Paura del dentista? Ecco come superarla
Chi ha paura del dentista? La risposta è molti, purtroppo. E questo terrore è spesso motivo di trascuratezza e quindi di una bocca poco sana. Conoscere le cause dell’odontofobia è il primo passo per affrontarla e superarla. Tre saggi consiglio possono essere un aiuto ulteriore.
La paura del dentista (che in gergo tecnico si chiama odontofobia) è più diffusa di quanto si possa pensare, e non solo tra i bambini. Ci sono anche moltissimi adulti, infatti, che evitano il dentista il più possibile, almeno fino a quando il dolore di un ascesso non li costringe sulla poltrona dello specialista.
Il rischio più grave della paura dell’odontoiatra è proprio questo: evitare di prendersi cura dei propri denti per non avere a che fare con trapano e siringhe. Un atteggiamento assolutamente sbagliato, che rischia di minare in modo serio la salute di una delle cose più importanti: la bocca.
L’esperienza di molti dentisti racconta di pazienti arrivati nel loro studio odontoiatrico in condizioni pessime e al limite dell’irrecuperabile. Tutto perché non avevano mai trovato la forza di affrontare la loro paura. Eppure, in molti casi, basta davvero poco. Vediamo come, partendo dalle cause.
L’importanza di lavarsi bene i denti
Perché il dentista ti fa paura?
Ti sei mai chiesto dove nasce la tua paura del dentista? Capirlo è importante, rappresenta il primo passo per superare questa fobia. Ciò che fa paura, solitamente, è il dolore, amplificato da un luogo asettico e pieno di odori oggettivamente fastidiosi. Quando si pensa allo studio dentistico si visualizza, come primo oggetto, il trapano. O magari le pinze che servono ad estrarre i denti. Come si fa a non avere paura?
Il problema si fa ancora più grave se nel proprio passato ci sono brutte esperienze, vissute proprio su quella fatidica poltrona. Un’estrazione particolarmente sofferta, un intervento realizzato con anestesia insufficiente, a volte anche una pulizia dei denti poco attenta. Sono tutti episodi che possono far nascere la paura del dentista.
In molti casi, poi, a peggiorare un timore già esistente può contribuire il carattere freddo e distaccato di un dentista con poca empatia. Il rapporto tra paziente e odontoiatra, infatti, è molto delicato e va costruito su una base di profonda fiducia. Se viene a mancare, la paura può affacciarsi prepotente.
Come superare la paura del dentista: 3 consigli da mettere in pratica subito
Se è vero che la paura del dentista è associata soprattutto ai concetti di dolore e fiducia, è proprio partendo da qui che si possono individuare alcune soluzioni.
Non vergognarti. La prima e più efficace risposta all’odontofobia è ammetterla e non vergognarsene. In fondo è qualcosa di molto comune. Normalizzare questa paura significa anche darle meno importanza. Hai paura di andare dal dentista? Fatti accompagnare da un familiare o da un amico. Non c’è nulla di strano. La poltrona ti mette ansia? Dillo subito al dentista, si preoccuperà lui di tranquillizzarti.
Scarica la tensione. Con pochi piccoli trucchi si può distrarre la mente dal pensiero fisso del dolore e rilassarsi. Arrivare con un po’ di anticipo all’appuntamento può essere utile per abbassare l’ansia. Così come sfogliare una rivista o ascoltare la propria musica preferita mentre si attende il turno.
Scegli il dentista giusto. La scelta del professionista a cui rivolgersi è forse la cosa più importante. Non ti trovi bene con il tuo attuale dentista? Cambialo senza remore. Come già detto, il “feeling” è importante. Quando ci si siede su quella poltrona bisogna avere la percezione di essere nelle mani di una persona affidabile, calma, disponibile. Ovviamente deve essere anche bravo, non c’è bisogno di specificarlo.
Il dentista e i bambini: la prima visita
Odontofobia e sedazione cosciente
Anche la tecnologia viene incontro a chi vuole superare la paura del dentista. Un ottimo rimedio per chi proprio non riesce a tranquillizzarsi, infatti, è rappresentato dalla sedazione cosciente, praticata ormai in moltissimi studi odontoiatrici.
