come lavare i denti

Come lavarsi bene i denti, le regole fondamentali per la perfetta igiene orale

Lavare bene i denti è fondamentale per mantenere una buona igiene orale e salvaguardare il sorriso da carie e altri disturbi. Ma quante volte al giorno bisogna lavarli? Quando è il momento migliore? Come vanno spazzolati? Quali sono gli strumenti giusti da usare? Insomma, lavarsi bene i denti è un tema che offre molti spunti di approfondimento e su cui circolano anche molte informazioni sbagliate.

Quante volte bisogna lavarsi i denti? È bene farlo subito dopo i pasti o bisogna aspettare un po’? La bocca va sciacquata sia prima che dopo? Pulire i denti sembra un’operazione banale, quasi ovvia, che tutti fanno fin da bambini. Ma non è così. La maggior parte delle persone, infatti, si prende cura del proprio sorriso in modo sbagliato. Errori alimentati spesso anche da falsi miti e leggende metropolitane, davvero duri a morire. Eppure, sapere come lavare bene i denti è indispensabile per una corretta igiene dentale e per tenere la bocca al riparo da placca, tartaro e carie. Ecco perché è bene imparare a spazzolare bene i denti, seguendo poche semplici regole.

Anche i bambini dovrebbero imparare a lavare bene i denti. Ecco come insegnarglielo.

Con cosa pulire i denti: spazzolino, dentifricio, filo interdentale e collutorio

Prima di approfondire le tecniche di lavaggio dei denti, una doverosa premessa: buoni risultati dipendono anche dalla scelta degli strumenti giusti. Tre sono quelli indispensabili, per la pulizia della bocca: spazzolino, dentifricio e filo interdentale (o scovolino). Vivamente consigliato è anche l’uso del collutorio. Ovviamente, anche nella scelta degli “attrezzi del mestiere” bisogna fare attenzione. Nel mercato se ne trovano di tutti i tipi, perciò bisogna saper selezionare sulla base della qualità del prodotto ma anche delle proprie esigenze. Per questo è bene farsi consigliare dal proprio dentista di fiducia o dall’igienista dentale.

Come spazzolare i denti

Il vero tema dell’igiene orale, però, è come vengono spazzolati i denti. È qui, infatti, che si gioca tutta l’efficacia di questa operazione. Su quale sia la tecnica giusta se ne sentono davvero tante. Cerchiamo di fare chiarezza. Il metodo migliore prevede che i denti vengano spazzolati sia in direzione orizzontale, cioè da destra verso sinistra, che verticale, cioè dalla gengiva verso la punta. Ogni movimento, inoltre, deve essere ripetuto per circa 2 minuti. Molto importante, poi, è accertarsi di raggiungere ogni punto delle arcate dentali, sia interno che esterno. infine, un piccolo consiglio aggiuntivo: prima di procedere al lavaggio, è bene sciacquare la bocca con un bicchiere d’acqua. Un’accortezza che serve a proteggere lo smalto, messo a dura prova quando si ingeriscono prodotti acidi.

Scopri come rinforzare lo smalto dei denti

Quante volte lavare i denti in un giorno

Un’altra cruciale domanda a cui è necessario rispondere è: quante volte al giorno bisogna lavarsi i denti? La maggior parte delle guide che si possono trovare online risponde in modo secco e incontrovertibile: 3 volte. Non è sbagliato, ma è una risposta che va motivata. La ragione di questo numero è che sempre 3 sono i pasti principali della giornata: colazione, pranzo e cena. E in questa informazione c’è l’implicita risposta al quesito che segue: quando lavarsi i denti?

Quando lavarsi i denti

Anche in questo caso, risposta semplice e netta: i denti vanno lavati dopo ogni pasto (almeno quelli fondamentali). Questo principio vale anche per la mattina, quindi non ha molto senso spazzolare i denti al risveglio (anche perché dovrebbero essere stati puliti la sera precedente, prima di coricarsi). Molto più sensato farlo dopo aver consumato la colazione.

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Faccette dentali, la rivoluzione del sorriso perfetto

Le faccette dentali estetiche in ceramica consentono di correggere molti difetti del sorriso: denti storti, denti corti o consumati, denti macchiati. Con le faccette, infatti, il dentista specializzato interviene sulla forma, sul colore, sulla posizione oppure su eventuali fratture o scheggiature, ottenendo sempre un effetto naturale. Il Dottor Emanuele Puzzilli è uno dei massimi esperti in Italia nell’apposizione di faccette estetiche. Molti i vip che si sono affidati alle sue cure, nei suoi studi di Roma (Ostia) e Milano o nella sua innovativa clinica dentale White Rome, sempre a Roma.

Cosa sono le faccette dentali estetiche

Le faccette dentali (veneers), conosciute anche come faccette in ceramica, sono una delle soluzioni di odontoiatria estetica più richieste, la cui applicazione ha importanti risvolti anche sulla salute orale. Da un punto di vista pratico, le faccette estetiche per denti sono delle lamine sottilissime realizzate in ceramica. Lo spessore è minimo (simile a quello delle lenti a contatto) e vengono applicate sulla superficie esterna del dente. La forma, invece, viene modellata, di volta in volta, sulle esigenze del paziente e soprattutto sulle caratteristiche della sua dentatura.

A cosa servono e quando si utilizzano le faccette in ceramica

Ciò che a reso molto popolari le faccette dentali è la loro duttilità, cioè la possibilità di utilizzarle per correggere numerosi difetti estetici e funzionali dei denti. Grazie ai veneers, infatti, è possibile intervenire con successo su forma, colore, lunghezza e posizione. E il risultato che si ottiene è assolutamente naturale.

Questo significa che le faccette estetiche rivestono un ruolo fondamentale nel trattare i casi di:

Vantaggi e svantaggi delle faccette dentali

Il fatto che l’applicazione delle faccette sia uno dei trattamenti di estetica dentale più richiesti la dice lunga sul bilanciamento tra vantaggi e svantaggi. La maggior parte dei pazienti che hanno optato per questa soluzione, infatti, si dice soddisfatta. I pro sono tanti, a cominciare dall’avere un sorriso più bianco e regolare, per finire con il ripristino di una masticazione corretta e funzionale. I contro, invece, son praticamente nulli, A meno che non ci si rivolga a medici non professionali (come vedremo più avanti) o non si tralascino le più elementari regole per la manutenzione.

