Le faccette estetiche in 6 domande, una guida rapida ai dubbi più frequenti

Le faccette dentali sono un rimedio di odontoiatria estetica ormai molto amato e utilizzato. I pazienti, però, si trovano spesso a confrontarsi con quesiti legati alla durata dei veeners, alla loro applicazione e alla corretta manutenzione. In questo articolo, sono raccolte le risposte alle domande più frequenti sulle faccette estetiche, per fugare ogni dubbio.

Amate dai vip, diffuse anche tra persone che nulla hanno a che fare con il mondo dello spettacolo, le faccette per denti sono ormai tra le principali protagoniste dell’odontoiatria estetica. Una vera passione, esplosa negli ultimi anni. Chi si rivolge a un dentista per l’applicazione delle faccette dentali, però, spesso si presenta con molti dubbi. A preoccupare sono soprattutto costi, manutenzione e l’eventualità che provi dolore durante la loro applicazione.

Navigando online, si possono scoprire forum pieni di domande rivolte ad esperti sul tema delle faccette, e molte ruotano sempre intorno agli stessi concetti. Ecco il perché di questa raccolta, un rapido riassunto dei quesiti più frequenti, corredati dalla loro risposta, affidati agli esperti degli Studi Puzzilli.

Prima di iniziare, se vuoi capire meglio cosa sono le faccette estetiche, leggi questo approfondimento.

Come si mettono?

Le faccette sono delle sottili lamine in ceramica che si applicano sulle superfici esterne del dente. Una volta progettato l’intervento, il loro montaggio è semplice e avviene previa leggera limatura dei denti. Le faccette vengono “incollate” utilizzando una resina naturale, fatta solidificare rapidamente (polimerizzata).

L’applicazione è dolorosa?

No, mettere le faccette non fa male. L’operazione, come descritta sopra, comporta dolore minimo se non addirittura completamente nullo.

Quanto durano?

Se parliamo di faccette di alta qualità applicate da un professionista, la durata può raggiungere tranquillamente i dieci anni, e anche superarli. Ad una condizione: che venga fatta una manutenzione attenta dei veeners. Questo significa recarsi dal dentista per controllo almeno due colte l’anno e avere un’igiene orale impeccabile (corretto lavaggio dei denti, uso del filo interdentale, pulizia professionale periodica).

Rischiano di staccarsi?

No, il rischio di caduta delle faccette è davvero residuale. Se la cementatura è fatta bene e non le si sottopone a stress particolari (cosa che non va fatta neanche con i denti naturali), restano al loro posto senza problemi.

Cosa non posso mangiare?

I denti con le faccette vanno trattati come i denti senza faccette. Questo significa che si può mangiare tutto, perché la masticazione non viene intaccata, prestando però attenzione ai cibi molto duri, da evitare o da “maneggiare” con cura.

Quando sono utili le faccette?

Le faccette dentali possono essere utilizzate per risolvere numerosi problemi di estetica dentale: denti piccoli corti, denti consumati, denti storti (quando non si può intervenire con l’ortodonzia), scheggiature o rotture, diastema, denti macchiati.


Collutorio per denti

Collutorio, guida a un uso corretto

Il collutorio serve? Quando? Come si usa? Sostituisce spazzolino e dentifricio? Come scelgo quello giusto? Tante domande girano intorno al collutorio e spesso le risposte sono fuorvianti. Ecco perché c’è bisogno di un approfondimento sui diversi tipi di collutorio che faccia un po’ di chiarezza.

Il collutorio è probabilmente lo strumento di igiene orale su cui c’è maggiore confusione, soprattutto riguardo al suo utilizzo e al suo ruolo. Da un lato, infatti, non può essere considerato un pilastro della pulizia dei denti (come sono invece spazzolino, dentifricio e filo interdentale) ma semmai un utile supporto. Dall’altra, i media sono pieni di pubblicità che sponsorizzano l’uso massiccio di collutori di tipo cosmetico e commerciale, belli, colorati, capaci di promesse miracolose. Ecco, allora, che ognuno di noi si trova di fronte a molti dilemmi. Collutorio sì o collutorio no? E quale scegliere? In base a quali criteri? I collutori cosmetici vanno bene o meglio quelli venduti in farmacia? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, partendo da una veloce premessa, che può sembrare fuori tema ma non lo è.

Come si scrive, collutorio o colluttorio? Un chiarimento prima di iniziare

Questo non è un sito che si occupa di grammatica. Però, visto che si parla di un prodotto fondamentale per l’igiene orale e ci sono dubbi su come si scriva correttamente, una piccola parentesi, prima di iniziare, può essere utile. Nel linguaggio parlato è facile sentir dire (e dire, in prima persona) colluttorio, con la doppia t. La versione corretta, però, di t ne vuole una sola: collutorio. Il perché si spiega guardando l’etimologia della parola. Collutorio, come spiega l’enciclopedia Treccani, viene dal latino collùtus, voce del verbo collùere, che significa sciacquare. Il collutorio, infatti, serve a sciacquare i denti. La doppia t non c’è in latino e quindi non deve esserci in italiano. Fine della parentesi, possiamo cominciare a parlare di denti.

