Denti e ciuccio: consigli per genitori, tra falsi miti e necessarie accortezze

Il legame tra l’uso del ciuccio da parte dei bambini e l’insorgere d problemi come palato stretto e denti storti è già da anni oggetto di studio da parte dei dentisti. Un’attenzione che ha contribuito a creare un clima di diffidenza verso questo oggetto tanto amato dai più piccoli. In realtà, però, viste le recenti evoluzioni dei prodotti in commercio, il ciuccio non deve più essere visto dai genitori come un pericolo, purché si seguano determinate accortezze.

La prima visita dal dentista

Il ciuccio, si sa, è uno dei migliori amici dei bambini, almeno nei primissimi mesi di vita. D’altronde, la suzione non nutritiva (quindi diversa da quella che il neonato attua quando prende il latte dal seno materno o dal biberon) svolge un ruolo fondamentale nella crescita del bambino, perché rappresenta una coccola importantissima, un momento calmante, visto che stimola la produzione di serotonina, l’ormone della felicità. Ecco perché i bambini piccoli desiderano succhiare, sia che si tratti del ciuccio o del loro pollice. Allo stesso tempo, però, questo istintivo gesto del succhiare è coinvolto anche nello sviluppo delle ossa della bocca e del cranio. Da qui, la necessità per i genitori di adottare alcune accortezze, onde evitare che il bambino sviluppi problemi odontoiatrici (e non solo).

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Il collegamento tra ciuccio, palato stretto e denti storti

I difetti dentali più comuni che possono scaturire da cattive abitudini legate al ciuccio sono: palato stretto, denti storti, malocclusioni e deglutizione atipica. Spesso, alcuni di questi disturbi si presentano insieme, perché strettamente connessi. Ad esempio, il palato stretto comporta denti storti a causa di sovraffollamento. A loro volta, però, i denti storti possono essere all’origine di una malocclusione, che può generare deglutizione atipica. Tutti questi problemi che possono verificarsi a cascata originano, però, da un epicentro comune: lo scorretto sviluppo delle ossa che viene generato da una suzione sbagliata. Mentre il bambino succhia, infatti, esercita una pressione che porta il palato ad adattarsi alla forma e alla dimensione di ciò che si sta succhiando. Questo, a lungo andare, può influenzare la formazione delle ossa della mandibola e del cranio.

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Come scegliere il ciuccio giusto e come utilizzarlo

Il fatto che la medicina abbia compreso il legame che c’è tra sviluppo delle ossa del cranio, conformazione della dentatura e suzione dei bambini ha permesso alle aziende produttrici di ciucci di elaborare dei prodotti particolari, capaci di superare le criticità e di non creare danni allo sviluppo dei denti. Non tutti i ciucci per bambini, quindi, sono uguali, ed i genitori devono prestare un po’ di attenzione a quale scelgono. In particolare, bisogna adeguare il ciuccio alla crescita fisica del bambino, evitando di fargliene succhiare uno troppo piccolo. In questo caso, infatti, il palato tenderà a adattarsi alla misura e quindi a “stringersi”. Mese dopo mese, quindi, il ciuccio va cambiato, in modo che sia sempre un po’ più grande del palato.

Una volta acquistato il cuccio giusto, però, bisogna anche utilizzarlo in maniera adeguata. Come già detto, per il bambino la suzione senza nutrimento non è un vizio, come spesso si pensa, ma una necessità. Quindi, imporre drasticamente ad un neonato un uso solo sporadico del ciuccio è sbagliato, perché lo priva inutilmente di un’attenzione che gli infondo tranquillità. Il ciuccio, quindi, nei primi mesi di vita, può essere dato liberamente, di giorno e di notte. È verso i due anni che bisogna cominciare a rallentarne l’uso, cercando di interromperlo del tutto intorno ai tre anni. Ovviamente, vanno completamente dimenticate, invece, altre cattive abitudini connesse con il ciuccio, come quella di cospargerlo di miele o di zucchero per aumentarne l’effetto calmante sul bambino. In questo caso, l’insorgere della cosiddetta sindrome da biberon e il rischio che si carino i denti da latte è altissimo.

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