Con un’apposita mascherina, al paziente viene fatta inalare una miscela di ossigeno e protossido di azoto. Il trattamento lo lascia perfettamente cosciente, ma pervaso da una sensazione di rilassatezza e tranquillità, che poi scompare rapidamente. La sedazione cosciente è totalmente indolore senza controindicazioni, quindi adatta a tutti i pazienti, anche bambini.
Leggi l'approfondimento sulla sedazione cosciente
Come mantenere i denti bianchi, tra falsi miti e veri consigli
I denti bianchi sono una delle caratteristiche estetiche più ambite. Tutti vogliono avere un sorriso smagliante e immacolato, e per averlo si è spesso disposti a seguire i consigli del guro di turno. Il web è pieno di rimedi naturali e soluzioni della nonna che promettono di avere denti bianchi come i vip. Funzionano davvero? Hanno qualche controindicazione? Meglio fare chiarezza tra tanti falsi miti, selezionando solo i consigli affidabili.
Voglio mantenere i denti bianchi. Quante volte ce lo siamo ripromesso? Magari dopo una soddisfacente seduta di sbiancamento, capace di restituire candore al sorriso. Il desiderio di salvaguardare quella brillantezza, sinonimo di salute e bellezza, è molto forte, sia negli uomini che nelle donne. Però non è facile.
Per capire come fare, molti si riversano su internet e chiedono a Google, alla ricerca di un segreto nascosto chissà dove. Online, sull’argomento, si trova davvero di tutto. Rimedi dispensati da improbabili guru e consigli medici fondati. Un caso in cui è difficile orientarsi e in cui sembrano dominare i rimedi facili, magari spacciati per naturali o per vecchie tradizioni usate dalla nonna. Una confusione in cui è necessario fare ordine, per non rischiare di rendere i denti bianchi ma mettendo a repentaglio la salute.
Come avere i denti bianchi: i rimedi naturali e quelli “della nonna”
Le soluzioni più gettonate per sbiancare i denti a casa sono senza dubbio i rimedi naturali, spesso intrecciati con quelli “della nonna”. E nel 90% dei casi, queste soluzioni prevedono l’uso di almeno uno di questi “ingredienti”: bicarbonato, acqua ossigenata e limone. A questi possono aggiungersi rimedi particolari, come arancia e salvia. Vediamoli uno ad uno.
Bicarbonato. È il protagonista assoluto. L’uso del bicarbonato viene di solito consigliato al posto del dentifricio, da strofinare sui denti con lo spazzolino (dopo averlo mescolato ad un po’ d’acqua e magari del succo di limone). In altri casi, invece, se ne suggerisce l’uso come se fosse un collutorio, per risciacqui finali. Ci sono però delle controindicazioni, che vanno tenute in considerazione. Se abusato può consumare lo smalto, causare sensibilità dentinale e alterare la flora batterica. Conclusione? Meglio evitarlo o avvalersene molto di rado.
Acqua ossigenata. Anche in questo caso, c’è chi consiglia di strofinarla sui denti. L’effetto sbiancante dell’acqua ossigenata è migliore del bicarbonato, gli effetti collaterali sono peggiori. Si tratta, infatti, di una sostanza molto aggressiva. Senza contare che bisogna stare bene attenti a non ingerirla e risciacquare con estrema cura.
Arancia e limone. La buccia di arancia e limone, strofinata sui denti al lato bianco, aiuta a preservare la brillantezza. Risulta, però, anche aggressiva verso lo smalto (soprattutto il limone) e una pessima idea per chi soffre di denti sensibili.
Salvia. Anche in questo caso, bisogna strofinare le foglie di salvia sui denti. Gli effetti collaterali di un uso smodato e prolungato, però, sono sempre quelli: irritazione e sensibilità dentinale.
I dentifrici sbiancanti
Dai rimedi naturali vecchio stile a quelli commerciali di nuova produzione: i dentifrici sbiancanti. Gli scaffali dei supermercati ne sono pieni e le pubblicità promettono miracoli. La verità è molto meno rosea. Il problema, infatti, è sempre lo stesso.
Il principio su cui si basa l’effetto sbiancante di questi speciali dentifrici e simile a quello di molti rimedi della nonna: un’azione abrasiva della superficie dentale. Una specie di scrub fatto sullo smalto dei denti, che serve a rimuovere le macchie. Il problema è che assottiglia anche lo smalto stesso, con tutto ciò che ne consegue, in senso negativo, sul lungo periodo.