Cos’è il collutorio

Il collutorio non è altro che un liquido disinfettante che può essere utilizzato per sciacquare i denti durante le attività di igiene orale. Quello che è importante ribadire, però, è che, in nessun caso, il collutorio può sostituire spazzolino e dentifricio. Semmai è un’aggiunta, ma non un surrogato. I denti si puliscono spazzolandoli bene e passando il filo interdentale. Guai a farsi tentare dalla rapidità di un risciacquo con il collutorio pensando di essersi presi cura della salute dentale. Errore ancora più grave lo fa chi pensa di sostituire con qualche gargarismo la pulizia professionale dei denti, che va fatta periodicamente.

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Quindi a cosa serve il collutorio?

Il collutorio supporta l’azione antibatterica dell’igiene orale quotidiana. Inoltre, si rivela molto utile nel mantenere l’alito fresco, come rimedio contro l’alitosi. Ovviamente, un discorso diverso lo meritano i collutori terapeutici, che sono dei veri e propri medicinali, venduti in farmacia, e che servono a curare le infiammazioni delle gengive.

Ecco come prendersi cura delle gengive

Come si utilizza il collutorio

L’uso del collutorio è piuttosto semplice. È l’ultima tappa dell’igiene orale, da fare dopo aver spazzolato e passato il filo. Si versa la dose consigliata nel bicchiere, si mette in bocca e si sciacqua, facendogli raggiungere bene tutti i punti della bocca. Può essere opportuno anche fare dei gargarismi, per disinfettare il cavo orale. Il tutto, deve durare per almeno 30-40 secondi, poi il collutorio va espulso. È consigliabile fare anche un secondo risciacquo con sola acqua.

I collutori cosmetici possono essere usati ogni volta che ci si lava i denti, purché si faccia attenzione a non scegliere tipologie troppo aggressive.

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Come scegliere il collutorio

I diversi tipi di collutorio, come scegliere quello giusto

In commercio, infatti, esistono moltissimi tipi di collutori e può essere molto complicato capire le differenze.

Una prima distinzione fondamentale da fare è quella tra:

  • Collutori terapeutici (es: collutorio con clorexidina), che, come già accennato, sono dei farmaci e quindi devono essere presi previa prescrizione e sotto il controllo del medico; di solito sono usati nei casi di gravi infiammazioni delle gengive, come le gengiviti;
  • Collutori cosmetici, che sono acquistabili liberamente, anche nei supermercati, e coadiuvano la normale igiene orale.

Andando nello specifico dei collutori cosmetici, per non perdersi nel mare delle offerte, è sufficiente farsi guidare da questi pochi elementi:

  • assenza di conservanti, allergeni e coloranti;
  • basso contenuto di alcool (meglio ancora se completamente assente);
  • assenza di clorexidina.

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Denti uomini

Il sorriso degli uomini, come prendersene cura

I denti degli uomini sono soggetti alla placca e alle cattive abitudini, compresi frequenti traumi. Ma è soprattutto una minore attenzione alla prevenzione e all’igiene dentale che mette a rischio la salute orale maschile. Qualche consiglio per far brillare il proprio sorriso.

Il sorriso delle donne e la sua salute hanno delle particolarità (qui un approfondimento sul tema), ma si può dire lo stesso anche degli uomini? La risposta è sì. Ma questa volta, più che gli ormoni, come nel caso femminile, giocano un ruolo fondamentale l’attenzione e la cura prestate ai denti. Studi e statistiche, infatti, fanno emergere come i denti maschili siano più esposti a danneggiamento e malattia per cause che si potrebbero definire esterne: poche visite dal dentista, pulizia professionale sporadica, frequenza di traumi e cattive abitudini. Questo significa che, con qualche accortezza, il quadro può migliorare molto.

Curare l’igiene orale, la placca è dietro l’angolo

Il nemico numero uno dei denti maschili (e non solo) è la placca. Ecco perché l’igiene orale quotidiana è fondamentale. Eppure, molti uomini la trascurano, tendono a lavare i denti meno frequentemente rispetto alle donne e a dedicare allo spazzolamento poco tempo. Questo è il primo sforzo che va fatto: cura costante e non frettolosa. I denti vanno spazzolati con metodo e bisogna passare quotidianamente il filo interdentale. Periodicamente, poi, è bene sottoporsi a sedute di igiene professionale. L’ideale sarebbe prenotarne almeno una ogni sei mesi.