Faccette dentali estetiche: prima e dopo

Ecco alcuni dei lavori realizzati dal Dottor Emanuele Puzzilli con l’applicazione delle faccette dentali estetiche in ceramica.

(l'articolo prosegue dopo le immagini)

Come si mettono le faccette sui denti: l’applicazione completa

L’applicazione delle faccette estetiche è un’operazione che va svolta con cura. Per questo è importante affidarsi solo a dentisti qualificati ed esperti. Si passa attraverso diverse fasi: dalla preparazione dei denti, fino all’apposizione delle placchette definitive. È bene precisare fin da subito che mettere le faccette non fa male. L’operazione, come descritta in seguito, comporta dolore minimo se non addirittura completamente nullo.

La limatura e l’impronta. Il processo di applicazione delle faccette dentali inizia con la preparazione dei denti interessati. Questi, infatti, vanno leggermente limati, rimuovendo un sottilissimo strato di smalto dentale dalla superficie. A seguire, sempre durante la prima seduta, il dentista prende l’impronta della dentatura, da cui ricaverà le informazioni su forma e struttura. Sempre in questa fase, si può anche procedere a identificare il colore che dovranno avere i veneers, per renderli uguali ai denti naturali.

Le prove e le verifiche. Gli appuntamenti successivi al primo servono per fare le dovute “prove”. Il dentista verifica se le faccette realizzate corrispondono effettivamente a quanto necessario e se si adattano alla dentatura del paziente. Bisogna controllare con attenzione forma e colore, per non trovarsi poi con spiacevoli sorprese a lavoro finito.

L’applicazione definitiva dei veneers. Infine, arriva il momento del “montaggio” delle faccette definitive. La superficie dei denti viene accuratamente pulita e mordenzata, così come quella delle faccette, che viene lavorata per risultare più ruvida. L’applicazione avviene utilizzando una particolare resina adesiva, che salda ogni veneers al suo dente. La resina viene poi fatta solidificare rapidamente (polimerizzata) e si ripulisce la bocca dalle eventuali eccedenze.

Quanto costano le faccette dentali estetiche

Quello del prezzo delle faccette dentali è senza dubbio uno degli argomenti principali che ruotano intorno a questo trattamento. La prima domanda che ogni dentista si sente rivolgere è sempre la stessa: quanto costa? La convinzione diffusa, infatti, è che si tratti di un intervento per cui serve sborsare cifre da capogiro. In realtà non è così, e non c’è poi molta differenza rispetto ad altri trattamenti simili, sempre di natura dentale.

Ovviamente, il costo non può essere stabilito a priori, ma va fatto un preventivo sul caso concreto, perché ci sono molti elementi che lo influenzano, tra cui il numero dei denti coinvolti.

È bene ripeterlo una volta di più: quando si parla di interventi che hanno a che fare con il corpo e la salute i prodotti low cost sono assolutamente sconsigliati. C’è chi pensa addirittura di poter risolvere la questione comprando delle (finte) faccette dentali su Amazon. O chi si avventura in estenuanti ricerche online per trovare il prezzo scontatissimo. Salvo poi magari ritrovarsi nelle mani di veri e propri “macellai”, che mettono le mani nella bocca dei pazienti senza sapere cosa fanno.

Questo non significa che bisogna accettare in modo acritico qualsiasi preventivo, ma vuol dire informarsi bene su cosa di va fare, sui materiali utilizzati e sul professionista che si ha di fronte. Ne va del proprio benessere.

Quanto durano le faccette per denti e di quali cure hanno bisogno

La scelta di affidarsi ad un professionista per l’applicazione delle faccette dentali, rinunciando al low cost, viene ripagata in termini di durata dei veneers e di sforzo per la loro manutenzione. Quando il lavoro è fatto bene, infatti, le placchette possono tranquillamente durare ben oltre i 10 anni senza mostrare problemi. Non rischiano di staccarsi e non hanno neanche bisogno di particolari accortezze. Basta trattarle proprio come i denti naturali: lavarli più volte al giorno (ecco come farlo bene), sottoporsi a igiene orale ogni 6 mesi, stare attenti a consumare cibi particolarmente duri e tenersi lontano dal fumo. Inoltre, si può mangiare di tutto perché la masticazione non viene intaccata, prestando però attenzione ai cibi molto duri, da evitare o da “maneggiare” con cura.

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dolore ai denti

Mal di denti? I rimedi efficaci per alleviare il dolore

Di rimedi efficaci contro il mal di denti ne esistono diversi. Tutti hanno come scopo calmare un dolore che può rivelarsi estremamente fastidioso: forte, insistente, a volte pulsante. Un dolore che quasi tutti hanno provato almeno una volta nella vita. I rimedi contro il mal di denti possono essere farmacologici o naturali. Arrestare il dolore, però, non significa rimuovere le cause del mal di denti, che vanno cercate attentamente e richiedono l’intervento di un dentista.

Mal di denti. Cioè un dolore intenso e insistente, che può far davvero impazzire chi ne soffre. A volte esplode all’improvviso e può rendere davvero impegnativa qualsiasi attività quotidiana, perché assorbe completamente l’attenzione e i pensieri. Per non parlare del mal di denti notturno, magari pulsante, che impedisce di dormire. Il mal di denti, in realtà, è spesso spia di un problema più serio, ed è quindi molto importante indagarne le cause, affidandosi a un dentista di fiducia. E tra le cause più frequenti di dolore dentale si possono segnalare: carie, pulpite, parodontite, ipersensibilità. Mentre si indagano le radici del problema, però, è utile riuscire a calmare il dolore sfruttando uno dei possibili rimedi contro il mal di denti, che sono molteplici.