Denti bianchi, qualche buon consiglio
Al netto dei falsi miti e delle mezze verità elencate fino ad ora, qualcosa di può fare per mantenere i propri denti bianchi. È bene però essere consapevoli che l’unica vera forma di sbiancamento, che può restituire brillantezza unica al sorriso, è quella professionale, fatta da un dentista.
Leggi di più sullo sbiancamento denti professionale
Ciò non toglie che, tutti i giorni, nel proprio quotidiano, si può lavorare per conservare meglio quella pulizia del sorriso. Ecco tre consigli veri, sinceri ed efficaci.
- Lavare bene i denti. I denti vanno lavati con una tecnica precisa e più volte al giorno. Non c’è nulla di più utile per mantenerli bianchi e lucidi. Qui puoi trovare i consigli per pulirli bene con spazzolino, dentifricio e filo interdentale.
- Sottoporsi periodicamente alla pulizia dei denti. Una visita dall’igienista ogni sei mesi è una buona abitudine che tutti dovrebbero avere.
- Niente fumo. Sigarette, sigari e tabacco sono la principale causa di ingiallimento dei denti e comparsa delle macchie. Eliminarli fa bene al sorriso e alla salute.
- Attenzione a ciò che si mangia e si beve. Ci sono cibi e bevande che, a causa della loro particolare pigmentazione o per l’acidità, possono contribuire a “sporcare” il candore dei denti. Sul banco degli imputati ci sono soprattutto caffè, bibite gassate e/o alcoliche, senape, aceto e simili.
Odontoiatria metal free, via il metallo dalla bocca
Uno degli elementi caratterizzanti dell’odontoiatria olistica è l’approccio metal free. Niente metallo in bocca. Sono banditi, quindi, tutte le protesi e gli apparecchi metallici, sostituiti con materiali atossici, più rispettosi del corpo umano. Una scelta di salute, oltre che di bellezza.
L’approccio olistico, applicato all’odontoiatria, punta ad allargare l’orizzonte del dentista, chiedendogli di non focalizzarsi solo sulla bocca e sulla dentatura. Infatti, i denti, la loro forma e la loro posizione sono strettamente connessi con il funzionamento di tutto il corpo. Una visione di insieme, che guarda al benessere complessivo dell’individuo e non lo separa in compartimenti stagni. La scelta “metal free” (letteralmente “senza metallo”) rientra perfettamente in questo orizzonte, perché prende in considerazione gli effetti sul fisico che possono derivare dall’uso di protesi e apparecchi in metallo, da parte del dentista.
Leggi di più sull’odontoiatria olistica
Tutelare salute ed estetica con l’odontoiatria metal free
Cosa significa, quindi, essere un dentista metal free? La risposta è semplice: eliminare completamente i metalli dalla bocca dei pazienti. Niente corone e protesi metalliche, e niente ganci o fili di ferro per costruire gli apparecchi per l’ortodonzia.
Un obiettivo possibile da raggiungere grazie al supporto delle nuove tecnologie. I vecchi materiali, tradizionalmente utilizzati negli studi dentistici, infatti, sono stati sostituiti da nuove sostanze. Per gli impianti, ad esempio, si utilizzano con successo resina, ceramica e zirconia. In ortodonzia, invece, sono sempre più diffusi gli apparecchi invisibili (come Invisalign), realizzati in un materiale trasparente non metallico.
Ortodonzia invisibile, come funziona?
Tra l’altro, l’efficacia di queste nuove soluzioni è migliore delle precedenti anche da un punto di vista estetico, perché sono materiali molto più facili da “nascondere”.
I benefici della scelta metal free
Le ragioni che stanno spingendo sempre più dentisti verso la scelta metal free sono legate al rispetto della salute del paziente. In medicina, infatti, ci si interroga molto, e con preoccupazione, sulle relazioni esistenti tra corpo umano e metalli. Alcune di queste connessioni, dannose per la salute, sono ormai accertate, altre sono ancora in fase di studio.
Di certo, però, evitare che del metallo sia presente in una zona delicata come la bocca non può che avere risvolti positivi. Ad esempio, la saliva, a contatto con una capsula metallica, dà vita ad un’azione corrosiva e libera ioni di metallo, che entrano in circolo nell’organismo, con effetti imprevedibili, soprattutto nel lungo periodo. Senza contare poi i disturbi localizzati, come gengiviti, bruciori, afte e simili. Viceversa, le protesi e gli apparecchi metal free sono assolutamente atossici.