Come lavare bene i denti

La prevenzione è fondamentale

Secondo consiglio da tenere bene a mente: la prevenzione. Dal dentista, infatti, non bisogna andare solo nel momento in cui si avverte dolore. A quel punto, infatti, il problema dentale potrebbe essere arrivato ad uno stadio troppo avanzato e richiede soluzioni drastiche. Muoversi preventivamente, invece, in molti permette di salvare i denti ed evitare dolore e problemi. Il caso classico è quello delle carie, che quando arrivano a provocare un ascesso sono davvero ostiche da trattare.

Attenzione ai traumi e alle cattive abitudini

Parlando di salute orale maschile, bisogna poi affrontare il tema delle cattive abitudini. Rispetto alle donne, infatti, gli uomini tendono a fare maggiormente uso di sigarette, alcolici e caffè. Tutti “vizi” che hanno ripercussioni negative sui denti, macchiandoli o rendendoli meno sani. Se non si riesce ad evitarli completamente, è bene quantomeno ridurli al minimo. E, ovviamente, tamponare con maggior prudenza e prevenzione. Un capitolo a parte, infine, è rappresentato dai traumi dentali. Gli uomini, infatti, praticano più frequentemente sport di contatto o lavori fisici che possono causare urti ai denti. In questo caso, però, difficile fare vera prevenzione, se non utilizzando la massima accortezza possibile.

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problemi dentali dei bambini

Curare i denti dei bambini, quali sono i problemi più comuni

I denti dei bambini possono presentare diversi problemi e devono essere curati proprio come quelli di un adulto. Carie, denti storti, traumi e macchie bianche sono i disturbi più comuni, che i genitori devono imparare ad affrontare. Nulla di grave, però, che non si possa risolvere affidandosi al proprio dentista di fiducia.

Il dentista dei bambini

Chi lo ha detto che i denti dei bambini non si ammalano? Anzi, possono andare incontro a diversi problemi, spesso proprio perché viene un po’ trascurata l’igiene orale. Anche i denti da latte? Sì, anche quelli. Ecco perché il genitore devono insegnare ai figli a prendersene cura fin da subito, lavandoli bene tutti i giorni (qui qualche consiglio pratico per riuscirsi). Vediamo alcuni dei disturbi più comuni che possono minare la salute orale dei più piccoli.

Carie e ascessi

Le carie (e gli ascessi che possono provocare) sono il nemico numero uno dei denti, a qualunque età. Anche la dentatura dei bambini è a rischio, pure quando si tratta ancora soltanto di denti da latte. Placca e tartaro, infatti, non perdonano. Bisogna intervenire? Certo che sì. Un dente cariato può dare dolore, soprattutto se degenera in un ascesso. Inoltre, se si lascia al suo posto un dentino con carie, senza chiedere il consulto di un dentista pediatrico, si rischia di compromettere anche la corretta crescita di quello definitivo.

Leggi di più: Come curare le carie nei denti da latte

Denti storti, malocclusioni e affollamento dentale

La perdita dei denti da latte e la crescita di quelli definitivi è un passaggio molto delicato. È qui che si mettono le basi per una dentatura dritta, bella da vedere e soprattutto perfettamente funzionale. Se ci sono problemi che inficiano la posizione dei denti, quindi, è proprio questo il momento di intervenire. Palato stretto, affollamento dentale, denti posizionati male o che non fuoriescono perfettamente. Sono tutti casi molto più comuni di quanto si pensi. E l’ortodonzia precoce (detta anche ortodonzia intercettiva) è quasi sempre la soluzione più indicata.

Leggi di più: Il bruxismo può colpire anche i bambini

Traumi dentali

I bambini, si sa, sono spesso vittime di cadute, magari giocando o facendo sport. Sono gli inconvenienti della giovane età. Purtroppo, a volte, i denti fanno le spese di questi piccoli e grandi capitomboli. Il problema è che questi traumi, pur colpendo i denti da latte destinati a cadere, possono riflettersi negativamente sulla crescita della dentatura definitiva. Ecco perché, anche se magari non necessità di un intervento immediato, i denti che sono stati sottoposti a una forte “botta” devono essere sorvegliati nel tempo, per evitare che diano ulteriori problemi.

Macchie bianche sui denti

Capita di frequente di notare sui denti dei bambini la comparsa di piccole macchie bianche. Questo possono essere causate da un trauma ma anche da una particolare patologia: l’ipomineralizzazione (MIH). Si tratta di un difetto dello smalto che può avere diversi livelli di gravità.

