Denti da latte in anticipo: tutto quello che c’è da sapere sulla dentizione precoce dei neonati
I denti da latte del tuo bambino stanno spuntando prima del tempo? Non preoccuparti, la dentizione precoce nei neonati è un fenomeno più diffuso di quanto si pensi, può avere diverse cause e non è assolutamente spia di un problema grave. Basta tenere la situazione sotto controllo e non c’è nulla di cui un genitore deve preoccuparsi. Vediamo perché.
La dentizione nei neonati è un passaggio naturale e delicato, che spesso mette in ansia i genitori. Lo spuntare dei dentini da latte, infatti, può portare con sé numerosi fastidi per il bambino, come febbre e irritazione. Inoltre, molti neogenitori si trovano a domandarsi se i tempi siano quelli giusti o se la dentizione decidua del loro piccolo sia in anticipo o in ritardo. In questo articolo, ci occuperemo proprio della prima eventualità, cioè la dentizione precoce, mentre per l’altro caso, cioè i dentini in ritardo, è disponibile quest’altro approfondimento.
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Una premessa: i tempi della dentizione nei bambini
Però, prima di affrontare la questione dei denti del neonato che spuntano troppo presto, è bene chiarire una cosa: i tempi della dentizione non sono scritti sulla pietra. Detto in altre parole, se è vero che i primi dentini (gli incisivi centrali inferiori) potrebbero cominciare ad affacciarsi intorno ai 3 mesi, è altrettanto vero che la situazione cambia da bambino a bambino. I neonati non sono tutti i uguali e la natura non fa le cose con il cronometro. In alcuni casi la dentizione può partire prima, in altri dopo. Addirittura, possono verificarsi situazioni in cui i dentini spuntano in ordine diverso da quello considerato normale. Quella dei medici e dei dentisti, quindi, deve essere presa come un’indicazione approssimativa e non come una legge inviolabile. Oscillazioni di alcune settimana nello spuntare dei denti da latte sono normali e in questi casi non vale neanche la pena parlare di anticipo o ritardo.
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Dentizione precoce nel neonato: i denti natali e neonatali
Alla luce della premessa fatta sui tempi della dentizione, è bene circoscrivere i casi in cui si può parlare davvero di denti precoci. Ad esempio, se sulle gengive di un neonato cominciano a vedersi gli incisivi centrali inferiori già a due mesi e mezzo, senza dubbio si può dire c’è un po’ di anticipo rispetto al previsto, ma è eccessivo parlare di dentizione precoce.
I veri denti precoci, invece, sono di due tipi:
- denti natali: presenti già al momento della nascita;
- denti neonatali: che spuntano nei primi 30 giorni di vita.
Ovviamente, si tratta di casi molto rari, nell’ordine di un neonato ogni mille nati. Su quali siano le cause della dentizione precoce, la medicina non si è ancora riuscita a esprimere in modo definitivo. Si è ipotizzato un carattere ereditario o un loro dipendere dalla presenza della gemma dentaria in posizione molto superficiale, quindi pronta per un’eruzione precoce.
Cosa fare con i denti da latte precoci
Di per sé, i denti natali e neonatali non sono un problema, anche perché nella maggior parte dei casi appartengono alla dentizione primaria. Può accadere, però, che tali denti diano vita a delle complicazioni, che possono essere di tre tipi:
- sindrome di Riga – Fele: lo sfregamento dei denti sulla lingua durante la suzione provoca la comparsa di ulcere;
- deficit di nutrizione: nell’allattamento, la presenza dei dentini da latte precoci può provocare dolore al seno alla madre e difficoltà nella suzione al neonato;
- inalazione accidentale: i dentini precoci possono presentare estrema mobilità (perché senza radice) e quindi far correre al bambino il rischio di ingoiarli inavvertitamente.
Il compito di un genitore di fronte ad un caso di dentizione precoce, quindi, è quello di monitorare la situazione attraverso il supporto di uno specialista. Sarà quest’ultimo, infatti, a stabilire l’eventuale pericolosità dei denti natali o neonatali e a decidere di procedere con quella che, ad oggi, è l’unica soluzione possibile, cioè l’estrazione.