Quindi, scegliere un dentista che applica l’approccio metal free dell’odontoiatria olistica significa fare su sé stessi e sulla propria salute un’azione di prevenzione, evitando il contatto con sostanze potenzialmente nocive. Il corpo ringrazierà.
Sindrome da Biberon, denti da latte cariati per colpa delle cattive abitudini
Veder comparire delle carie già sui dentini da latte del proprio bambino è motivo di grande preoccupazione per mamma e papà. Se poi le carie si moltiplicano l’allarme diventa molto serio. In questi casi, si parla di Sindrome da Biberon (o Baby Bottle Syndrome o carie da biberon), vera e propria patologia causata da poca igiene orale e da alcune cattive abitudini legate appunto al biberon (e al ciuccio). Come rimediare?
Sindrome da Biberon, cos’è e perché non va trascurata
Possono il biberon e il ciuccio essere la causa delle carie ai denti? Purtroppo sì. Ovviamente non sono loro i diretti responsabili, ma il modo in cui vengono utilizzati. È il caso della cosiddetta Sindrome da Biberon (o carie da biberon), conosciuta anche come Baby Bottle Syndrome. Una patologia a tutti gli effetti, che comporta la comparsa di diverse carie sui denti da latte. Si manifesta, allo spuntare dei primi dentini, in bambini molto piccoli, anche al di sotto dei 4 anni.
La Sindrome da Biberon è una malattia molto più diffusa e molto più seria di quanto si possa pensare, perciò non bisogna trascurarla. I dentini cariati sono un problema che va affrontato. Pensare che non ci sia da preoccuparsi perché sono destinati a cadere è sbagliato.
Leggi di più: I dentini cariati, cosa fare
Le cause delle carie da biberon: cattive abitudini e poca igiene orale
Dietro al manifestarsi delle carie sui denti di bambini così piccoli ci sono delle cattive abitudini che i genitori tendono a concedere ai figli. Le cause della Sindrome da Biberon, infatti, sono legate a un uso sbagliato del biberon e del ciuccio. Ad esempio, molti bambini sono abituati ad addormentarsi attaccati al loro biberon pieno di latte. Altri si tranquillizzano solo quando gli viene dato un ciuccio cosparso di zucchero. Abitudini assolutamente non sane, che vanno evitate.
L’altro problema è legato alla scarsa igiene orale. Lavare i denti ad un bimbo, o insegnargli a farlo da solo, può essere molto complicato. Spazzolino e dentifricio danno fastidio, non sono “giocattoli” che piacciono. Però è una buona abitudine che va introdotta nella vita dei figli fin da subito, perché li tiene al riparo da tantissimi disturbi.
Qualche consiglio per insegnare ai bambini a lavarsi i denti
Come si cura la Sindrome da Biberon
In odontoiatria, come in tutta la medicina, prevenire è sempre meglio che curare. Nel caso della Sindrome da Biberon questo principio vale anche doppio, perché purtroppo una vera e propria cura non c’è, non si può tornare indietro. Certo, si può andare dal dentista e valutare l’estrazione o la rimozione della carie, ma il dente non tornerà sano come prima.
Ecco perché è la prevenzione la vera cura della Sindrome da Biberon. E le regole da seguire sono davvero poche:
- Niente cattive abitudini: via il biberon la notte, o al massimo riempito di sola acqua, e niente zucchero (o altre sostanze simili) sul ciuccio;
- Curare l’igiene orale: i denti dei bambini, anche quando piccolissimi, vanno lavati almeno una volta al giorno;
- Alimentazione sana: la presenza di sostanze zuccherine va ridotta al minimo, ne beneficeranno non solo i denti, e i dolci è meglio sostituirli (in parte) con tanta buona frutta (e verdura).
Il dentista dei bambini – Scopri di più
Spazzolino da denti per bambini, i consigli per sceglierlo
La scelta dello spazzolino da denti per un bambino è importante come per gli adulti. Forse anche di più, perché è il primo passo verso una buona educazione all’igiene orale. Ma quali sono le caratteristiche che bisogna guardare per scegliere lo spazzolino per bambini migliore? Si può optare anche per uno elettrico o è preferibile quello manuale? Vediamolo insieme agli esperti dello Studio Puzzilli.