Scopri tutti gli articoli dedicati a denti e bambini


Dente del giudizio incluso

Dente incluso, cos’è e come si cura

Si parla di dente incluso, o anche dente ritenuto, quando il dente si trova interamente nella gengiva, invece che fuoriuscirne in parte, come naturale. Possono subire inclusione dentale i denti del giudizio (molto spesso) ma anche i canini e i premolari. In questo articolo, un approfondimento su cause, conseguenze e possibili terapie (estrazione, ortodonzia, autotrapianto.

Dente incluso? Ecco cosa significa

Un dente incluso è un dente che rimane imprigionato nell’osso e nella gengiva, in tutto o in parte, e non spunta dalla gengiva. È una condizione piuttosto frequente, che può avere diverse cause e colpisce soprattutto (ma non esclusivamente) i denti del giudizio. Una corretta diagnosi avviene attraverso una radiografia. L’RX, infatti, consente di vedere correttamente la situazione dentale.

A seconda della posizione del dente e di quanto spunta dalla gengiva è possibile distinguere diversi casi:

  • dente totalmente incluso: è tutto all’interno dell’osso mascellare;
  • dente parzialmente incluso: è visibile fuori dalla gengiva, anche se meno di quanto dovrebbe;
  • inclusione orizzontale: rispetto ai denti che lo affiancano, quello incluso si trova in un innaturale posizione orizzontale, quindi parallelo alla gengiva;
  • inclusione verticale: la posizione è corretta, ma il dente è sotto il livello della gengiva, attaccato a quello vicino;
  • inclusione angolare: il dente si trova in posizione leggermente inclinata, finendo per spingere su quello accanto.

Inoltre, a seconda di quanto dura l’inclusione, si può distingue tra:

  • permanente, in cui il dente non spunta mai;
  • temporanea, il dente spunta con estremo ritardo rispetto ai tempi fisiologici (in questo caso, è più corretto parlare di dente ritenuto).

Le cause principali dell’inclusione dentale

Il verificarsi di un’inclusione dentale è generalmente collegato con una mancanza di spazio per i denti. Questo, a sua volta, può essere conseguenza di diversi accadimenti:

  • perdita precoce dei denti da latte: se i dentini cadono troppo presto, infatti, e il dente definitivo non è ancora pronto a spuntare, il suo spazio viene occupato e questo ne blocca lo sviluppo (qui trovi il corretto calendario della dentizione);
  • anchilosi dentale;
  • affollamento dentale e denti storti;
  • palato stretto e malformazioni congenite;
  • traumi.

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Inclusione dentale

Sintomi e conseguenze dei denti inclusi

Ci sono casi in cui i denti inclusi non arrecano nessun disturbo, rimanendo praticamente invisibili. Più spesso, però, si manifestano con diversi sintomi e trascurali può dare luogo a problemi anche molto seri. I campanelli di allarme che rivelano un’inclusione dentale sono:

Nel lungo periodo, poi, un dente incluso può essere un vero killer della salute dentale. In primo luogo, perché rende difficile una corretta igiene orale e quindi favorisce l’insorgenza di carie. In secondo luogo, perché può causare un disallineamento del resto della dentatura. Infine, in casi estremi, questo disturbo può sfociare anche in cisti diffuse che aggrediscono l’osso.

Come pulirsi bene i denti

Come si cura un dente incluso

Nei casi in cui il dente incluso non dà fastidio, neanche esteticamente, si può evitare di trattarlo. Altrimenti, i rimedi possibili sono diversi e dipendo dal dente colpito dal problema e dalla gravità della situazione. Le opzioni disponibili per la disinclusione sono l’estrazione, l’ortodonzia o l’autotrapianto.

Dente del giudizio incluso: estrazione

Il dente del giudizio è quello che più frequentemente va incontro a casi di inclusione, con manifestazioni che possono essere anche molto dolorose e fastidiose, come nei casi di ascesso o di insorgenza degli acufeni. In questi casi, si può procedere con un’estrazione. Altrimenti, nei casi più lievi, è possibile procedere con una cura odontoiatrica che riposizioni correttamente il dente.

Leggi di più sull'estrazione dei denti del giudizio

Canino incluso

Nel caso di canino incluso, invece, le soluzioni più appropriate sono l’apparecchio odontoiatrico oppure l’autotrapianto. Si tratta, infatti, di un dente molto visibile, che non può essere estratto, quindi va riposizionato. È bene sottolineare, più, come un problema piuttosto diffuso sia quello del canino incluso nel palato.

Il trattamento ortodontico per canino incluso può avvenire con una soluzione classica oppure con un apparecchio linguale, quindi invisibile. L’alternativa è l’autotrapianto, che comporta l’estrazione del dente e la sua ricollocazione nella posizione corretta.

Ortodonzia invisibile presso gli Studi Puzzilli

Premolare incluso

Anche nel caso di dente premolare incluso la soluzione più praticata è quella dell’ortodonzia, con apparecchi che possono rimettere il dente al suo posto.

