Ascesso dentale: cause, sintomi e cure di un’infezione da non trascurare
L’ascesso ai denti è molto doloroso è, se trascurato, può anche diventare pericoloso. Un’ascesso, infatti, è un’infezione che può facilmente degenerare in complicanze gravi, se non curata con antidolorifici e antibiotici. In caso di ascesso dentale, quindi, è fondamentale riconoscerne subito io sintomi e rivolgersi ad un dentista in tempi rapidi, per iniziare subito le giuste cure a base di antibiotici e scongiurare complicanze serie.
Nella finzione di una pellicola cinematografica, il pericolo spesso cresce in silenzio: un dettaglio che cambia, un rigonfiamento improvviso, qualcosa che non torna. Nella vita reale, un ascesso dentale può seguire lo stesso copione. Si presenta all’inizio con un fastidio lieve, una pressione sul dente, una gengiva che pulsa. Ma se trascurato, può evolvere in un’infezione seria, con sintomi acuti e rischi che vanno ben oltre la bocca. In questo articolo vedremo cos’è un ascesso dentale, come riconoscerlo, quali sono le cause più comuni e perché è importante intervenire subito, prima che il dolore diventi complicazione.
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Cos’è l’ascesso dentale? Definizione e tipologie
L’ascesso dentale è un’infezione ai denti che solitamente ha un’origine batterica. Quando si verifica un ascesso, il pus (un agglomerato di batteri, globuli bianchi, plasma e detriti cellulari) invade i tessuti che circondano il dente, cioè la gengiva, l’osso mandibolare e la polpa dentale.
Esistono tre tipi di ascesso ai denti:
- Ascesso gengivale: è la forma meno fastidiosa e dolorosa, perché colpisce la sola gengiva, spesso come conseguenza secondaria di un ascesso apicale;
- Ascesso parondontale: ad essere infetto, in questo caso, è l’intero parodonto (gengiva, osso alveolare, cemento radicolare e legamenti);
- Ascesso periapicale: colpisce la polpa del dente, generalmente a causa della degenerazione di una carie.
La natura e le caratteristiche dell’ascesso rendono evidente una riflessione: si tratta di una patologia molto seria, un’infezione dentale che non va assolutamente trascurata o presa sottogamba. Se si sospetta di averne uno è importante rivolgersi subito al proprio dentista di fiducia per iniziare la cura più adatta (generalmente a base di antibiotici).
Temporeggiare significa lasciare all’infezione il tempo di agire e aggravarsi. Le conseguenze e le complicanze di un ascesso dentale non curato possono essere davvero importanti. Ad esempio, l’ascesso può continuare a crescere, aumentando il pus, fino a generare una fistola o una ciste. Addirittura può giungere ad invadere, con il suo potere infettivo, zone del corpo vicine. Quando poi l’ascesso si abbina a patologie gravi (diabete, immunodepressione, cancro), i rischi si fanno ancora peggiori: osteomielite, trombosi del seno cavernoso e setticemia.
I sintomi dell’ascesso ai denti
Vista la serietà dell’infezione che provoca, è bene conoscerne i sintomi dell’ascesso, per tenerlo sotto controllo ma anche per evitare inutili allarmismi. Anche perché non tutti i mal di denti segnalano la presenza di un’infezione di questo tipo, anzi spesso sono conseguenza di patologie molto meno gravi.
I principali sintomi dell’ascesso dentale sono:
- Gonfiore localizzato (con possibile fuoriuscita di pus);
- Dolore pulsante (come se all’interno del rigonfiamento ci fosse qualcosa che “batte”);
- Alitosi e cattivo sapore in bocca;
- Sensibilità dentale (sia alla pressione che alle variazioni caldo/freddo);
- Infiammazione e arrossamento delle gengive;
- Febbre;
- Mal di testa.
Le cause e i fattori di rischio per l’ascesso dentale
La domanda che più spesso un dentista si sente rivolgere riguarda il perché viene l’ascesso dentale. Le cause, in realtà, possono essere diverse, ma tutte hanno a che fare con la presenza eccessiva di batteri nel cavo orale. Tra le più comuni ci sono:
- Carie degenerate;
- Lesioni ai denti (spezzati o scheggiati);
- Lesioni alle gengive;
- Malattia parodontale.
Esistono poi dei fattori di rischio che amplificano i rischi collegati a queste cause. Quelli a cui prestare maggiore attenzione sono:
- Scarsa igiene orale;
- Eccessivo consumo di alcol;
- Eccessivo consumo di sostanze zuccherate;
- Fumo;
- Debolezza del sistema immunitario connessa;
- Interventi chirurgici ai denti non perfettamente riusciti (può capitare, ad esempio, che un ascesso si verifichi dopo un impianto o dopo l’estrazione del dente del giudizio).
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Come sgonfiare e curare un ascesso al dente
Chi lo ha provato lo sa, l’ascesso dentale è davvero molto doloroso, oltre che pericoloso. Per questo motivo, una prima fase di cura si focalizza proprio sull’eliminazione di questa sofferenza. E l’effetto si ottiene utilizzando prevalentemente antidolorifici come l’ibuprofene o il paracetamolo, anche se esistono altre valide opzioni. In questa fase, può essere utile anche adottare alcuni piccoli accorgimenti, come usare uno spazzolino a setole morbide ed evitare il consumo di cibi troppo caldi o troppo freddi.
La vera cura, però, punto a eliminare l’infiammazione. Per riuscirci, di solito, è necessario intervenire con una terapia a base di antibiotici (amoxicilina, claritromicina, clindarnicina, ecc.). Quale antibiotico assumere ovviamente spetta al dentista dirlo.
La cura antibiotica è sufficiente? Nella maggior parte dei casi sì, ma purtroppo non sempre. Quando l’ascesso è particolarmente grave è stato trascurato, infatti, l’antibiotico può non bastare. In questi casi bisogna passare a procedure chirurgiche: drenaggio, devitalizzazione oppure la più drastica estrazione del dente interessato.
Come curare un ascesso dentale a casa? Meglio evitare i rimedi della nonna
Come già detto, l’iter di cura di un ascesso dentale deve essere attentamente seguito da uno specialista. Quello che si deve evitare assolutamente, quindi, è il ricorso ai cosiddetti rimedi della nonna, sempre molto diffusi quando si parla di patologie dentali. L’ascesso dentale non si cura a casa ma in uno studio odontoiatrico.
In alcuni casi questi “trattamenti” frutto della saggezza popolare si rivelano dei semplici palliativi per il dolore, come nel caso degli sciacqui con acqua e salvia. In altri casi, invece, sono molto pericolosi. Ad esempio, c’è chi tenta di sgonfiare l’ascesso “bucandolo” con un ago, per fare uscire il pus. Così facendo, si rischia di innescare la diffusione a macchia d’olio dell’infezione e il suo aggravamento. Ecco perché comportamenti del genere vanno evitati nella maniera più assoluta.
Cosa succede se non si cura un ascesso dentale? Le conseguenze più pericolose
Come già in parte anticipato, un ascesso dentale non trattato può portare a complicazioni anche gravi e rivelarsi molto pericoloso. L’infezione, infatti, può estendersi ai tessuti circostanti, causando gonfiore al volto, difficoltà a deglutire o respirare, e nei casi più estremi può raggiungere anche altri organi attraverso il flusso sanguigno, dando origine a un’infezione sistemica (sepsi). Per questo motivo è fondamentale non ignorare i sintomi e rivolgersi tempestivamente al dentista: intervenire presto è il modo più sicuro per evitare conseguenze più serie.
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