Cosa fare contro il mal di denti? Meglio iniziare dalla prevenzione

Prima di analizzare i rimedi per contrastare il mal di denti, però, è necessario fare una premessa. Il dolore non è la vera malattia ma solo il sintomo di un problema. Questo significa che per identificare la cura più efficace bisogna prima capire bene di cosa si soffre. Ad esempio, in molti casi un mal di denti rivela l’esistenza di una carie o di un’infezione dentale. In questi casi, si può intervenire immediatamente per bloccare il dolore ma bisogna poi recarsi dal proprio dentista di fiducia per curare il problema all’origine, altrimenti continuerà a peggiorare.

Anche contro il mal di denti, quindi, l’arma più efficace è la prevenzione, che significa:

Rimedi efficaci contro il mal di denti

Fatta questa doverosa premessa sulla prevenzione, si può passare in rassegna l’elenco dei possibili rimedi contro il mal di denti, partendo da quelli di scura efficacia, perché fondati scientificamente. Alcuni di questi, più che con la rimozione del dolore, hanno a che fare con la sua gestione e il suo non aggravamento.

Alimentazione

In cima ala lista c’è l’alimentazione. Se si soffre di mal di denti, infatti, bisogna stare molto attenti a ciò che si mangia, per evitare di peggiorare la situazione. Sono banditi, quindi, i cibi troppo zuccherosi ma anche quelli troppo duri o che posso generar residui che si incastrano tra i denti, rendendo più complicata l’igiene orale. Per quanto riguarda gli alimenti consigliati, invece, può essere buona pratica prediligere cibi morbidi.

Leggi anche: Alimentazione per denti bianchi

Igiene orale

Anche sul fronte dell’igiene orale, pur in presenza di dolore dentale, è bene fare più attenzione del solito. Ovviamente bisogna continuare a lavare i denti con regolarità. È importante, però, muoversi con delicatezza, per non stressare ulteriormente denti e gengive. Quindi spazzolare con cura ma senza esercitare troppa pressione.

Impacchi freddi con ghiaccio

Un buon rimedio casalingo per allentare la morsa del dolore, in caso di mal di denti, è l’applicazione localizzata di ghiaccio. Un sacchetto di ghiaccio, avvolto in un panno e appoggiato sulla guancia può davvero dare sollievo, seppur momentaneo, soprattutto nei casi di fastidio non troppo forte.

Rimedi farmacologici

I rimedi più efficaci contro il mal di denti, però, sono senza dubbio i farmaci. Le possibilità sono diverse:

  • Antinfiammatori non steroidei
  • Antibiotici
  • Anestetici topici
  • Antidolorifici

Rimedi naturali

Infine, una menzione a parte la meritano anche i rimedi naturali, ciò quelli basati su sostanze di origine vegetale. Molto gettonate, ad esempio, sono le piante con proprietà antinfiammatorie, cioè calendula, aloe e malva. Altre soluzioni apprezzate sono l’olio essenziale di chiodi di garofano e la tintura idroalcolica di propoli.

Leggi anche l’approfondimento sulla nevralgia ai denti


I magnifici 7: sorrisi celebri che hanno fatto la storia del cinema

Magnetici, spensierati, folli, magici. Una raccolta di sorrisi cult che sono entrati di diritto nella storia del cinema, tanto da venire ricordati come veri e propri simboli. Da Julia Roberts a Jack Nicholson, da Al Pacino a Angelina Jolie, passando per l’intramontabile Marylin Monroe, l’istrionico Jocker e l’immaginario Stregatto.

Il sorriso come elemento di bellezza ma anche come strumento per raccontare, senza utilizzare parole, le sfumature più profonde della personalità di un personaggio. Il cinema, nel corso degli anni, ha sempre utilizzato il sorriso come potente strumento narrativo. È così che alcuni sorrisi sono diventati iconici e sono stati motore per la carriera degli attori che li hanno sfoderati. Ecco una rapida carrellata dei magnifici 7, quelli che sono stati capaci di fare la storia di Hollywood.

Marylin Monroe in “Quando la moglie è in vacanza”

Cominciamo dalla diva per eccellenza, la fragile e immortale Marylin Monroe. Il suo era un sorriso capace di mescolare dolcezza e seduzione, in moda da renderle indistinguibile dove finisse la prima e iniziasse la seconda. E il film in cui questa ambivalenza si esprime al meglio è “Quando la moglie in vacanza”, del 1955, è proprio il sorriso irresistibile dell’indimenticata star a far capitolare il vicino di casa.

Julia Roberts in Pretty Woman

Un pizzico dell’ingenuità seducente di Marylin Monroe si ritrova anche nel sorriso che Julia Roberts regala a Vivian Ward, la prostituta di Pretty Woman. Un’arma vincente che le permette di conquistare nientemeno che l’affascinante Richard Gere, nei panni di un rampante finanziare. Il sorriso della Roberts, consacrato a livello internazionale proprio dal film cult del 1990, diventerà poi il suo punto di forza più amato dal pubblico.

Jack Nicholson in “Shining”

Di innocenza e seduzione, invece, non c’è traccia nei denti bianchissimi e regolari che mostra il folle Jack Torrance, protagonista di Shining, magistralmente interpretato da Jack Nicholson, con la regia di Stanley Kubrick. Chiunque veda il film, non può non continuare a sognare, per giorni e giorni, il sorriso-ghigno dello scrittore impazzito, che si affaccia dalla porta socchiusa di una delle stanze dell’hotel in cui alloggia.

Heath Ledger e Jack Nicholson in Jocker

Da un cattivo ad un altro, da un folle ad uno che lo è forse ancora di più. Anche il sorriso di Jocker, antagonista per eccellenza del supereroe Batman, sprigiona inquietudine da ogni dente. Nel corso degli anni, diversi attori hanno vestito i panni del temibile giullare dark. Due su tutti, però, hanno lasciato la loro firma e il loro sorriso su questo personaggio immortale: Jack Nicholson (di nuovo lui!) e Heath Ledger.