Denti inclusi nei bambini

Può accadere che i problemi di inclusione dentale si manifestino quando è ancora presente la dentizione da latte (decidua). Se si procede a una diagnosi tempestiva del problema, si può agire in anticipo e permettere ai denti definitivi di spuntare senza problemi. Nei casi più gravi, si può procedere all’estrazione precoce dei dentini, per creare spazio. L’alternativa, meno invasiva, è invece rappresentata dall’ortodonzia intercettiva.


Morso aperto

Morso profondo, cos’è e come si corregge con l’ortodonzia

Il morso profondo è una malocclusione dentale che può caratterizzare la bocca di bambini e adulti. È importante correggerla per tempo con l’ortodonzia dentale. Un apparecchio fisso o trasparente, infatti, può evitare tutti i disturbi connessi al morso profondo: problemi di masticazione, deglutizione, pronuncia e postura.

Morso profondo, una malocclusione dentale per adulti e bambini

È comunemente conosciuto come morso profondo ma ha molti sinonimi: deep bite (in termini tecnici), morso chiuso, morso coperto. Tutte varianti che indicano lo stesso problema: una malocclusione dentale che si verifica quando gli incisivi superiori sovrastano oltre il normale gli incisivi inferiori. A seconda della gravità, può essere diviso in prima e seconda classe. Nelle forme più estreme di morso profondo, gli incisivi inferiori possono arrivare a toccare il palato.

Il morso profondo è causato prevalentemente da anomalie scheletriche. Ad essere non corretta, quindi, è proprio la conformazione della mandibola, che provoca, quindi, la chiusura sbagliata delle due arcate dentali. Ci sono poi alcune cattive abitudini che possono peggiorare questa conformazione ereditaria o addirittura provocare il verificarsi del morso profondo su un soggetto non predisposto. È il caso dei bambini che si succhiano il pollice o a cui viene concesso di usare il ciuccio troppo a lungo. In altre situazioni, l’origine può risiedere in un trauma o nel digrignamento involontario dei denti, il cosiddetto bruxismo, magari notturno.

Leggi di più sul bite dentale

Sintomi e conseguenze del morso profondo

Come tutte le malocclusioni dentali, i problemi causati dal morso profondo non sono circoscritti solamente alla bocca, ma investono tutto il corpo, in un gioco di correlazioni che spesso è ignorato. Ecco perché i sintomi da cui riconoscere la presenza di un disturbo di questo tipo sono diversi e molto variegati.

Nei casi più marcati, già a livello visivo ed estetico si possono notare le evidenze del morso profondo. A livello orale, invece, ad essere colpita è soprattutto la funzionalità dei denti, con difficoltà a masticare, a deglutire e anche problemi nel linguaggio e nella pronuncia di alcune parole.

Morso profondo e problemi posturali

Ci sono poi tutte le conseguenze a livello di testa, collo e schiena, vista la stretta correlazione tra denti e postura. Frequente è l’insorgenza di mal di testa, disturbi dell’ATM, dolori cervicali e lordosi, eccessiva contrazione dei muscoli del collo. Tutto è legato al fatto che il morso profondo provoca uno spostamento in avanti della testa, che modifica l’assetto posturale.

Correggere e curare il morso profondo con l’ortodonzia (h2)

La soluzione per correggere i difetti del morso profondo è l’ortodonzia. L’applicazione di un apparecchio ortodontico, infatti, permette di modellare e riallineare le arcate, riportandole su binari corretti. Eliminare il difetto all’origine farà poi sparire progressivamente tutti i disturbi collegati. Ovviamente, vale il principio generale

Per approfondire: ortodonzia intercettiva per bambini e ortodonzia per adulti

Il risultato può essere raggiunto sia con un apparecchio fisso di tipo classico, sia con un apparecchio di nuova generazione. L’ortodonzia trasparente, infatti, risulta ugualmente efficace e ha il vantaggio, soprattutto per gli adulti, di non creare problemi estetici né funzionali.

I servizi di Ortodonzia di nuova generazione dello Studio Odontoiatrico Puzzilli


Otturazione dentale, 10 domande e risposte per sapere tutto quello che serve

L’otturazione di un dente è (purtroppo) un qualcosa con cui (quasi) tutti, prima o poi, dobbiamo fare i conti. Infatti, è una delle operazioni che un dentista fa più di frequente. Ecco perché è un argomento che suscita molto interesse nei pazienti. Come si fa? Che materiali vengono utilizzati? È visibile? È dolorosa? I quesiti che un odontoiatra si sente rivolgere sono tante e in giro ci sono anche molte informazioni errate o incomplete. Di seguito, trovate una piccola guida organizzata in dieci domande e risposte, tutte dedicate all’otturazione, per conoscerla meglio e non averne paura.

