Malocclusione dentale, come verificarla e curarla
La malocclusione dentale (o malocclusione mandibolare) impedisce la corretta chiusura della bocca, provocando disturbi in tutto il corpo. Per questo motivo, correggere la malocclusione della mandibola è fondamentale per riacquistare benessere e qualità della vita. Per scegliere la terapia più adeguata, però, bisogna capire cosa ha causato la malocclusione e qual è il suo livello di gravità. Inoltre, nel trattamento delle malocclusioni si rivela particolarmente efficace l’approccio polispecialistico, che vede operare in sinergia diversi esperti, nella consapevolezza che le varie parti del corpo umano sono strettamente connesse.
Il corpo umano è un sistema complesso le cui singole parti sono strettamente connesse tra di loro. Accade cos’ che un problema localizzato in bocca possa provocare ripercussioni negative fino ai piedi. Caso emblematico è quello delle malocclusioni dentali e più in generale dei disturbi dell’ATM (articolazione temporo-mandibolare). Infatti, anche se può sembrare incredibile, un non corretto allineamento dei denti o un problema di chiusura della bocca può essere all’origine di mal ti testa, mal di schiena, squilibri posturali e via dicendo. Ecco perché quello delle malocclusioni dentali è un tema che merita di essere conosciuto e approfondito.
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Cos’è la malocclusione dentale, quando la bocca non si chiude bene
Partiamo dalla definizione. La malocclusione dentale, conosciuta anche come malocclusione mandibolare, è un difetto delle arcate dentali che ne impedisce la chiusura corretta. Quando parliamo, mastichiamo, deglutiamo o semplicemente ci rilassiamo tenendo la bocca chiusa, i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore dovrebbero essere perfettamente allineati e toccarsi senza problemi.
In alcuni casi, questo non avviene, ed ecco che ci si trova davanti a una malocclusione. Cosa impedisce la corretta chiusura del morso? I motivi possono essere essenzialmente due:
- denti storti;
- asimmetrie ossee tra mandibola e mascella (una che tende in avanti o l’altra che tende indietro, ad esempio).
La malocclusione può avere diversi livelli di gravità, che richiedono interventi più o meno incisivi. La classificazione di questo difetto prevede tre gradini.
- Malocclusione di prima classe: l’arcata superiore (mascella) è leggermente più avanti di quella inferiore, nel complesso, però, l’occlusione è quasi normale.
- Malocclusione di seconda classe (retrognatismo o sovramorso): l’arcata superiore è molto più avanti di quella inferiore e spesso i denti incisivi (sia sopra che sotto) sono piuttosto distanti tra loro. Ci si trova, quindi, di fronte a un mix di retrognatismo e affollamento dentale.
- Malocclusione di terza classe (prognatismo o sottomorso): qui è l’arcata inferiore a essere più avanti di quella superiore, il cosiddetto morso inverso.
Ci sono poi anche altre anomali, che si distinguono per caratteristiche specifiche:
- morso profondo: quando gli incisivi superiori coprono quelli inferiori;
- morso aperto: quando i denti anteriori non si chiudono;
- morso crociato: quando i denti inferiori coprono i loro corrispettivi superiori;
- diastema: quando c’è troppo spazio tra due denti contigui;
- affollamento: quando c’è sovrapposizione tra la maggior parte dei denti (o addirittura tutti).
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Le cause della malocclusione della mandibola
Trovato il problema, bisogna indagarne le ragioni. Quando si analizzano le cause della malocclusione dentale è possibile ricondurle a due grandi categorie:
- difetti ereditari (proprio della struttura fisica di ciascuno)
- difetti emersi a seguito di cattive abitudini o di eventi traumatici.
Se il disallineamento tra le arcate è conseguenza della conformazione stessa di mascella, mandibola e denti, non ci si può imputare nessuna colpa. Equivale all’essere bassi, alti, con dita lunghe o corte, eccetera. È responsabilità del caso o della natura, come si preferisce.