Al Pacino in “Scarface”

In questa carrellata di sorrisi carismatici e dannati, non può mancare un'altra icona del cinema mondiale come Al Pacino e, in particolare, il suo Tony Montana, protagonista di Scarface. Il celebre poliziotto corrotto e senza scrupoli sfoggia un sorriso strafottente e ironico che è un vero e proprio marchio di fabbrica.

Angelina Jolie in “Maleficent”

Rimanendo nel terreno popolato dal “male” e dalla fantasia, impossibile non inserire in classifica il sorriso di Maleficent, a cui ha dato il volto una sensuale ma perfida Angelina Jolie. I suoi denti bianchissimi, cerchiati da labbra rosso smeriglio, brillano di cattiveria nei toni cupi che caratterizzano l’intero film. Senza quella bellissima bocca, molto probabilmente il personaggio sarebbe risultato meno efficace.

Lo Stregatto di “Alice nel Paese delle Meraviglie”

Chiudiamo la classifica con un’irruzione nel mondo dei cartoni animati, per rendere omaggio a un personaggio eccentrico, curioso e a tratti un po’ inquietante: lo Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie. Un gattone immaginario che compare e scompare e che a volte lascia nell’aria solo la traccia del suo sorriso lunare.


Le vitamine per rinforzare denti e gengive

Le vitamine possono essere delle ottime alleate per rinforzare denti e gengive e aiutare la salute della bocca. Quelle che apportano maggiori benefici sono quattro: A, B, C e D. Aiutano ad assorbire meglio il calcio, proteggono lingua e mucosa, contrastano le infiammazioni gengivali. In questo articolo vengono analizzate tutte e quattro le suddette vitamine, una alla volta, per capire bene a cosa servono e quali cibi trovarle.

Quando si parla di salute dei denti e delle gengive la parola magica è una sola: prevenzione. Molto spesso, infatti, quando una patologia orale manifesta i suoi sintomi, la situazione è già troppo compromessa e le soluzioni possibili comportano comunque un danno alla bocca. Ma come si fa prevenzione della salute orale in modo corretto? Essenzialmente in due modi. Il primo gradino è rappresentato da una corretta igiene orale. Il secondo step (ma non meno importante) è un’alimentazione attenta. A tavola, infatti, è possibile assumere moltissime sostanze che fanno bene a denti e gengive e aiutano a contrastare carie e infezione. Tra queste, un posto di rilievo lo occupano senz’altro le vitamine. In particolare, sono quattro le vitamine che fanno bene alla bocca, quelle contrassegnate con le prime lettere dell’alfabeto: A, B, C e D. Vediamo nel dettaglio a cosa servono e in quali cibi si possono trovare.

Leggi anche: I cibi nemici dei denti bianchi

Vitamina A per proteggere le mucose

Cominciamo dal principio dell’alfabeto, cioè dalla vitamina A, conosciuta anche come retinolo. La sua azione benefica sulla salute della bocca è legata a due fattori. Da una parte, infatti, la vitamina A compie una decisa azione di sostegno al sistema immunitario e antiossidante, che si traduce in una minore incidenza delle infezioni gengivali e in un miglioramento della salute delle mucose e del flusso della saliva (che a sua volta compie azione antibatterica). Dall’altra parte, favorisce la crescita dei denti, così come delle ossa.

Dove si trova la vitamina A? Frutta e ortaggi di colore giallo, rosso e arancione (come peperoni, pesche, albicocche, fragole) ma anche latte (e derivati) e uova.

Vitamina B contro afte e infiammazioni

Anche le vitamine del gruppo B risultano particolarmente efficaci contro le infiammazioni delle gengive e della lingua, soprattutto ulcere e afte.

Dove si trova la vitamina B? carne e pesce, legumi, uova e cereali integrali.

Leggi tutti gli articoli sulle gengive

Vitamina C per la salute delle gengive

Tra tutte le vitamine, però, quella che maggiormente incide sulla salute delle gengive è la vitamina C. Questa conosciutissima sostanza, infatti, è la responsabile della produzione del collagene che, a sua volta, è componente essenziale del tessuto connettivo gengivale. Un’eventuale carenza, quindi, potrebbe tradursi in gengive deboli (con conseguente movimento dei denti), infiammate o addirittura sanguinanti. Non a caso, una delle più diffuse malattie delle gengive, cioè lo scorbuto, nasce da una mancanza di questa vitamina. Inoltre, la vitamina C rinforza la polpa e lo smalto dentali.

Dove si trova la vitamina C? Agrumi, peperoni, cavolfiori 8e altri ortaggi della stessa famiglia).

Vitamina D per assorbire meglio il calcio

Infine, la vitamina D, che dà un altro contributo fondamentale alla salute orale. La sua presenza, infatti, favorisce l’assorbimento del calcio, e questo provoca un rafforzamento dei denti così come delle ossa.

Dove si trova la vitamina D? Uova, latte e derivati, fegato, verdure verdi e alcuni pesci grassi.

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Denti Piccoli? La soluzione per ingrandirli sono le faccette

Denti piccoli possono rendere il sorriso poco armonioso, oltre che creare qualche problema di malocclusione. Il problema, però, è facilmente risolvibile con l’utilizzo delle faccette in ceramica, che permetto di restituire al dente troppo piccolo la grandezza corretta.

Denti piccoli e sorriso

Quando vediamo un bel sorriso, ciò che cattura il nostro sguardo è una serie di fattori che lo rendono estremamente gradevole. Un ruolo centrale lo giocano, senza dubbio, le labbra, morbide e carnose. Anche le gengive fanno la loro parte, se di un rosa tenue e non troppo visibili. I veri protagonisti, però, sono i denti che devono essere bianchi, dritti e della giusta dimensione.