Cos’è l’otturazione dentale?

Lo dice la parola stessa, l’otturazione consiste nel riempimento di un dente. Quindi, va da sé, che si applica ai denti che presentano una cavità, un “buco”, che interessa sia lo smalto, sia la parte interna. L’obiettivo è quello di recuperare la forma e la struttura originaria, per consentire alla dentatura di mantenere la sua funzionalità. Si tratta, quindi, di un trattamento dentistico di tipo conservativo.

Otturare un dente, quando è necessario?

Il caso tipico in cui è necessario procedere a un’otturazione è la cura di una carie. Quando si rimuove la parte cariata di un dente, infatti, inevitabilmente si crea uno spazio che deve essere coperto, altrimenti il rischio è che il paziente provi dolore e che si creino nuove carie. Inoltre, si può ricorrere ad un’otturazione anche in presenza di denti rotti o scheggiati.

Leggi di più sulla carie

Quando, invece, l’otturazione non basta?

Quando una carie è molto grande o ha aggredito il dente in profondità, invece, l’otturazione può non essere praticabile. In questi casi, infatti, è necessario procedere con interventi più drastici, come la devitalizzazione o addirittura l’estrazione del dente.

Leggi di più sulla devitalizzazione (o cura canalare)

Come si realizza un’otturazione?

Una volta eliminata la carie, la realizzazione dell’otturazione è piuttosto rapida e semplice. Il dentista procede al modellamento della parte di dente che accoglierà l’otturazione, per creare lo spazio idoneo e far sì che non si muova nel tempo. Subito dopo, si provvede a disinfettare la parte, per poi chiuderla con il materiale scelto.

È un’operazione dolorosa?

No, l’otturazione non è particolarmente dolorosa, perché viene eseguita in anestesia locale, così come la rimozione della carie che la precede.

Quali materiali vengono usati?

Proprio il materiale utilizzato è uno degli elementi chiave dell’otturazione. Le opzioni disponibili sono diverse e si sono molto evolute nel corso degli anni. Un tempo era molto diffusa l’amalgama di mercurio e altri metalli (rame, stagno o argento), così come l’otturazione in oro. Tutte soluzioni superate dall’evoluzione tecnica e dal diffondersi della più salutare odontoiatria metal free. Molto meglio le attuali otturazioni in composito (resine) o ceramica.

Scopri cos’è l’odontoiatria metal free

L’otturazione si vede e rovina il sorriso?

La risposta a questa domanda è strettamente collegata alla precedente. Un’otturazione in composito o ceramica è completamente invisibile, perché realizzata nello stesso colore dei denti. Questo, invece, non accadeva con i vecchi metodi, i metalli utilizzati, infatti, deturpavano il sorriso.

Cosa non fare e cosa non mangiare dopo un’otturazione?

L’otturazione richiede un po’ di attenzione nelle ore e nei giorni immediatamente successivi all’intervento, soprattutto quando si mangia. Non c’è un elenco dettagliato di cosa non fare o cosa non mangiare. È importante, però, stare alla larga per un po’ da cibi troppo duri o gommosi, che potrebbero mandare in tensione il dente. Inoltre, visto che un dente curato tende ad essere, per un po’ di tempo, più sensibile, meglio evitare cibi troppo caldi o troppo freddi.

Otturazione rotta o saltata, cosa fare?

Quando un’otturazione si rompe o si stacca (comunemente si dice che “salta”) bisogna intervenire tempestivamente, recandosi dal proprio dentista di fiducia. L’incidente, infatti, causa la presenza di una cavità nel dente, che diventa facile preda di batteri.

I costi di un’otturazione quali sono?

Non è possibile determinare in modo generico i costi di un’otturazione. Molto dipende dal materiale che si sceglie e dal tipo di intervento richiesto. La soluzione è recarsi dall’odontoiatra per un preventivo personalizzato.

I servizi di odontoiatria conservativa degli studi Puzzilli


covid e salute dei denti

Denti e Covid, la pandemia non è un buon motivo per trascurare la salute della bocca

I timori legati alla diffusione del contagio e i alcuni piccoli disagi legati all’uso costante della mascherina non possono portare a trascurare la propria salute orale. Gli studi dentistici sono luoghi sicuri, rimandare visite importanti, quindi, non serve e rischia di mettere in pericolo i denti. La mascherina danneggia la bocca? No, soprattutto se si seguono alcuni accorgimenti igienici.

La sicurezza negli studi dei dentisti

Il dilagare della pandemia da Covid 19 ha senza dubbio cambiato profondamente le nostre abitudini e ha favorito il diffondersi di un senso di insicurezza. La situazione di emergenza, però, non può essere la causa di ulteriori problemi, cosa che accadrebbe se, in questo periodo, trascurassimo la cura del nostro corpo, denti compresi.

