Pulpite: cause, sintomi e cura
La pulpite è tra le cause più comuni del mal di denti. Spesso è la dolorosa conseguenza di una carie dentale non trattata o sottovalutata. Per curarla, occorre prima di tutto effettuare una diagnosi che permette di capire lo stato di avanzamento della patologia.
Molto spesso, dietro al mal di denti si nasconde un disturbo chiamato pulpite. E altrettanto spesso, dietro alla pulpite si nasconde un dente cariato. Ecco perché la pulpite dentale e il fastidio che provoca non dovrebbero mai essere trascurati, potendo dare vita, con il passare del tempo, a patologie molto più gravi, che possono provocare anche la perdita del dente. Ma cos’è precisamente la pulpite? Come si riconosce e come si cura?
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Cos’è la pulpite
Comincia rispondendo alla prima domanda. La pulpite è un’infiammazione che colpisce la polpa dentaria, cioè la parte più sensibile della dentatura, il cuore del dente, in sintesi la sua parte vitale. Da questo soffice tessuto si produce la dentina, dove sono presenti le terminazioni nervose che ci permettono di avvertire il caldo il freddo, il dolce e l’acido. Per questo, quando un’infiammazione come l pulpite arriva a intaccarla il dente diventa ipersensibile e si avverte un forte dolore.
A seconda della gravità, la pulpite si può distingue in reversibile e irreversibile.
Pulpite dentale reversibile
Nel caso della pulpite reversibile, l’infiammazione è moderata e quindi, se presa in tempo, può essere curata in modo piuttosto agevole. In questo caso, il mal di denti non sarà costante ma solo legato a precisi stimoli, come il contatto con bevande calde o freddo oppure la masticazione.
Pulpite dentale irreversibile
Molto più grave, invece, è il caso della pulpite irreversibile, che è purtroppo l’approdo naturale di una pulpite reversibile non curata. In questo caso, infatti, la semplice infiammazione iniziale degenera in necrosi della polpa dentale. Le ulteriori conseguenze possono essere ascesso, parodontite, granuloma o cisti. Nella pulpite irreversibile, il mal di denti è costante.
Le cause della pulpite
Come già detto, la causa principale della pulpite è una carie dentale. Il processo cariogeno infatti provoca una progressiva demineralizzazione dello smalto dentale e della dentina. Lo smalto dentale viene perforato dalle sostanze acide prodotte dagli zuccheri che a loro volta fermentano dai batteri presenti nel cavo orale. Quando il tessuto che la ricopre si lacera, la polpa dentaria resta esposta agli stimoli esterni e si avverte quindi il fastidioso dolore ai denti che rivela la presenza della pulpite.
Detto ciò, oltre ai fenomeni cariogeni, la pulpite può avere origine anche da altre condizioni o patologie. Tra queste le più importanti sono:
- Bruxismo
- Scarsa Igiene orale (ecco perché è importante lavare bene i denti)
- Malocclusione o masticazione scorretta
- Traumi dentali
- Interventi dentari eccessivamente invasivi ripetuti nel tempo
- Parodontite
I sintomi della pulpite: mal di denti e gonfiore
Il più classico e comune sintomo della pulpite è il mal di denti. Inizialmente la pulpite è silente, ma quando l’infiammazione arriva ad intaccare la dentina il dolore si presenta come molto forte, pulsante e intermittente, come una fitta estemporanea che spesso si attenua subito ma si fa nuovamente sentire più tardi. Inoltre, il dolore solitamente insorge quando si mangiano cibi dolci, caldi, freddi o acidi, in altri termini quando degli stimoli esterni attivano le terminazioni nervose della polpa dentaria.
L’intensità del fastidio dipende ovviamente dallo stato di avanzamento della patologia, in genere più ha agito in profondità il processo cariogeno e più forte sarà il dolore. In presenza di un’infiammazione avanzata, inoltre, insieme al dolore può presentarsi anche un gonfiore evidente e si espande a tutta l’arcata dentaria.
Per alleviare il dolore e sgonfiare la parte interessata dal problema, si può fare ricorso a un antibiotico o a un antinfiammatorio, ma occorre sempre consultare un medico. Al di là dell’alleviamento del dolore, inoltre, la cura della pulpite deve essere necessariamente realizzata con l’intervento professionale di un dentista.
Come si cura la pulpite
Quando si parla di cura della pulpite bisogna correttamente distinguere tra la gestione del mal di denti, che serve a migliorare la qualità della vita del paziente, e il trattamento vero e proprio del disturbo. Inoltre, un ruolo fondamentale lo svolge la prevenzione.
La prevenzione
Prevenire, si sa, è sempre meglio che curare. La prevenzione della pulpite significa ovviamente avere una buona igiene orale, una cura dei denti ottimale ed evitare tutte le cattive abitudini che possono sfociare nell’insorgere di carie dentali o di altri processi infiammatori che colpiscono lo smalto dentale, rendendolo meno forte e resistente.
L’importanza della pulizia dei denti professionale
La gestione del mal di denti
Una volta che la pulpite purtroppo si è generata, il primo problema che si pone è il trattamento del dolore. Il mal di denti, infatti, può essere davvero forte e invalidante. Le soluzioni sono di tipo farmacologico e contemplano l’uso di analgesici di vario tipo o di antibiotici, entrambe su prescrizione medica.
Il trattamento odontoiatrico
Per quanto riguarda la vera e propria cura della pulpite, torna in rilievo la distinzione tra reversibile e irreversibile.
Se la pulpite è reversibile nonostante i danni allo smalto dentale, la polpa dentale può essere preservata perché conserva ancora le sue funzioni vitali. In questa condizione, quindi, il dentista rimuove la carie con un’otturazione e ricostruisce il dente per eliminare il problema.
La situazione è invece completamente diversa se la pulpite è arrivata a uno stato irreversibile, causando oramai la necrosi della polpa e impedendone di conseguenza la cura. In questo caso bisogna effettuare una devitalizzazione del dente, estraendo la polpa dentaria e riempendo la cavità con del materiale specifico. Il dente sarà guarito quando i sintomi della pulpite e il dolore saranno spariti.
Può succedere, anche se è molto raro, che dopo la devitalizzazione il dolore persista, perché sono sfuggiti alcuni canali alla devitalizzazione, in questi casi occorre ripetere ulteriormente la terapia.