Leggi anche: Le gengive ritirate

Proprio la grandezza dei denti è spesso sottovalutata come criterio estetico, ma in realtà gioca un ruolo chiave. Pensate a un sorriso caratterizzato da incisivi grandi, magari un po’ sporgenti, cioè i cosiddetti denti da coniglio. Oppure alle persone con denti troppo corti o, al contrario troppo lunghi. Ci sono poi i casi di denti piccoli, che hanno ridotte dimensioni sia in lunghezza che in larghezza. Spesso, questa caratteristica si associa anche a un eccessivo distanziamento tra i singoli denti, che si trovano collocati in uno spazio troppo ampio per loro. A volte, denti corti o piccoli possono essere una conseguenza di fenomeno di consumazione. Spesso, invece, si tratta di una forma naturale, di origine genetica. Il risultato è comunque un sorriso dall’aspetto non proprio gradevole. Ecco perché molti di coloro che hanno questo problema si rivolgono a un dentista specializzato in estetica dentale per risolverlo.

Leggi anche: La limatura dei denti

Correggere i denti piccoli con le faccette

Per ingrandire i denti ci sono diverse strade possibili, accomunate da un unico obiettivo: ampliare la superficie visibile del dente. Come farlo dipende dalla situazione specifica del paziente e anche dalle sue esigenze.

Una prima soluzione è costituita dalla ricostruzione con materiale composito, utilizzata soprattutto quando è necessario compensare la mancanza di piccole porzioni di dente. Un’alternativa, invece, è rappresentata dalle capsule dentali, delle protesi che avvolgono il dente e lo allargano.

Terza via: le faccette dentali estetiche. Ad oggi, questa è la soluzione più richiesta, perché molto efficace sia sul piano estetico che funzionale, oltre ad essere meno invasiva della corona. Le faccette, infatti, altro non sono che delle sottili lamine in ceramica (dette veeners) che si applicano sulla superficie esterna del dente, utilizzando un apposito collante. Le faccette sono disponibili in diverse sfumature di bianco, in modo da adattarsi perfettamente al colore naturale dei denti, che è estremamente personale. Questo permette di raggiungere un risultato estetico impeccabile: ci sono ma nessuno le nota.

Denti dritti con l’apparecchio


Gengive gonfie, cause e rimedi

Le gengive gonfie sono un segnale di allarme, perché possono indicare una patologia dentale in corso. Il gonfiore può accompagnarsi ad arrossamento e sanguinamento ed essere spia di carie, gengivite o addirittura parodontite. Ecco come prendersi cura delle gengive gonfie e quali sono i possibili rimedi.

Quando si parla di gengive gonfie (o ipertrofia gengivale) si fa riferimento a un fenomeno abbastanza comune che comporta l’aumento di volume del tessuto gengivale che si trova intorno al dente, alla sua base. Si tratta di un disturbo che può avere diversi livelli di gravità ma che non va mai trascurato. Normalmente, infatti, una gengiva in salute si presenta compatta, aderente al corpo del dente e di colore rosa chiaro. Se non è così, vuol dire che c’è un problema di infiammazione e bisogna capire da cosa deriva. A volte, si tratta di una semplice irritazione, magari dovuta a un’eccessiva foga nello spazzolamento dei denti. In altri casi, però, dietro a gengive gonfie si possono nascondere problemi più seri, come una gengivite che può sfociare in parodontite. Ecco perché se le gengive gonfie persistono per più giorni è utile rivolgersi al proprio dentista di fiducia.

Tutti gli articoli sulle gengive

I sintomi associati alle gengive gonfie

La gravità del gonfiore gengivale si può intuire anche dagli altri sintomi che spesso l’accompagnano. Generalmente, infatti, le gengive gonfie appaiono anche arrossate, più del del normale. Addirittura, nei casi più seri, può verificarsi anche del sanguinamento. Altri sintomi che a volte accompagnano il gonfiore sono il dolore localizzato e l’alito cattivo. In casi molto gravi, si può verificare una ritrazione (ritiro) delle gengive.

Le cause del gonfiore gengivale

Vediamo ora quali possono essere le cause del gonfiore delle gengive, perché dalla corretta individuazione di queste scaturisce anche la scelta della cura più adeguata.

Le più ricorrenti sono:

  • scarsa igiene orale (che porta a depositi di placca e tartaro, molto pericolosi per la salute della bocca);
  • carie (che in qualche modo rappresenta l’esito peggiore della scarsa cura della pulizia dei denti);
  • gengivite;
  • parodontite.

C’è poi la possibilità che il gonfiore sia legato a patologie che non riguardano direttamente la bocca, come il diabete e le carenze vitaminiche. Infine, anche il fumo o determinate terapie mediche possono portare a questo tipo di effetto collaterale.

Leggi anche: Tutti i danni del fumo sui denti

Gengive gonfie in gravidanza

Una menzione a parte la merita la gravidanza, una condizione in cui la donna può ritrovarsi a combattere con gengive gonfie. Il fenomeno è dovuto soprattutto all’aumento del sangue in circolo, alla crescita dei livelli ormonali o all’abbassamento delle difese immunitarie.

Leggi anche: Salute dei denti e ormoni femminili

Gengive gonfie nei bambini

Anche i bambini possono manifestare questo tipo di disturbo, generalmente a causa sempre di una scarsa capacità di lavarsi bene i denti (magari in presenza di un affollamento dentale ancora non corretto con l’ortodonzia).

Gengive gonfie e apparecchio ai denti

Un discorso analogo può essere fatto anche per il gonfiore gengivale che colpisce chi porta un apparecchio fisso. Anche in questo caso, infatti, si fa più fatica a pulire i denti e si può andare incontro a gengive gonfie.

Soluzioni contro la gengiva gonfia: rimedi naturali, terapie farmacologiche e igiene orale (h2)

Se è vero, come visto finora, che il gonfiore gengivale è causa principalmente di una scarsa igiene orale, viene da sé che la prima cura è la prevenzione, cioè lavarsi bene i denti, utilizzando i giusti spazzolino, dentifricio e filo interdentale.

Molto diffusi nella tradizione popolare sono anche dei rimedi naturali, come gli impacchi di camomilla o malva, o l’applicazione di bicarbonato e aloe vera. Il loro effetto, però, è poco più che un palliativo.

La soluzione farmacologica, invece, è senza dubbio la più efficace, a base di antinfiammatori o addirittura di antibiotici (quando l’attacco batterico è molto forte). Ovviamente, poi, bisogna andare alla radice del problema rivolgendosi al proprio dentista di fiducia.