L’eliminazione di una carie, la rimozione di placca e tartaro durante una seduta di igiene, la cura delle gengive infiammate o addirittura sanguinanti. L’elenco dei problemi dentali più comuni che si potrebbe avere la tentazione di trascurare durante la pandemia è lungo. Non bisogna, però, lasciarsi bloccare dal timore. D’altra parte, gli studi dentistici che osservano le disposizioni del Governo e del Comitato Tecnico Scientifico sono luoghi sicuri. Triage telefonico, gestione degli appuntamenti, uso di mascherine, guanti e occhiali, gel igienizzanti per le mani. Non c’è nessuna buona ragione per non andare dal dentista, se necessario.

Le misure di sicurezza negli Studi Puzzilli

Salute orale e mascherina, qualche accorgimento

Un altro tema di cui spesso si dibatte, sia pubblicamente che privatamente, è quello dei presunti effetti negativi per la salute dell’uso prolungato delle mascherine. Senza entrare nel merito di una polemica che spesso viene condotta senza basi scientifiche, qui interessa fare il punto sul rapporto tra mascherina e benessere dentale. Ed è bene sgombrare subito il campo dai dubbi: la mascherina protettiva può e deve essere usata in totale tranquillità. Per stare ancora più sereni, poi, basta adottare alcuni basilari accorgimenti, che permettono di eliminare qualsiasi potenziale fastidio. Alcuni, tra l’altro, sono i normali consigli da seguire per un sorriso bello e sano, a prescindere dalla pandemia.

Bere adeguatamente

Mantenersi ben idratati è fondamentale per la salute di tutto il corpo e quindi anche della bocca. La secchezza orale può causare una diminuzione del livello di saliva, che è una valida alleata contro placca e batteri. Quanta acqua bere in un giorno? Ovviamente dipende dal peso corporeo, dal sesso e dal livello di attività. 1,5 litri, però, rappresentano una buona base di partenza.

Lavarsi i denti e passare il filo interdentale regolarmente

I denti vanno lavati con accuratezza dopo ogni pasto. Filo interdentale e scovolino, invece, devono essere passati negli spazi tra dente e dente almeno una volta al giorno. La costanza di queste pratiche basilare è fondamentale per arginare i rischi di carie.

Ecco come lavarsi bene i denti

Cambiare e disinfettare la mascherina

Il vero rischio che si corre non sta nell’usare la mascherina ma nell’utilizzarla male, senza preoccuparsi dello stato di igiene. Le mascherine, di qualunque tipo, vanno cambiate o disinfettate spesso. Quelle di stoffa, che possono essere utilizzate per periodi più lunghi, devono essere lavate con frequenza, usando dei detergenti e dell’acqua calda.

 


Logopedista odontoiatra

Dentista e logopedista, alleati contro le malocclusioni dentali

Sempre più spesso, odontoiatri e logopedisti sono chiamati a collaborare per il benessere del bambino. Le malocclusioni dentali, infatti, chiamano in causa sia i denti, da trattare con l’ortodonzia, sia i tessuti molli, da rieducare con specifici esercizi. Altrimenti, il rischio è di lasciare che si solidifichino problemi di deglutizione, linguaggio e respirazione.  

La bocca di ogni essere umano, fin da bambino, è un sistema molto più complesso di quello che si possa immaginare e si inserisce in un contesto, quello del volto e della testa, che ne amplifica l’importanza. Passano pe la bocca alcune funzioni vitali e sociali di primaria importanza: la masticazione, la deglutizione, la respirazione e anche il linguaggio. Ecco perché una malocclusione dentale, cioè l’impossibilità di chiudere bene la bocca per una scorretta posizione dei denti, è un problema che chiama in causa almeno due specialisti: l’odontoiatra e il logopedista.

Leggi anche: I disturbi dell’ATM

La relazione tra malocclusione, linguaggio e deglutizione

Della malocclusione abbiamo già ampiamente parlato in questo approfondimento. Qui vale la pena segnalare la stretta relazione che c’è tra questa condizione e problemi al linguaggio e alla deglutizione, anche piuttosto seri.

Una cattiva chiusura della bocca può essere causata da denti storti o da malformazione ossee. In entrambe i casi, il problema non è solamente estetico ma anche e soprattutto funzionale: si mastica male, si deglutisce male e si tende anche a parlare male. Nello specifico, le casistiche più frequenti sono: deglutizione atipica, frenuli labiali e linguali troppo corti, respirazione orale, difetti nell’articolazione dei suoni ed elle parole.

