Denti rotti o scheggiati, come risolvere il problema 

Nel corso della vita un dente rotto o danneggiato è un evento tutt’altro che raro. Il problema che ne scaturisce è estetico ma anche funzionale. Le soluzioni e i trattamenti per rimediare variano a seconda dell’entità del danno e della condizione del dente. Vediamo insieme come agire nei differenti casi.

I denti si scheggiano e si rompono 

Ci sono mille ragioni per cui un dente può rompersi o scheggiarsi. Le statistiche dicono che la causa principale dei denti rotti sono le cadute accidentali a terra. Ma un dente può danneggiarsi anche mangiando un ghiacciolo, cibi croccanti o duri.

Per i bambini è un incidente piuttosto comune; giocando, correndo, sono tante le situazioni per cui i più piccoli sono esposti a traumi dentali. Inoltre, va considerato che in età infantile i denti sono particolarmente fragili, per questo il rischio di frattura è più elevato.

Gli adolescenti e i giovani corrono invece il rischio di fratture dentali soprattutto nella pratica di sport di vario tipo, da combattimento ma non solo (anche calcio e basket per intenderci).

Quando si è anziani, infine, i denti diventano fragili per un naturale processo di deterioramento e per il consumarsi dello smalto dentale con il tempo.

Insomma, nel corso della vita un dente rotto o scheggiato è un evento tutt’altro che raro. Per fortuna, però, gli sviluppi della tecnologia in odontoiatria permettono oggi di risolvere con facilità una situazione che può diventare molto problematica, non solo dal punto di vista estetico. Prima di spiegare tutte le possibili soluzioni, occorre però chiarire che i trattamenti variano significativamente a seconda dell’entità e del tipo di frattura subito.

Diversi tipi di traumi dentali 

Ci sono diversi modi di classificare i traumi dentali. Il più utilizzato e il più utile ai fini di enunciare in maniera chiara e sintetica le possibili soluzioni è quello di dividere i traumi in due categorie:

  • fratture non complicate, ovvero che non interessano la parte più interna dei denti contenenti nervi e vasi (polpa dentale);
  • fratture che coinvolgono la polpa dentale e quindi mettono in pericolo le stesse funzioni vitali del dente.

In quest’ultimo caso, la profondità del danno richiede ovviamente un trattamento lungo e complesso, con l’obiettivo di evitare l’estrazione del dente. Infatti, se la polpa dentale è danneggiata l’unico modo per “salvare la situazione” potrebbe essere realizzare una devitalizzazione. La devitalizzazione consiste essenzialmente nella rimozione della polpa dentale e nella sua sostituzione con un materiale apposito (guttaperca). Solo successivamente a questa operazione si può passare alla ricostruzione esterna del dente.

Devitalizzazione di un dente, una valida alternativa all’estrazione

Come trattare un dente rotto o scheggiato ma ancora “buono” 

Le fratture non complicate, ovvero che non interessano la parte vitale del dente, possono invece essere risolte in maniera molto più rapida e semplice. Ci sono sostanzialmente due vie:

  • il metodo diretto prevede la riparazione del dente mediante l’utilizzo di materiale composito.
  • il metodo indiretto consiste invece nell’applicazione di una faccetta dentale o di una corona protesica.

La riparazione con materiale composito e il bonding dentale 

Il metodo diretto si utilizza per trattare denti che hanno subito microfratture, traumi di lieve entità, come per esempio l’infrazione coronale.  Si tratta del tipico caso di una piccola scheggiatura sulla superficie del dente, in cui si interviene applicando materiale composito. In questo senso, la tecnica più comune e utilizzata negli ultimi anni è quella del bonding dentale. Il termine in inglese rimanda a “adesione”, perché si basa proprio sulla perfetta aderenza della resina in plastica sul dente.

È un’operazione molto semplice che si porta a termine in meno di un’ora e i risultati a livello estetico sono ottimi. Non c’è infatti alcuno scarto tra il colore e la lucidità naturale del dente e quella della resina composita applicata. Per questo tipo di traumi di lievissima intensità, la soluzione può comunque essere anche l’arrotondamento della scheggiatura senza ricorrere all’applicazione di alcun materiale.

Che cos’è il bonding dentale?

Le faccette dentali 

Traumi dentali più gravi, che interessano quindi una superficie dentale maggiore, richiedono invece di agire con il metodo indiretto. Come accennato sopra, si tratta in questi casi di applicare delle faccette dentali o una corona protesica. Le faccette dentali consistono praticamente in unghie artificiali, che vengono utilizzate solamente sopra la superficie esterna del dente.

L’incapsulamento 

Altro metodo è quello dell’incapsulamento con corona protesica. Sono le famose capsule che ricoprono completamente il dente danneggiato. Si preferisce quest’opzione rispetto alle faccette quando la frattura intacca una quantità di superficie dentale molto elevata, senza comunque danneggiare la polpa dentale.

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