Come prendersi cura delle gengive?


Doctor White - lettera aperta

Cari Lettori, care lettrici....
Quante volte sedendomi di fronte ad un foglio bianco, cercando tra le domande che più spesso mi rivolgete, ho deciso di affrontare argomenti più o meno tecnici per spiegare i processi di costruzione dei vostri sorrisi, e quante volte non mi sono reso conto di non aver mai parlato di ciò che veramente mi spinge a fare questo mestiere con tanta dedizione, dedicando a questa mia missione la maggior parte del tempo che ogni giorno mi viene concesso dalla Provvidenza... esatto Provvidenza. Utilizzo questa espressione dantesca che mi è tanto a cuore perché realmente credo nell’importanza del valore tempo.

Oggi decido, qui, sul mio personale blog, di mettermi a nudo, e raccontarvi quale sia la mia missione: così forse, riusciremo ad abbattere la barriera della non conoscenza reciproca, e a creare un vero flusso a doppio senso, come piace a me!
Come dicevo all’inizio, credo fortemente che la ricchezza più enorme che ognuno di noi ha a disposizione sia il Tempo: tempo da dedicare alle persone che amiamo, tempo da dedicare alle cose che amiamo fare, tempo per godere appieno di ciò che la vita ci ha donato, o ciò che ci siamo costruiti, con sacrificio ed impegno. In questi mesi così cupi di pandemia tutti noi siamo piombati (chi più e chi meno) in uno stato di immobilità profonda. Siamo stati privati di ciò che rende l’essere umano tale: un animale sociale, senza socialità. E’ difficile passare il tempo dietro le nostre mascherine, respirando affannosamente la nostra stessa aria, a volte sorridendo, ma senza poter consegnare questo nostro sorriso al destinatario, all’interlocutore che abbiamo di fronte.

Eppure, cari amici, ricordiamo che esiste una legge universale, che governa le cose, ed è sempre la stessa: il tempo. Il tempo scorre, inesorabile, qualsiasi cosa succeda, e se non siamo in grado di tenerci saldi a questa nostra preziosa umanità, rischiamo di perderla per sempre. Ecco perché oggi, come non mai, è fondamentale sorridere. Ritrovare il tempo di gioire delle piccole cose che ancora ci tengono saldi all’amore per questa vita, e continuare a sorridere a chi ci è seduto di fronte, in metropolitana, ad un caffè, ai nostri affetti più cari.
Se può sembrare un gesto semplice e spontaneo, talmente semplice che spesso non ne afferriamo la grande potenza, in realtà non lo è: ho sempre saputo che sorridere costituisce in realtà una pura libertà espressiva. Sorridendo intendiamo comunicare amore al nostro partner, ai nostri figli, il sorriso di un nonno verso il proprio nipote è il messaggio più tenero che esista. Vi vedo, voi, lettori più giovani, che utilizzate il vostro sorriso come arma di seduzione. Il sorriso comunica vicinanza ad un amico, sostegno a chi è in difficoltà, a volte un sorriso può anche essere minaccioso, se sornione arriva da un datore di lavoro ad un dipendete non esattamente esemplare. Il sorriso è la prima forma di comunicazione non verbale per potenza ed immediatezza.

Adesso immaginate di voler sorridere, per comunicare qualcosa al vostro interlocutore: immaginate di essere ad un colloquio di lavoro, ad un primo appuntamento, o semplicemente in compagnia di amici. Immaginate di non sentirvi sicuri del vostro sorriso, di sapere di un disallineamento dei denti, o di aver bevuto troppi caffè, o di non poter sfoggiare un bianco sano e attraente. La domanda è: sareste capaci di sorridere senza trattenervi, per nascondere un difetto estetico? E ancora, vi sentireste sicuri di voi stessi, a vostro agio con il prossimo?

Ecco cari amici, è proprio questo il motivo per cui scelgo ogni mattina di fare la differenza nei miei studi.
All’inizio di questa lettera ho parlato di Provvidenza, un concetto espresso dal Poeta Dante Alighieri nella sua opera più celebre, la Divina Commedia. C’è un’altro aspetto che viene espresso in questo capolavoro della letteratura che amo, ed è quello del Libero Arbitrio.
Ad ogni essere umano, seppur inserito in un meccanismo gestito da forze cosmiche o divine superiori, è stato fatto un dono: la possibilità di scegliere. Noi tutti possiamo scegliere come vivere, e le scelte che facciamo ogni giorno sono quelle che definiscono la persona che vogliamo essere. Io ho scelto, e scelgo ogni giorno, di fare la differenza nel mio settore, e di essere la versione migliore di me, per me e per i miei pazienti. Ed ho deciso di dare a voi, attraverso le mie competenze e la mia esperienza, la possibilità di scegliere: scegliere di sorridere, sentirvi sicuri di voi stessi in ogni circostanza, scegliere di godere di ogni piccola grande gioia che la viltà ci riserva.
Ecco perché è nato il programma White Identity: all’interno dei miei studi potrete scegliere insieme al me ed al mio team, il percorso di riabilitazione del sorriso che più fa per voi, in termini di costi, tempi e necessità. White identity nasce per restituirvi, cari amici, la potenza della comunicazione.

Questo perché negli anni ho trovato la vera costante che mi porta ad andare avanti nel mio mestiere, a tenermi sempre aggiornato, e ad offrirvi sempre il meglio: io amo vedervi sorridere. E ciò che voglio veramente e fortemente è rendere questa possibilità realmente democratica.
E adesso già lo so, i più critici di voi staranno già pensando che un trattamento esteticamente riabilitativo possa avere costi esorbitanti, non accessibili e riservati a ristrette cerchie di persone. Perdonatemi se con sfacciataggine vi dico che non è sempre così. Innanzitutto, ogni caso è diverso, ed ogni situazione richiede attenzioni ed interventi differenti. E’ anche per questo che non parlo mai di costi telefonicamente o sui social. Potreste venire da me con l’idea di voler rendere più “vostro” il vostro sorriso, e scoprire con piacere che basta poco per ottenere ciò che avete sempre desiderato. O potrebbero venir fuori una serie di cause concatenate tra di loro che non minacciano solo il lato estetico, ma potrebbero intaccare la vostra salute, se non è già successo. In ogni caso, garantisco io, varrebbe la pena approfondire e prendersi cura della macchina perfetta che la provvidenza ci ha dato, e (sempre per dirla con Dante) scegliere finalmente di regalarsi una gioia libera e sana.
Perché se c’è una cosa che forse nessuno vi dice, e che con il tempo ho imparato ad amare, è che sorridere non è solo un diritto: sorridere è un dovere.