Le cattive abitudini che causano malocclusione

In alcuni casi, le ragioni alla base di una malocclusione sono da ricondurre alla genetica, che influenza la conformazione ossea del cranio e della mandibola. Molto più spesso, però, tali cause vanno rintracciate in cattive abitudini che i bambini sviluppano fin da piccolissimi. Eccone alcune:

L’importanza di educare i bambini a una buona igiene orale

La collaborazione tra odontoiatra e logopedista: denti e tessuti molli

Problematiche come quelle indicate, sono meglio affrontate quando uniscono le forze due specialisti come il dentista e il logopedista. Il primo si occupa dei denti, della loro forma e soprattutto della loro posizione. Il secondo, invece, si focalizza sui tessuti molli, come la lingua o le guance.

Attraverso le diverse tecniche di ortodonzia, l’odontoiatra può riportare i denti alla loro posizione funzionale e intervenire anche sulle ossa che compongo la bocca. Alla logopedia, invece, è lasciato il compito di tonificare la muscolatura facciale e di far acquisire consapevolezza nella deglutizione e della respirazione. Chi dei due debba intervenire per primo non può essere stabilito a priori, ma è una questione che va affrontata di volta in volta, partendo dalle caratteristiche del caso concreto.

L’ortodonzia invisibile, l’apparecchio c’è ma non si vede


sorriso julia robert

Sorriso da star? Non deve essere per forza perfetto

Il sorriso dei personaggi famosi è sempre sotto la luce dei riflettori. C’è chi può vantare denti perfetti, come la bellissima Julia Roberts, e chi, invece, ha fatto dell’imperfezione un tratto distintivo, come la regina del pop Madonna o la modella francese Letizia Casta. E poi che chi sceglie di farsi aiutare dal dentista. Non fanno eccezione i vip maschi, ne sono una prova le dentature “non naturali” di Cristiano Ronaldo e Tom Cruise.

Chi lo ha detto che il sorriso di una star deve essere perfetto? Se è vero che il mondo dello spettacolo è pieno di dentature impeccabili che brillano sulle copertine dei settimanali, è altrettanto vero che molti vip, sia donne che uomini, hanno scelto di cavalcare le loro imperfezioni rendendole dei punti di forza. E c’è poi chi ha scelto la via intermedia e dopo qualche anno di carriera trascorso un sorriso naturale, ha deciso di migliorare la propria estetica (e magari anche la salute) facendosi aiutare da un odontoiatra.

Non siamo tutti Julia Roberts

Tra i sorrisi più belli di Hollywood, spicca per candore e perfezione quello di Julia Roberta, amatissima attrice dalla dentatura impareggiabile. Il suo è uno di quei sorrisi che si potrebbero davvero definire a 32 denti. Quando ride, l’indimenticata Pretty Woman, libera due lunghissime file di denti pressoché perfetti, bianchi e dritti. Non è un caso che l’attrice consideri il suo sorriso un vero e proprio patrimonio da proteggere, tanto da averlo assicurato per cifre da capogiro circa trenta milioni di dollari).

Il carattere di Madonna e Letitia Casta

Tutt’altra storia, invece, per Madonna. La regina del pop ha sicuramente un bellissimo sorriso, ma non è certo perfetto. Da sempre, infatti, la cantante statunitense sfoggia con orgoglio un evidente diastema, cioè uno spazio che separa i due incisivi superiori. Un difetto del genere si può correggere facilmente, in modi diversi e poco o per nulla invasivi. Lei, però, ha scelto di non intervenire e di trasformare quello che per molti sarebbe motivo di imbarazzo in una caratteristica estetica da mostrare senza vergogna. A occhio e croce, questa decisione non sembra aver influito negativamente sulla sua carriera.

Come non è stata frenata dalla mancanza di un sorriso perfetto l’ascesa nel mondo della moda di Letitia Casta. La modella francese ha denti non regolari e neanche perfettamente allineati. Eppure, non ha mai voluto ricorrere all’ortodonzia. “Se lo avessi fatto”, ha dichiarato in più occasioni, “avrei tradito la persona che sono”.

Denti perfetti con le faccette in ceramica

Le trasformazioni di Cristiano Ronaldo e Tom Cruise

Le scelte di Madonna e Letitia Casta sono rispettabili e anche condivisibili, soprattutto se i difetti estetici dei loro denti non impattano in modo importante sulla funzionalità. Ma altrettanto rispettabile è la scelta di chi, per ragioni diverse, decide di “aggiustare” la propria dentatura. Di sorrisi famosi nati sulla poltrona del dentista ce ne sono molti. Tra tutti, è possibile citare due casi maschili divenuti emblematici: Tom Cruise e Cristiano Ronaldo. Due personaggi diversi per età e professione, ma accomunati da un inizio di carriera caratterizzato da denti storti. Ed è innegabile che quell’intervento sul sorriso abbia gettato una luce diversa su tutto il viso dei due (innegabili) sex symbol.

L’apparecchio trasparente