Scegliere il dentifricio migliore per i propri denti
Il dentifricio, insieme a spazzolino e filo interdentale, è uno strumento essenziale per l’igiene orale. Scegliere il migliore significa saper riconoscere quello più adatto alle proprie esigenze. Ma è altrettanto importante non farsi ingannare dalle marche che propagandano miracoli, spesso con effetti collaterali che non vengono rivelati. Qualche consiglio più aiutare ad orientarsi e ad evitare errori.
Dentifricio, spazzolino e filo interdentale. Sono questi i “tre moschettieri” dell’igiene orale, che non dovrebbero mai mancare nell’armadietto del bagno. Usati costantemente e in sinergia, consentono di prendersi cura in modo completo della bocca, sia per quanto riguarda i denti che le gengive.
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Il dentifricio, come agisce e perché è importante
Il dentifricio altro non è che una pasta (o crema, o gel) che si applica sullo spazzolino e amplifica gli effetti della spazzolatura dei denti. Il suo compito è quello di trattenere ed eliminare definitivamente la placca e i residui di sporco sollevati dalle setole.
L’importanza del dentifricio, però, risiede soprattutto nella sua azione igienizzante. All’interno della pasta dentifricia, infatti, sono contenute diverse sostanze che garantiscono un intervento antibatterico. Questo si traduce in denti puliti, alito fresco e gengive protette.
Come tutti i prodotti di origine commerciale, però, anche il dentifricio va usato con moderazione e non va ingerito. L’eccesso di schiuma in bocca, infatti, potrebbe limitare il corretto movimento delle setole e quindi neutralizzare l’azione pulente dello spazzolino. Inoltre, l’azione abrasiva della pasta, anche se minima, può danneggiare i denti.
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Ad ogni esigenza il suo dentifricio
Se si entra in un qualsiasi supermercato e si da uno sguardo agli scaffali del reparto dedicato all’igiene personale, ci si rende conto della grandissima varietà di dentifrici in commercio. E ogni marca cerca di attirare nuovi clienti promettendo effetti miracolosi ed immediati. Ecco alcuni dei dentifrici speciali più diffusi.
Il dentifricio al fluoro
Uno dei prodotti che negli anni ha conosciuto maggiore diffusione è il dentifricio con aggiunta di fluoro. Ad oggi, oltre il 90% delle paste presenti sul mercato appartiene a questa categoria. Come mai tanto successo? La risposta sta nell’efficacia. Il fluoro, infatti, è una sostanza che garantisce una fondamentale azione antibatterica. Perciò, se usato regolarmente, combatte la formazione della placca, riduce l’assorbimento degli zuccheri e rafforza lo smalto. Tutto questo si traduce in un minor rischio di carie.
Nonostante siano così efficaci, i dentifrici al fluoro hanno sollevato, negli anni, anche molti dubbi. Il fluoro, infatti, se assorbito dal corpo umano in quantità eccessive, può essere dannoso e provocare la fluorosi. Nei bambini, poi, questa pericolosità è ancora maggiore.
La soluzione ideale per bilanciare pregi e difetti è scegliere un dentifricio al fluoro che abbia massimo 1500 ppm di fluoro (pari allo 0,32% di floruro di sodio o all’1,14% di sodio monofluorofosfato). Per i bambini, invece, il limite indicato scende fino a 500-600 ppm.
Dentifricio per denti sensibili
Molti dentifrici al fluoro sono anche arricchiti con ulteriori sostanze che assicurano un’azione lenitiva a chi è affetto da sensibilità dentinale. Questi prodotti vanno a creare uno scudo a protezione dei cosiddetti tuboli dentinali, che sono la causa dei denti sensibili.
Dentifricio sbiancante
Un’altra tipologia molto diffusa è quella dei dentifrici sbiancanti. Paste che promettono di restituire ai denti uno colore candido e brillante. Questo risultato, però, viene ottenuto accentuando le caratteristiche abrasive. Il risultato è un dentifricio molto aggressivo nei confronti dello smalto dei denti, quindi da utilizzare con estrema attenzione e mai per periodi troppo lunghi.
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Dentifricio naturale
L’alternativa ai prodotti contenenti fluoro è il dentifricio naturale, che può avere fino al 60% in meno di componenti chimiche rispetto ad una pasta dentifricia tradizionale. Si tratta di una soluzione sicuramente più sana ma che, secondo una certa scuola di pensiero, è troppo debole nella lotta ai batteri che causano placca e tartaro (e quindi carie).
Come scegliere il dentifricio migliore
Orientarsi nell’infinita varietà di dentifrici presenti sul mercato può essere complicato. Per scegliere il dentifricio migliore (cioè il più adatto ai propri denti) ci si può far guidare da quattro elementi: esigenze particolari, abrasività, quantità di fluoro e gusto.
Esigenze particolari. Senza farsi sedurre da pubblicità ingannevoli, può essere utile scegliere dei dentifrici pensati specificatamente per determinati obiettivi, come la cura di denti sensibili o alitosi.
Fluoro. Il limite di legge, fissato dall’Unione Europea, è di 1500 ppm di fluoro. Può essere una buona prassi, però, acquistare solo prodotti che non superino il tetto dei 1000 ppm.
Abrasività. Tutti i dentifrici hanno un effetto abrasivo, seppur minimo. È quello che gli consente di operare un’azione di levigatura e lucidatura dello smalto. Tale caratteristica è misurata dal cosiddetto RDA: indice di abrasività. Tale valore non dovrebbe mai superare i 200 punti, a l’ideale sarebbe mantenerlo sotto i 100. Purtroppo, però, le etichette dei dentifrici non riportano questa informazione. Per valutare l’azione abrasiva di un prodotto, quindi, ci si deve affidare ad una valutazione sommaria della consistenza. Ad una maggiore pastosità, infatti, corrisponde un’azione abrasiva più forte. Viceversa, i dentifrici liquidi o in gel sono molto più delicati.
Gusto. Può sembrare un vezzo ma non lo è. Il dentifricio deve essere “buono”, lasciare un sapore gradevole in bocca. Questo contribuisce a rendere piacevole la fase del lavaggio dei denti e a facilitare questo compito.