Togliere il dente del giudizio tutto quello che c’è da sapere per superare la paura

L’estrazione del dente del giudizio è una delle operazioni odontoiatriche che desta più preoccupazione nei pazienti. A mettere paura a chi deve togliere il dente del giudizio sono soprattutto il dolore che si può provare e i postumi a cui si può andare incontro nei giorni successivi. Conoscere qualche informazione in più su questa operazione, quindi, è di aiuto per superare le difficoltà e affidarsi al proprio odontoiatra di fiducia senza troppe tensioni.

Il dente del giudizio è forse uno degli elementi più popolari di tutta la dentatura umana. Già il nome con cui è conosciuto si differenzia da tutti gli altri. Non un nome prettamente scientifico (altrimenti andrebbe correttamente chiamato terzo molare) ma una denominazione evocativa, che fa rifermento al fatto che questi denti particolari (sono quattro, posti ai due estremi di ogni arcata) sono gli ultimi a spuntare, molto dopo tutti gli altri, spesso quando si è già superata l’adolescenza. Insomma, quando si diventa più responsabili e si mette giudizio, secondo l’interpretazione popolare. La fama del dente del giudizio, però, è solitamente legata a un’idea di dolore e sofferenza. Essere costretti a togliere il dente del giudizio, infatti, è piuttosto comune e questo mette in ansia molte persone, nella convinzione che si tratti di una procedura dolorosa e con postumi pesanti. Sicuramente non è un’operazione esente da fastidi, ma non è neanche un ostacolo insormontabile di cui avere terrore. Conoscere meglio i termini dell’estrazione del dente del giudizio può senza dubbio aiutare e a mitigare l’ansia.

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Quando è necessario togliere il dente del giudizio

La prima questione da approfondire è quella relativa alle cause che portano il dentista a suggerire la soluzione drastica dell’estrazione del dente del giudizio. E qui viene in rilievo proprio la tardività con cui questo molare si palesa in bocca. Il dente del giudizio, infatti, arriva quando tutti gli altri hanno già preso posizione. Questo può comportare il verificarsi di due situazioni problematiche:

  • il dente del giudizio non ha spazio adeguato per spuntare in quella che sarebbe la sua collocazione naturale e quindi trova altre vie ed assume posizioni scorrette o addirittura rimane incluso;
  • il dente del giudizio, pur non trovando sufficiente spazio, emerge ugualmente e spinge gli altri denti provocandone lo spostamento.

In entrambe i casi, le conseguenze per l’intera salute della bocca possono essere molteplici e pesanti, tra cui:

Come avviene l’estrazione del dente del giudizio

Quando si verifica una di queste situazioni, l’odontoiatra non può far altro che proporre l’estrazione del dente del giudizio, per mettere al riparo la dentatura. L’eventualità è molto diffusa, perché i problemi ai denti del giudizio sono piuttosto frequenti. Per fortuna, i progressi della scienza e della tecnologia hanno reso questa operazione molto più semplice che in passato e i timori che quasi tutti i pazienti hanno possono essere facilmente superati.

Il primo passo che il dentista fa per arrivare a togliere il dente del giudizio è una radiografia che gli consenta di determinarne precisamente la posizione e le condizioni, soprattutto con riferimento a ciò che succede sotto la linea della gengiva. Nei giorni che precedono l’intervento, poi, è molto importante curare con ancora più attenzione del solito la pulizia del cavo orale, per evitare aggressioni batteriche. In alcuni casi, viene anche prescritta una terapia antibiotica preventiva.

Per quanto riguarda invece direttamente l’operazione, l’estrazione del dente del giudizio viene eseguita in anestesia locale, salvo casi eccezionali che possono richiedere quella totale o almeno la sedazione cosciente (ottima soprattutto per chi ha paura del dentista).

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Cosa fare e cosa non fare dopo aver tolto il dente del giudizio

La cosa davvero importante quando si subisce l’estrazione di un dente del giudizio, però, è la gestione della fase post-operatoria. Non a caso, le domande più frequenti sul tema, a parte quelle che riguardano il dolore, sono relative a cosa si può fare o non fare, mangiare o non mangiare. Togliere un dente non è mai piacevole e nelle ore seguenti, dopo che la parte interessata si è risvegliata dall’anestesia locale, si possono verificare dei piccoli ma fastidiosi inconvenienti, come sanguinamento e dolore localizzati. Per questo, è bene attenersi scrupolosamente alla terapia analgesica prescritta dal proprio dentista di fiducia e fare ancora più attenzione all’igiene orale. Inoltre, è bene evitare cibi troppo caldi, freddi o duri oppure alimenti piccanti o speziati. In condizioni normali, infatti, il decorso post estrazione non presenta criticità particolari ma è comunque una fase di maggiore esposizione della bocca al rischio di infezioni. Ovviamente, poi, la rapidità del recupero dipende anche dalla complessità dell’intervento.

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