di studio.

Leggi anche: La devitalizzazione del dente

Le condizioni necessarie per procedere all’impianto

Purtroppo, però, non sempre l’impianto a carico immediato è una soluzione praticabile. Perché si possa procedere devono sussistere le seguenti condizioni:

  • presenza di una sufficiente quantità d’osso;
  • stabilità degli impianti inseriti;
  • buono stato parodontale (quindi gengive in salute);
  • assenza totale di bruxismo.

Leggi anche: Gli effetti dei problemi dentali sulla postura

Come si realizza un impianto a carico immediato

La realizzazione di un impianto a carico immediato avviene attraverso un’operazione chirurgica realizzata in anestesia locale. Durante l’intervento vendono inseriti gli impianti nell’osso, in modo da creare la base per il successivo incardinamento dei denti. Si tratta di un’operazione assolutamente non dolorosa.

Cioè che è fondamentale è tutta la fase di studio che precede l’operazione chirurgica. Durante questo percorso, infatti, si identifica con esattezza il punto in cui inserire l’impianto, in modo da poter procedere più spediti durante l’intervento. Una programmazione così precisa è possibile grazie all’uso di tecnologie avanzate di rilevazione delle impronte dentali. Tutti, infatti, avviene mediante scanner digitale, preciso e non invasivo.

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Affollamento dentale, cos’è e come si può risolvere

Cosa si intende per affollamento dentale? Come si cura? In questo approfondimento vengono affrontate tutte le principali questioni legate ai denti affollati: dalle cause che li generano fino alle conseguenze sulla salute della bocca e del corpo. Inoltre, vengono passati in rassegna i principali rimedi: ortodonzia negli adulti e nei bambini, estrazione e faccette dentali.

Ci sono bocche che sembrano avere troppi denti. Ovviamente, si tratta solo di un’impressione, dovuta a un problema di affollamento dentale. Non sono i denti a essere in numero eccessivo ma è lo spazio che li ospita a non essere sufficiente. La soluzione? “Fare posto”, utilizzando strumenti odontoiatrici diversi. Ma è meglio procedere con ordine, capendo prima di cosa si sta parlando.

Cos’è l’affollamento dentale

La definizione di affollamento dentale è piuttosto semplice, perché evidente dal nome stesso: lo spazio della mandibola non è sufficiente ad accogliere tutti i denti nella giusta posizione. I denti, quindi, sono affollati, magari anche accavallati o parzialmente ruotati. Si tratta di un disturbo piuttosto diffuso, che ovviamente può essere grave, moderato o leggero. Di solito, si manifesta fin da bambini, al momento del passaggio dai denti da latte a quelli definitivi.

Le cause (h3)

Le cause dell’affollamento dentale possono essere diverse:

  • ossee: legate allo sviluppo della mandibola, che si presenta più “piccola” del normale, quindi non in grado di fare posto bene ai denti;
  • dentarie: in questo caso, invece, ad essere troppo “grandi” rispetto al normale sono proprio i denti, che quindi non trovano spazio nella struttura ossea;
  • miste: una combinazione delle due casistiche precedenti.

Alla base, ci sono molto spesso fattori genetici ed ereditari che determinano una particolare conformazione della bocca. Sul manifestarsi dell’affollamento dentale, però, possono incidere anche delle cattive abitudini in età infantile, come l’uso prolungato del ciuccio o il vizio di tenere il dito in bocca.

Le conseguenze

Un sorriso caratterizzato da affollamento dentale, soprattutto se grave, non è bello da vedere. Il difetto estetico, però, è solo l’ultimo dei problemi. I denti affollati, infatti, hanno molte conseguenze negative sulla salute della bocca e del corpo in generale.

In primo luogo, una bocca affetta da affollamento dentale è più difficile da tenere pulita. I denti, molto serrati tra loro e magari in posizione anomala, sono più difficili da raggiungere con spazzolino, dentifricio e filo interdentale. L’igiene orale, quindi, si complica e questo lascia campo libero all’azione di placca e tartaro e, di conseguenza, alle carie. Inoltre, anche le gengive possono subire ripercussioni a cascata (es: gengivite).

Ci sono poi tutti i problemi legati al possibile manifestarsi di malocclusioni dentali. Come già sottolineato, infatti, i denti, quando costretti in uno spazio insufficiente, tendono ad assumere posizioni scorrette e questo può ostacolare la corretta chiusura della bocca, con una serie di effetti negativi a cascata su masticazione, respirazione, deglutizione, postura. All’affollamento dentale possono essere connessi i cosiddetti disturbi dell’ATM, il bruxismo ma anche forme croniche di mal di testa e mal di schiena.

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Come curare e risolvere l’affollamento dentale

I possibili rimedi per risolvere problemi di affollamento dentale sono riconducibili a tre categorie:

La scelta della soluzione più idonea dalla gravità dell’affollamento, dall’età del paziente e dalle sue esigenze estetiche e funzionali.

Ortodonzia intercettiva nei bambini

L’affollamento dentale è il classico caso in cui può svolgere al massimo i suoi effetti un progetto di ortodonzia avviato in età infantile (cosiddetta ortodonzia intercettiva). Quando il bambino è nella fase di sviluppo, infatti, grazie ad apparecchi fissi e/o mobili, si può incidere sulla conformazione ossea, favorendo la creazione di uno spazio adeguato per i denti. In circostanze del genere, si rivelano molto utili gli apparecchi ortodontici funzionali.