Educare i bambini, fin da piccoli, a lavarsi bene i denti è fondamentale. La salute della bocca si costruisce già nei primi anni di vita, e le buone abitudini vanno apprese presto. Meglio, allora, se tra il bimbo e il suo spazzolino si crea subito un bel rapporto, quasi un gioco. Ecco perché la scelta di questo piccolo ma fondamentale strumento deve essere fatta con cura. Chi ben comincia è a metà dell’opera.
Ecco come insegnare ai bambini a lavarsi i denti
Come scegliere lo spazzolino per bambini
Come per gli adulti, anche per i bambini il mercato offre una quantità infinita di spazzolini, diversi per colore, forma, grandezza, caratteristiche tecniche ed estetiche. Orientarsi in questa giungla sembra impossibile. E invece non lo è, soprattutto se si hanno in mente i due obiettivi a cui si deve mirare:
- bellezza;
- funzionalità.
Leggi anche: Cosa fare con i dentini cariati
Colorato e divertente
Partiamo dalla bellezza, che può sembrare un aspetto superfluo, ma non lo è affatto. Se è vero che lavarsi i denti deve sembrare un gioco, il giocattolo che viene utilizzato non può essere brutto. Lo spazzolino da denti di un bambino deve piacergli, attirarlo, divertirlo. Anzi, la cosa migliore è che sia proprio lui a sceglierlo (ovviamente all’interno di un gruppo ristretto di spazzolini con le giuste caratteristiche tecniche). Ad esempio, potrebbe essere colorato, con i cartoni animati stampati sull’impugnatura.
Piccolo, comodo e morbido
Per quanto riguarda la funzionalità, invece, è bene che la scelta la facciano papà e mamma. Gli elementi a cui fare attenzione quando si sceglie uno spazzolino per bambini sono tre:
- la testina: la bocca piccola di un bimbo richiede una testina altrettanto minuta, che possa arrivare facilmente su ogni dente e non dia fastidio;
- le setole: devono essere morbide e delicate, per accarezzare dentini e gengive senza ferirli;
- l’impugnatura: comoda per poter essere afferrata e maneggiata da una mano piccola come il suo proprietario.
Spazzolino da dito, per neonati o bimbi piccoli
Una menzione a parte la merita il cosiddetto spazzolino da dito (qui alcuni esempi), ideale per i neonati o per i bambini molto piccoli. È composto da una semplice testina con setole molto morbide, applicata in cima ad un cappuccio, perfetto da infilare sulle dita di una mano. In questo modo, i genitori possono spazzolare delicatamente i denti e le gengive del proprio figlio, senza il fastidioso ingombro del manico, che su un bimbo così piccolo risulterebbe davvero sproporzionato.
Lo spazzolino da dito è perfetto per aiutare il bambino a prendere confidenza molto presto con questo strumento. Inoltre, è efficace nella pulizia, garantendo l’igiene dei dentini da latte e il massaggio delle gengive e della lingua.
Leggi anche: Come scegliere lo spazzolino d denti per adulti
Il primo spazzolino, meglio elettrico o manuale?
Vale la pena acquistare uno spazzolino elettrico per bambini? È adatto? O è meglio quello manuale? Sono domande che molti genitori si pongono. Prima di rispondere, però, è bene fare una precisazione: le caratteristiche sulla base delle quali effettuare la scelta, elencate fino ad ora, restano valide, sia per quello elettrico che per quello manuale. Quindi bisogna comunque optare per uno spazzolino che piaccia al proprio figlio e che abbia testina piccola, setole morbide e impugnatura comoda.
Leggi anche: Come scegliere lo spazzolino da denti elettrico per adulti
Veniamo ora al punto di “scontro”. Elettrico o manuale? In realtà la differenza non è poi così rilevante. La comodità dello spazzolino elettrico, tanto per gli adulti che per i bambini, è che richiede uno sforzo minore per imparare i giusti movimenti che consentono di pulire al meglio i denti. Di contro, può risultare un po’ troppo aggressivo, soprattutto se si esercita troppa pressione.
Viceversa, lo spazzolino manuale è più delicato ma bisogna saperlo muovere bene, altrimenti risulta poco efficace.