Diverso è il discorso quando la malocclusione nasce da un comportamento sbagliato o patologico. Qualche esempio: bruxismo (cioè la tendenza a digrignare), denti mancati e non sostituiti o scheggiati e non ricostruiti, tic nervosi (come lo spingere con la lingua contro le arcate dentali). Inoltre, molto dannoso, nei bambini, è l’uso di succhiarsi il pollice o l’abuso del ciuccio. In tutti questi casi, sarebbe bene eliminare alla radice il comportamento errato prima che sia troppo tardi.
Come riconoscere la malocclusione dentale: sintomi e diagnosi
In un primo momento, si potrebbe pensare che le diverse tipologie di malocclusioni siano soltanto delle imperfezioni estetiche. In realtà, tutto ciò che riguarda il morso e la chiusura dei denti ha ripercussioni pesantissime sul resto del corpo: testa, schiena, orecchie, postura. Per questo è utile una diagnosi precoce, che permetta di arginare subito le conseguenze negative di questo difetto.
I sintomi a cui bisogna prestare attenzione sono molti:
- difficoltà nella masticazione;
- difficoltà nella deglutizione (o deglutizione atipica);
- difficoltà nella respirazione (tosse frequente, bocca aperta, russamento, asma, bronchite cronica);
- problemi alle orecchie e all’equilibrio (acufeni e vertigini);
- mal di testa;
- mal di schiena;
- malattie dentali molto frequenti (carie, gengivite, ecc);
- disallineamenti nei tratti del viso.
Se si accusano alcuni dei sintomi su indicati, è bene rivolgersi subito al dentista di fiducia. È lui il più indicato a fare una corretta diagnosi di malocclusione dentale. Spesso già ad occhio nudo è possibile verificare l’esistenza di questo difetto. Per comprenderne bene la gravità, però, può essere necessario ricorrere a degli esami, come le radiografie (o telegrafie) di mascella e mandibola.
Come curare la malocclusione mandibolare: le terapie disponibili e l’approccio polispecialistico
Una volta diagnostica la malocclusione bisogna correre ai ripari, il prima possibile. La giusta terapia dipende, però, dalla gravità del difetto, dalle sue caratteristiche e dalle cause. Molto rilevante è anche l’età di chi inizia la cura. Nei bambini è tutto più semplici, perché ossa e dentatura non sono ancora completamente formati e stabilizzati. Più complesso, invece, intervenire su un adulto. In linea di massima, la terapia più utilizzata è l’ortodonzia, in varie forme. Da quelle più lievi, con bande, fili ed elastici, a quelle più incisive, che prevedono l’uso del bite per malocclusioni o dell’apparecchio specifico. In alcuni casi, può anche essere necessario procedere all’estrazione di uno o più denti, per ridurre il sovraffollamento delle arcate. Infine, nelle forme più gravi, può servire di ricorrere all’intervento chirurgico su mascella e/o mandibola.
Le malocclusioni, però, sono uno degli ambiti in cui più incisiva è l’efficacia dell’adozione di un approccio polispecialistico. Il presupposto da cui tutto muove è semplice: il corpo umano è un sistema complesso, le cui singole parti sono strettamente collegate e che viene attraversato da una fitta rete di correlazioni. Quindi, se un’articolazione forte e cruciale come quella temporo-mandibolare si disallinea, non possono non esserci conseguenze a cascata su zone del corpo anche molto lontane dalla bocca e dai denti. Non a caso, come abbiamo visto, le malocclusioni sono in relazione con diversi disturbi, come emicranie, mal di schiena, difetti posturali e nella camminata, problemi di vista e di udito. Una relazione che è bilaterale: in alcuni casi sono i disallineamenti dentali a generare questi fastidi, in altri casi è la malocclusione a sorgere come conseguenza di altre problematiche. Di sicuro, però, per trovare il bandolo della matassa bisogna realizzare delle analisi approfondite e coinvolgere più specialisti, che lavorino in sinergia: dall’ortodontista all’osteopata, dall’optometrista al logopedista, dal nutrizionista all’esperto in riprogrammazione muscolare.
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