Sorridere è per tutti.

Arriverà presto il giorno in cui potremo di nuovo sorridere ad un passante senza intrappolare la nostra espressione dietro la mascherina, utilizzare questa potente arma come alleato di seduzione, o trasmettere con un gesto tutto il nostro amore alle persone che più amiamo. Arriverà presto, e dovremo essere pronti.

Parola di Doctor White.

Con affetto e gratitudine
Il Vostro Emanuele Puzzilli


dolore ai denti

Ascesso dentale, un’infezione da non trascurare

L’ascesso ai denti, oltre che essere molto doloroso è anche parecchio pericoloso. Un’infezione che può facilmente degenerare in complicanze gravi, se non curata con antidolorifici e antibiotici. Fondamentale è rivolgersi ad un dentista in tempi rapidi e per riuscirci è necessario saper riconoscere cause e sintomi degli ascessi.

Cos’è l’ascesso dentale: definizione, sintomi e cause

L’ascesso dentale è un’infezione particolare che colpisce l’apparato orale e solitamente ha un’origine batterica. Quando si verifica un ascesso, il pus (un agglomerato di batteri, globuli bianchi, plasma e detriti cellulari) invade i tessuti che circondano il dente, cioè la gengiva, l’osso mandibolare e la polpa dentale. 

Esistono tre tipi di ascesso ai denti:

  • Ascesso gengivale: è la forma meno fastidiosa e dolorosa, perché colpisce la sola gengiva, spesso come conseguenza secondaria di un ascesso apicale;
  • Ascesso parondontale: ad essere infetto, in questo caso, è l’intero parodonto (gengiva, osso alveolare, cemento radicolare e legamenti);
  • Ascesso periapicale: colpisce la polpa del dente, generalmente a causa della degenerazione di una carie.

La natura e le caratteristiche dell’ascesso rendono evidente una riflessione: si tratta di una patologia molto seria, un'infezione dentale che non va assolutamente trascurata o presa sottogamba. Se si sospetta di averne uno è importante rivolgersi subito al proprio dentista di fiducia per iniziare la cura più adatta (generalmente a base di antibiotici). 

Temporeggiare significa lasciare all’infezione il tempo di agire e aggravarsi. Le conseguenze e le complicanze di un ascesso dentale non curato possono essere davvero importanti. Ad esempio, l’ascesso può continuare a crescere, aumentando il pus, fino a generare una fistola o una ciste. Addirittura può giungere ad invadere, con il suo potere infettivo, zone del corpo vicine. Quando poi l’ascesso si abbina a patologie gravi (diabete, immunodepressione, cancro), i rischi si fanno ancora peggiori: osteomielite, trombosi del seno cavernoso e setticemia. 

I sintomi dell'ascesso ai denti

Vista la serietà dell'infezione che provoca, è bene conoscerne i sintomi dell'ascesso, per tenerlo sotto controllo ma anche per evitare inutili allarmismi. Anche perché non tutti i mal di denti segnalano la presenza di un’infezione di questo tipo, anzi spesso sono conseguenza di patologie molto meno gravi. 

I principali sintomi dell’ascesso dentale sono:

  • Gonfiore localizzato (con possibile fuoriuscita di pus);
  • Dolore pulsante (come se all’interno del rigonfiamento ci fosse qualcosa che “batte”);
  • Alitosi e cattivo sapore in bocca;
  • Sensibilità dentale (sia alla pressione che alle variazioni caldo/freddo);
  • Infiammazione e arrossamento delle gengive;
  • Febbre;
  • Mal di testa.

Le cause e i fattori di rischio che espongono i denti al rischio ascesso

La domanda che più spesso un dentista si sente rivolgere riguarda il perché viene l’ascesso dentale. Le cause, in realtà, possono essere diverse, ma tutte hanno a che fare con la presenza eccessiva di batteri nel cavo orale. Tra le più comuni ci sono:

  • Carie degenerate;
  • Lesioni ai denti (spezzati o scheggiati);
  • Lesioni alle gengive;
  • Malattia parodontale.

Esistono poi dei fattori di rischio che amplificano i rischi collegati a queste cause. Quelli a cui prestare maggiore attenzione sono:

  • Scarsa igiene orale;
  • Eccessivo consumo di alcol;
  • Eccessivo consumo di sostanze zuccherate;
  • Fumo;
  • Debolezza del sistema immunitario connessa;
  • Interventi chirurgici ai denti non perfettamente riusciti (può capitare, ad esempio, che un ascesso si verifichi dopo un impianto o dopo l’estrazione del dente del giudizio).

Le carie dentali | Approfondimento

Come sgonfiare e curare un ascesso al dente

Chi lo ha provato lo sa, l’ascesso dentale è davvero molto doloroso, oltre che pericoloso. Per questo motivo, una prima fase di cura si focalizza proprio sull’eliminazione di questa sofferenza. E l’effetto si ottiene utilizzando prevalentemente antidolorifici come l’ibuprofene o il paracetamolo, anche se esistono altre valide opzioni. In questa fase, può essere utile anche adottare alcuni piccoli accorgimenti, come usare uno spazzolino a setole morbide ed evitare il consumo di cibi troppo caldi o troppo freddi. 

La vera cura, però, punto a eliminare l’infiammazione. Per riuscirci, di solito, è necessario intervenire con una terapia a base di antibiotici (amoxicilina, claritromicina, clindarnicina, ecc.). Quale antibiotico assumere ovviamente spetta al dentista dirlo.