Quindi in conclusione: sì allo spazzolino elettrico per bambini (con le caratteristiche di cui sopra), ma è opportuno insegnare ai propri figli, fin da piccoli, ad usare bene quello manuale.
L’impronta dentale digitale, niente più fastidi e dolore
Prendere correttamente l’impronta dentale è importantissimo, perché è così che si costruiscono protesi, apparecchi e molti altri interventi. Il metodo classico, che prevede l’uso di una pasta particolare, può causare molti fastidi, soprattutto nei pazienti ansiosi o nei bambini. Con l’impronta dentale digitale, invece, tutto si risolve. Grazie a uno speciale scanner, prendere l’impronta dei denti diventa un’operazione facile e veloce.
L’impronta dentale, un’attività che richiede molta attenzione
Non si scappa, è quasi inevitabile. Almeno una volta nella vita, capita di trovarsi di fronte al proprio dentista che pronuncia la fatidica frase: “dobbiamo prendere l’impronta dentale”. D’altra parte, l’impronta dei denti è davvero un passaggio cruciale per molti interventi. Serve, ad esempio, nei casi di ortodonzia, negli impianti o nella costruzione delle protesi. Il calco della bocca permette di capire come sono posizionati i denti o che forma hanno il palato e le gengive, e quindi consente di calibrare la cura sulle reali esigenze del paziente.
Per questo motivo, ogni dentista sa bene che deve stare molto attento quando compie questa operazione. Un’impronta sbagliata significa tanto lavoro perso. A fare la differenza sono, ovviamente, l’esperienza del professionista e la qualità dei materiali utilizzati. Ecco perché i prezzi super scontati, anche in questo caso, non sono una buona idea, perché possono nascondere delle gravi e dannose carenze.
Lo staff dello Studio Puzzilli
Come prendere le impronte dentali: il metodo classico
Ci sono essenzialmente due tecniche per prendere l’impronta dei denti: quella classica e quella digitale. Il metodo classico prevede l’uso di una pasta morbida (alginato o silicone), che si inserisce nella bocca del paziente con un apposito strumento, sull’arcata dentale interessata. Va lasciata in posa alcuni minuti, durante i quali è necessario restare fermi il più possibile. Appena la pasta ha raggiunto il giusto livello di solidificazione, la si rimuove. Infine, all’interno dell’impronta indurita, il dentista farà colare del gesso, ottenendo il vero calco della bocca.
In alcuni casi, per interventi di tipo estetico che richiedono la massima precisione, si può ricorrere anche al metodo della doppia impronta.
I fastidi dell’impronta dentale con il metodo classico, senso di soffocamento e di vomito
Così descritta, l’attività necessaria per prendere l’impronta non sembra particolarmente difficoltosa. Ma se la maggior parte delle persone la teme, un motivo ci dev’essere. Il problema grosso sta proprio nella pasta che viene utilizzata. O meglio, nel suo posizionamento, che la porta ad invadere gran parte della bocca.
Nell’attesa che alginato o silicone si solidifichino, infatti, il paziente può accusare senso di soffocamento, di nausea e di vomito. Si tratta solo di sensazioni, perché in nessun modo l’impasto può essere davvero pericoloso. Ma sono comunque effetti molto fastidiosi, che si manifestano in maniera ancora più forte in persone ansiose e nei bambini.
L’impronta dentale digitale, la soluzione che elimina i fastidi
Per fortuna, le tecnologie 2.0 hanno permesso di creare un nuovo metodo per prendere le impronte. Si tratta della cosiddetta impronta dentale digitale, realizzata attraverso uno scanner (o laser). Una tecnica utilizzata in entrambe le sedi dello Studio Puzzilli, sia a Roma che a Milano.
Nella bocca si introduce solo un piccolo apparecchio, simile ad una penna. Con pochi passaggi si acquisiscono tutte le informazioni su denti, palato e gengive, che poi vengono riversate su un pc. Infine, un software specifico elabora tutti i dati e li trasforma in una proiezione 3d della bocca, perfetta in ogni dettaglio.
I vantaggi? Molti, sia per il dentista che per il paziente:
- Invasività praticamente nulla;
- Nessun fastidio (addio a senso di soffocamento, nausea e vomito)
- Estrema velocità
- Massima precisione.
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