Ortodonzia per adulti: apparecchio tradizionale, linguale o trasparente

D’altra parte, l’ortodonzia è la soluzione di riferimento anche per risolvere i casi di affollamento dentale negli adulti. Però, superata l’età dello sviluppo, le possibilità di azione si riducono, perché non è più possibile intervenire sulle ossa, se non in modo estremamente marginale. In questi casi, i vari tipi di apparecchio sono utili per favorire un riposizionamento dei denti e un loro raddrizzamento.

Le opzioni in campo sono:

  • ortodonzia tradizionale: apparecchi fissi o mobili di tipo classico, quindi più o meno visibili;
  • ortodonzia linguale: apparecchi fissi agganciati nella parte interne dei denti, in modo da renderli poco visibili all’esterno;
  • ortodonzia trasparente: apparecchi mobili che si applicano sopra le arcate dentali e risultano esteticamente poco invasivi.

La scelta del tipo di ortodonzia è influenzata dalla situazione specifica che il dentista si trova davanti.

Faccette dentali

Le faccette dentali sono un rimedio di tipo estetico. Il loro compito, infatti, non è di riposizionare il dente ma di coprire l’inestetismo. Per questo motivo, possono essere utilizzate solo nei casi di affollamento dentale lieve.

Estrazione dentale

L’estrazione di uno o più denti rappresenta una soluzione estrema ma praticabile nei casi di sovraffollamento grave. Consente, infatti, di creare spazio, per poi andare a riposizionare la dentatura, attraverso l’ortodonzia.

Stripping dentale

Infine, senza dover ricorrere all’estrazione dei denti, quando il sovraffollamento è moderato si può ricorrere allo stripping dentale. Si tratta di una limatura minima del dente che consente di creare spazio e riposizionarlo.

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Gengive arrossate, cause e rimedi

Le gengive arrossate sono sintomo di un’infiammazione in corso, che spesso si accompagna anche a gonfiore, dolore, sensibilità dentale e sanguinamento. Le cause possono essere diverse, a volte si tratta di un semplice problema di igiene orale, in altri casi, invece, gengive rosse possono indicare la presenza di patologie serie come gengivite, parodontite, o anche diabete e malnutrizione. L’igiene orale è il primo e più efficace rimedio contro questo disturbo.

Nella salute complessiva della bocca, le gengive svolgono un ruolo fondamentale, anche se spesso poco riconosciuto. Ecco perché è importante prestare attenzione alle loro condizioni e non trascurarle. Uno dei primi segnali che devono far sospettare la presenza di qualcosa che non va è il cambio di colore. Le gengive, infatti, in condizioni normali, sono rosa e hanno un aspetto compatto, con perfetta aderenza alla corona dentaria. Le gengive arrossate, quindi, sono un’anomalia che deve suonare come un campanello di allarme. Di sicuro, infatti, è in corso un’infezione gengivale, che più essere più o meno grave ma che sicuramente non va ignorata. L’arrossamento delle gengive può anche essere accompagnato da altri sintomi: gonfiore, sanguinamento, dolore al passaggio di spazzolino e filo interdentale, aumentata sensibilità dei denti al caldo e al freddo.

Quali sono i principali disturbi gengivali

Le cause delle gengive arrossate e le possibili patologie associate

Per poter curare l’infiammazione, però, bisogna capire quali sono le cause delle gengive arrossate. DI sicuro, nella bocca c’è un’eccessiva presenza di batteri. Una prima ipotesi, quella più comune e anche più facilmente risolvibile, è che il problema sia una scarsa igiene orale. I denti vanno lavati tutti i giorni, più volte al giorno e con la giusta tecnica, altrimenti placca e tartaro rischiano di prendere il sopravvento. Attenzione, però, una precisazione è d’obbligo: lavare bene i denti non significa strofinarli troppo energicamente con lo spazzoli. In questo modo, infatti, si rischia di fare peggio e di aggravare l’arrossamento delle gengive, irritandole.

Ecco come lavare bene i denti

D’altra parte, le gengive rosse possono indicare la presenza di altre patologie. È il caso di specifiche malattie dentali, come la gengivite e la parodontite. In entrambe i casi, è bene fare molta attenzione e rivolgersi al proprio dentista di fiducia per intraprendere un adeguato percorso di cura.

Ci sono poi casi in cui le gengive arrossate sono causate da disturbi non strettamente connessi con i denti:

  • Malnutrizione (come nei casi di anorressia);
  • Diabete;
  • Leucemia;
  • Scorbuto;

Cosa fare contro l’arrossamento delle gengive: prevenzione e rimedi

Il modo migliore per curare gengive arrossate è prevenire. Un’affermazione quasi scontata in medicina, ma che vale la pena di ribadire. Nel concreto, questo significa una corretta igiene orale, realizzata con gli strumenti giusti: spazzolino, dentifricio, filo interdentale e collutorio. Altra buona abitudine è quella di astenersi dal fumo e dal consumo di alcolici. Infine, ottima forma di prevenzione sono i periodici appuntamento per l’igiene dentale professionale.

D’altra parte, la pulizia dei denti è anche un’ottima cura per gengive già infiammate, magari scegliendo prodotti appositi, come uno spazzolino con setole morbide o un collutorio con adeguata azione disinfettante. Inoltre, possono essere di supporto (senza sostituirsi, però, a soluzioni professionali) anche alcuni rimedi naturali, come aloe, salvia, menta e thè verde.

La cosa più importante, però, è rivolgersi a un dentista, l’unico in grado di verificare l’eventuale presenza di patologie che necessitano di interventi mirati, come gengivite e parodontite.

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