La cura antibiotica è sufficiente? Nella maggior parte dei casi sì, ma purtroppo non sempre. Quando l’ascesso è particolarmente grave è stato trascurato, infatti, l’antibiotico può non bastare. In questi casi bisogna passare a procedure chirurgiche: drenaggio, devitalizzazione oppure la più drastica estrazione del dente interessato.

Come lavare bene i denti

I rimedi della nonna contro l'ascesso? Meglio evitare

Come già detto, l’iter di cura di un ascesso dentale deve essere attentamente seguito da uno specialista. Quello che si deve evitare assolutamente, poi, è il ricorso ai cosiddetti rimedi della nonna, sempre molto diffusi quando si parla di patologie dentali.

In alcuni casi questi “trattamenti” frutto della saggezza popolare si rivelano dei semplici palliativi per il dolore, come nel caso degli sciacqui con acqua e salvia. In altri casi, invece, sono molto pericolosi. Ad esempio, c’è chi tenta di sgonfiare l’ascesso “bucandolo” con un ago, per fare uscire il pus. Così facendo, si rischia di innescare la diffusione a macchia d’olio dell’infezione e il suo aggravamento. Ecco perché comportamenti del genere vanno evitati nella maniera più assoluta.


Alito cattivo

Alitosi, cause e rimedi contro l’alito cattivo

Se l’igiene orale è la causa più comune dell’alito cattivo, in altre circostanze l’alitosi può essere dovuta alle abitudine alimentari o a malattie di tipo diverso. Capire la forma in cui si presenta, è il primo passo per individuare le cause e quindi intervenire in maniera efficace sul problema.

Il problema dell’alito cattivo

L’alitosi è il termine con cui in medicina si indica l’alito cattivo, in sostanza quell’odore sgradevole che si emette quando si parla o semplicemente si espira. Anche se è spesso considerata solamente come fonte di imbarazzo e di fastidio, purtroppo in alcuni casi l’alitosi può essere dovuta alla presenza di una patologia.

Capire le cause dell’alito cattivo è importante perché permette di intervenire in maniera efficace sul problema, e quindi eventualmente di curare la patologia che lo provoca. D’altro canto, per individuare i fattori che danno origine all’alitosi è importante analizzare come si presenta.

Il problema dell’alito cattivo può infatti manifestarsi in diverse forme, saltuariamente o in maniera cronica. Può verificarsi nelle prime ore del mattino, dopo i pasti, oppure in una maniera apparentemente casuale, slegata da orari o dal consumo di determinati alimenti.

Come lavare bene i denti

Le cause più comuni dell’alitosi

Nella quasi totalità dei casi (il 90%), le cause dell’alito cattivo sono interne alla bocca. Tra queste, la scarsa igiene orale è sicuramente la causa più comune. Infatti, i batteri presenti sulla parte posteriore della bocca, entrando a contatto con resti di cibo, residui microscopici di sangue o cellule morte della mucosa orale, provocano delle reazioni chimiche che emettono cattivo odore.

Se la parte posteriore della lingua è l’habitat perfetto per la proliferazione di batteri, talvolta questi possono presentarsi anche in altre zone del cavo orale, come gli spazi interdentali, o in prossimità di infiammazioni gengivali e carie. Poiché facilitano la presenza di batteri, quindi, carie non individuate o infezioni locali possono essere delle concause che vengono ad aggravare il problema dell’alitosi.

In altri casi, il fattore scatenante è invece una scarsa idratazione: la bocca secca e quindi la scarsa salivazione possono infatti favorire l’insorgere dell’alitosi. Vanno poi segnalati come fattori dell’alito cattivo anche alcune abitudini alimentari. L’assunzione di bevande e alimenti come i latticini, cipolla e aglio, caffè, zucchero e alcool possono favorire l’insorgere dell’alito cattivo. Anche il fumo, inoltre, danneggiando le gengive può diventare causa di alitosi.

La questione alimentare, comunque, è importante soprattutto nei bambini. Una dieta troppo ricca di grassi, può infatti causare nei più piccoli quella situazione conosciuta come acetone, che si manifesta oltre che con un alito cattivo dall’odore fruttato, anche con una sensazione di nausea.

Quando le cause dell’alitosi, invece, non hanno origine nella bocca, allora l’alito cattivo può essere il sintomo di diverse malattie di tipo sistemico (diabete, disfunzioni renali o epatiche), oppure di malattie digestive o respiratorie, come la bronchite, la tonsillite o la sinusite.

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Cura e rimedi per l’alito cattivo

Come già indicato in precedenza, la cura per l’alito cattivo varia a seconda della sua causa specifica. In alcuni casi, per risolvere il problema basta intervenire sulle abitudini quotidiane. La maggior parte delle volte migliorare l’igiene orale, eliminare o ridurre certi alimenti, smettere di fumare, può bastare per eliminare l’alitosi. Tuttavia, in altre situazioni è invece necessaria una pulizia professionale eseguita dal dentista per rimuovere batteri presenti sui denti ma anche sulla lingua, magari anche da ripetere periodicamente durante l’anno. Quando invece l’alito cattivo è dovuto a una scarsa salivazione, bisogna favorire la produzione di saliva con una maggiore idratazione oppure con la masticazione di gomme che non contengano però zucchero.

Ci sono anche diversi rimedi naturali utili per trattare l’alitosi.  Il succo d’aloe vera, per esempio, è un’alternativa naturale, per questo sono indicati anche dentifrici a base di gel d’aloe, prodotti specificamente per evitare la comparsa di cattivo odore nel respiro. Anche i chiodi di garofano possono servire; masticarli infatti può aiutare a prevenire l’insorgere del problema. Inoltre, prodotti naturali come l’olio essenziale di menta piperita o come la clorofilla possono essere utilizzati per produrre un collutorio fai da te in grado di prevenire e contrastare il problema.

In altre circostanze, ovvero quando l’alitosi è riconducibile alla presenza di una malattia, bisogna invece intervenire sulla situazione patologica per eliminare in maniera efficace e definitiva il problema dell’alito cattivo.