Ponte dentale, dieci domande per conoscerlo meglio
Il ponte dentale è una protesi fisa che permette di sostituire uno o più denti mancanti. Ne esistono diverse tipologie, che differiscono soprattutto per materiali e struttura. Efficacia, estetica e non invasività sono i suoi indiscussi vantaggi. Mentre tra gli svantaggi possono annoverarsi la non perfetta riuscita sul lungo termine e la necessità di una pulizia attenta e costante.
Una delle soluzioni più gettonate per ovviare alla mancanza di uno o più denti è il ponte dentale. La fortuna di questo tipo di protesi fissa risiede senza dubbio nella sua capacità di combinare efficacia, estetica, poca invasività e buona durata nel tempo. Ma cos’è davvero un ponte dentale? Come funziona? Come va gestito? Ecco dieci domande e risposte per conoscerlo meglio.
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Cos’è e come funziona un ponte dentale?
Il ponte dentale fa parte delle cosiddette protesi fisse, cioè le soluzioni non rimovibili che permettono di sostituire uno o più denti mancanti, ripristinando l’estetica della bocca e soprattutto la funzionalità. È costituito da due elementi principali:
- i denti pilastro, cioè i denti naturali (o impianti) su cui viene ancorato il ponte;
- i denti artificiali, che colmano lo spazio vuoto e che vengono fissati ai pilastri, garantendo stabilità e comfort.
Quante tipologie di ponti dentali esistono?
Per classificare i ponti, è possibile riferirsi a due distinti criteri: la loro struttura e il materiale di cui sono composti.
Dal punto di vista strutturale, si identificano quattro tipologie di ponte dentale:
- ponte tradizionale: è il più comune, ancorato ai denti naturali adiacenti con corone;
- ponte su impianti: è fissato su impianti dentali e si utilizza nei casi in cui non ci siano denti naturali vicini;
- ponte a sbalzo: è supportato solo da un lato e si rivela una soluzione utile quando c’è un solo dente adiacente (difficilmente, però, può essere utilizzato per denti anteriori, perché meno resistente);
- ponte Maryland: è una variante che utilizza una struttura in metallo o porcellana che si ancora ai denti vicini con alette (spesso usato per i denti anteriori).
Sotto il profilo dei materiali utilizzati, invece, si possono distinguere le seguenti tipologie:
- ponte in metallo-ceramica: la struttura interna i è in metallo ed è ricoperta da ceramica (robusto e con buona resa estetica);
- ponte in ceramica integrale: è realizzato interamente in (robusto e con eccellente resa estetica);
- ponte in zirconia: è realizzato in zirconio, un materiale resistente e biocompatibile (ottima estetica e durevolezza);
- ponte in resina composita: è la soluzione più economico ma va considerato temporaneo, perché meno resistente rispetto a metallo o ceramica.
Meglio le protesi dentali fisse o quelle mobili?
Come si attacca il ponte ai denti naturali?
Il ponte dentale viene ancorato ai denti naturali adiacenti mediante delle corone. Prima di posizionare il ponte, i denti pilastro vengono preparati, cioè, cioè limati per ridurne il volume e permettere di posizionare sopra le corone che faranno da sostegno. Successivamente, il ponte (che include le corone e il dente artificiale centrale) viene cementato in modo permanente. In alternativa, come già anticipato, il ponte può essere fissato a impianti dentali se i denti naturali non sono sufficienti o mancano.
Quando conviene optare per il ponte?
Quando ci si trova fronteggiare la mancanza di uno o più denti, la soluzione migliore, per efficienza e resa estetica, è senza dubbio quella dell’impianto dentale. Questa opzione, però, non è sempre praticabile, perché richiede la presenza di una quantità di osso sufficiente su cui ancorare i denti fini. Inoltre, l’impianto è pur sempre un intervento chirurgico invasivo. Una valida alternativa, meno invasiva e comunque solida, è rappresentata proprio dal ponte dentale.
Meglio una protesi fissa o un impianto dentale?
Quante sedute servono per installare un ponte dentale?
Di solito, l’installazione di un ponte dentale richiede due o tre sedute dal dentista. Nella prima visita, i denti pilastro vengono preparati (limati), e viene presa un’impronta dentale per realizzare il ponte su misura. Il paziente può ricevere un ponte temporaneo fino alla prossima seduta. Nella seconda visita, si verifica l’adattamento del ponte definitivo, che viene poi cementato in posizione. Se sono necessari ulteriori aggiustamenti, potrebbe essere necessaria una terza seduta. L’intero processo richiede generalmente alcune settimane.
Quali sono vantaggi e svantaggi del ponte per sostituire denti mancanti?
Come già in parte sottolineato, la soluzione del ponte dentale come rimedio contro la mancanza di uno o più denti presenta numerosi ed evidenti vantaggi. Si tratta, infatti, di una protesi fissa capace di ripristinare in modo pressoché perfetto sia la funzionalità della dentatura sia l’estetica del sorriso. Inoltre, l’installazione di un ponte non richiede invasivi interventi chirurgici ed è piuttosto rapida, risolvendosi in poche sedute dal dentista. Per completezza di informazione, però, è giusto anche sottolineare i difetti di questa opzione, che riguardano in primo luogo la necessità di danneggiare i denti adiacenti per procedere all’installazione del ponte. Ci sono poi i rischi legati a una minor resistenza nel tempo e le difficoltà legate alla pulizia e manutenzione della protesi, che possono inficiare l’igiene orale nel suo complesso.
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Quanto costa un ponte dentale?
Non è possibile predeterminare con precisione, in via generale, il costo di un ponte dentale perché questo può variare in base a diversi fattori, tra cui:
- numero di denti da sostituire: più denti vengono coinvolti, maggiore è il costo;
- materiali utilizzati per realizzare la protesi: un ponte in zirconia o ceramica integrale costa più di uno in metallo-ceramica;
- tipologia di ponte: i ponti su impianti dentali sono generalmente più costosi rispetto ai ponti tradizionali.
Quanto dura il ponte dentale?
Se ben fatto e soprattutto trattato con cura, un ponte dentale può durare anche oltre 15 anni. Le variabili in grado di incidere su questa tempistica sono molteplici, a partire dal materiale utilizzato e dalla correttezza dell’ancoraggio, per finire con il mantenimento di una corretta e attenta igiene orale.
Come pulire e come mantenere un ponte dentale?
Alla luce di quanto detto in riferimento alla durata del ponte, appare chiaro come il tema della pulizia e manutenzione assuma una rilevanza notevole. In realtà, però, a chi ha in bocca un ponte dentale non è richiesto nessun particolare sforzo suppletivo rispetto a quello che dovrebbe fare ogni persona per curare adeguatamente la propria igiene orale. I consigli, infatti, sono sempre gli stessi, al massimo con qualche accortezza in più:
- spazzolatura regolare: lavare i denti almeno dopo ogni pasto con uno spazzolino idoneo e seguendo alcune regole basilari;
- uso del filo interdentale e/o dello scovolino: utilizzare filo interdentale o scovolini appositi per pulire sotto il ponte e tra i denti pilastro, dove si può accumulare placca;
- controlli periodici: effettuare regolari visite dal dentista per monitorare lo stato del ponte e la salute dei denti e delle gengive.
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